15 giugno 2020

OECD Economic outlook, giugno 2020

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L’economia globale sta vivendo la più grave crisi dopo la Grande depressione del 1930, con il Pil che crolla durante il lockdown più del 20% in alcuni Paesi.

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Per redigere le previsioni  l’Ocse ipotizza due scenari epidemiologici:

  1. il contenimento del virus prosegue senza nuovi importanti focolai
  2. a ottobre – novembre si presenta una seconda ondata di pandemia più contenuta della prima.

In caso di seconda ondata, lo scenario prevede il Pil globale a - 7¾ per cento quest’anno e a +2¾ per cento nel 2021 (il declino per i Paesi Ocse nel 2020 sarà ancora più marcato: -9¼ per cento).

Lo scenario più ottimistico prevede invece il Pil globale a  -6 per cento nel 2020 (-7½ per cento i Paesi Ocse) e a +5¼ per cento il prossimo anno.

Il Pil dell’area Euro nel 2020 è previsto in calo dell’11½ per cento rispetto al 2019 nello scenario più pessimistico, del 9% in assenza di seconda ondata.

Secondo gli analisti, il Pil globale calerà di circa il 3% nel primo trimestre del 2020 (le misure di contenimento del virus e di rilancio dell’economia sono state introdotte in molti Paesi nel corso di marzo). L’impatto su scala globale del Covid-19 sarà più intenso nel secondo trimestre.

Malgrado una debole ripresa a maggio, favorita da un lento ritorno alla normalità, vari indicatori rimarranno su bassi livelli. Molti settori dei servizi continueranno infatti a subire gli effetti delle misure di distanziamento, della chiusura di attività non considerate essenziali e delle restrizioni alla mobilità.

Commercio mondiale

Anche i flussi del commercio mondiale si stanno contraendo velocemente: si prevede -9½ per cento quest’anno nello scenario più ottimistico (prima di rimbalzare nel 2021) e -11½ per cento in caso di seconda ondata.

Il traffico aereo di persone, in aprile, è crollato del 98% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il traffico internazionale di beni è sceso di circa il 30%.

In aprile e maggio le esportazioni sono in forte ribasso in particolare in Europa, India e Indonesia, ma soffrono il forte calo della domanda estera anche i Paesi in cui le misure di contenimento sono state più leggere.

Il collasso della domanda mondiale è aggravato dalla distruzione temporanea di alcune catene di fornitura globali causata dal lockdown. Molte aziende, nel tentativo di migliorare la propria resilienza a shock esterni, stanno riducendo l’utilizzo di fornitori efficienti, ma geograficamente lontani.

Gli shock si propagano lungo la catena di fornitura con diverse intensità, a seconda della posizione di ogni industria nella filiera. La diversificazione internazionale degli investimenti diretti, degli approvvigionamenti e dei mercati può supportare la resilienza del sistema se la crisi economica o il disastro naturale non sono correlati o si riferiscono a un Paese specifico, ma è meno efficace in presenza di shock simultanei che si manifestano a livello globale (come nel caso di una pandemia).

Si legge nel Report: “La pandemia ha accelerato la transizione dalla “grande integrazione” alla “grande frammentazione”.  Sono state introdotte nuove restrizioni al traffico di merci e agli investimenti. Molti confini sono chiusi in varie regioni  e lo rimarranno fino a quando il virus non sarà sotto controllo. Le economie nazionali stanno divergendo, a seconda del periodo e dell’intensità con cui sono state colpite dal Covid-19, dalla resilienza dei loro sistemi sanitari nazionali, dalla specializzazione settoriale e dalla capacità fiscale di gestire lo shock”.

Principali Paesi

Negli Stati Uniti e in Giappone si prevede un calo del Pil dell’8½ per cento e del 7¼ (7¼ per cento e 6 per cento lo scenario migliore). Tra le economie avanzate, la Corea dovrebbe subire una contrazione ridotta: -2½ per cento in caso di seconda ondata e solo -1¼ per cento in caso di controllo della pandemia.

Molti Paesi emergenti e in via di sviluppo, in particolare i produttori di commodity, stanno sperimentando notevoli difficoltà sia a livello economico, sia a livello sanitario.

Il livello del Pil del 2020 sarà inferiore del 7 per cento o più, rispetto al 2019, in Brasile, Russia, Sudafrica e Messico in entrambi gli scenari e in Turchia in caso di seconda ondata.

Più contenuto il declino del Pil in Cina e Indonesia (compreso tra  il 2½ - 4 per cento in entrambi gli scenari).

In India nel 2020-21 si prevede un calo del Pil del 7¼ per cento rispetto al 2019-20 in caso di seconda ondata  e 3¾ per cento nello scenario più ottimistico.

Una volta che le economie si saranno riprese dalla crisi, il Report raccomanda ai governi di:

  • fare attenzione alla sostenibilità del debito pubblico
  • rivedere la progressività del sistema fiscale tenendo in considerazione crescita e inclusività
  • supportare la lotta ai cambiamenti climatici attraverso l'economia circolare.

Fonte: Oecd

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