Gli scambi globali, dopo una moderazione nei mesi estivi, hanno riacquisito dinamismo. Il commercio di merci in volume, a ottobre, è aumentato dell’1,6% in termini congiunturali (-1,1% a settembre) spinto dall’incremento delle esportazioni degli Stati Uniti (+9,3%) e delle importazioni della Cina (+6,8%).
Il PMI globale sui nuovi ordinativi all’export di dicembre, pur rimanendo marginalmente sopra la soglia di espansione, segnala un possibile rallentamento della domanda internazionale nei prossimi mesi.
A dicembre, l’indice composito di fiducia economica della Commissione europea, Economic sentiment indicator (ESI), pur rimanendo su livelli storicamente elevati, è diminuito di 2,3 punti. Il calo di fiducia è stato determinato principalmente dalle attività maggiormente condizionate dalla ripresa dei contagi come i servizi e, in misura minore, dal commercio al dettaglio e dal peggioramento del clima di fiducia dei consumatori. In ripresa, invece, il sentiment nel settore dell’industria e delle costruzioni. Il calo dell’ESI è stato diffuso a tutti i principali paesi dell’area (Spagna -0,8 punti percentuali, Francia -2,1 p.p., Italia -1,6 p.p. e Germania -2,8 p.p.).
In base alle previsioni dell’OCSE il Pil euro dovrebbe crescere del 4,3% nel 2022 (+5,2% nell’anno precedente). A novembre, la produzione industriale è aumentata del 2,3% in termini congiunturali, le vendite al dettaglio in volume sono cresciute dell’1,0%.
Principali indicatori congiunturali - Italia e Area Euro (variazioni congiunturali)
Congiuntura italiana
A novembre l’indice destagionalizzato della produzione industriale è tornato ad aumentare (+1,9% la variazione congiunturale). La ripresa della produzione risulta diffusa tra i settori.
A ottobre, la produzione del settore delle costruzioni ha registrato il terzo aumento congiunturale consecutivo (+0,8% rispetto a settembre); ancora più marcata è la crescita per il trimestre agosto-ottobre (+2,8% rispetto ai tre mesi precedenti).
Scambi con l’estero
A ottobre sia le esportazioni sia le importazioni di beni hanno segnato un incremento rispetto al mese precedente: le importazioni sono aumentate complessivamente del 2,8% e del 6,6% nel periodo agosto–ottobre, a fronte di un incremento delle esportazioni rispettivamente dell’1,5% e del 2,4%.
Nello stesso mese, le vendite dirette verso i paesi dell’area Ue hanno mostrato un discreto dinamismo sostenute dall’aumento delle vendite di prodotti in metallo verso le principali economie dell’area (Francia e Germania) e di prodotti farmaceutici verso Belgio e Paesi Bassi. Si è osservato, invece, un calo delle vendite di autoveicoli verso quasi tutti i principali paesi partner Ue ed extra Ue.
Il rialzo dei prezzi delle materie prime si è riflesso sull’aumento del valore degli acquisti dall’estero dai paesi extra Ue e sul saldo commerciale che ha registrato un ridimensionamento rispetto all’anno precedente, risultando pari a meno di 4 miliardi (7,6 miliardi nello stesso mese del 2020).
I dati relativi a novembre per i paesi extra Ue hanno segnalato un andamento positivo degli scambi, con aumenti sia delle esportazioni (+2,9% rispetto a ottobre) sia in misura minore delle importazioni (+0,6%). Entrambi i flussi hanno evidenziato un deciso aumento tendenziale, mentre le vendite verso il Regno Unito, la Svizzera e la Cina hanno mostrato una flessione.
Fonte: Istat