7 giugno 2021

Migliorano le previsioni Istat sull’economia italiana

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L’Istat prevede per l’Italia una sostenuta crescita del Pil sia nel 2021 (+4,7%), sia nel 2022 (+4,4%).

 

Migliorano le previsioni Istat sull’economia italiana

Nel biennio di previsione l’aumento del Pil sarà determinato dalla domanda interna al netto delle scorte (rispettivamente +4,6 e +4,5 punti percentuali) trainata dagli investimenti (+10,9% e +8,7%) e, con un’intensità minore ma significativa, dalla spesa delle famiglie (+3,6%).

Previsioni economia italiana (Pil e principali componenti Anni 2019 - 2022) | Variazioni % sull’anno precedente

Previsioni Istat

Quadro internazionale

Nella prima parte del 2021, il comparto industriale ha proseguito nel processo di recupero, sostenendo gli scambi mondiali di merci in volume, mentre le attività dei servizi sono ancora influenzate dalle misure di contenimento sociale. Nel complesso, nel primo trimestre, il commercio internazionale di merci in volume è cresciuto del 3,5% rispetto ai tre mesi precedenti.

Il Pil cinese, nel primo trimestre è aumentato dello 0,6% su base congiunturale (+6,5% in T4 2020) evidenziando segnali positivi per tutti gli aggregati. Il miglioramento è atteso estendersi anche ai prossimi mesi e la crescita attestarsi al 7,9% nell’anno. Il ciclo espansivo continuerà anche nel 2022 seppure con intensità più contenute (+5,4%).

Negli Stati Uniti, nel primo trimestre l’attività economica ha segnato un ulteriore rafforzamento (+1,6% la variazione congiunturale nel primo trimestre, +1,1% in quello precedente), caratterizzato dalla ripresa di consumi e investimenti che hanno beneficiato dal consistente programma di stimolo fiscale. Gli indicatori anticipatori evidenziano il proseguimento della fase espansiva che porterebbe la crescita annua al 6,3% mentre il progressivo esaurimento delle misure di sostegno determinerebbe un rallentamento nel 2022 (+3,8%).

Negli ultimi mesi, l’andamento economico dell’area euro è stato condizionato dal prolungamento delle misure di contenimento sociale, anche se in progressiva attenuazione. Nel primo trimestre, il Prodotto interno lordo ha segnato una ulteriore riduzione (-0,6% e -0,7% le variazioni congiunturali nel primo trimestre e in quello precedente) determinata dall’ampia flessione dell’attività in Germania (-1,8%). In Spagna e Francia i cali del Pil sono stati più contenuti (rispettivamente -0,5% e -0,1%).

In base alle previsioni di primavera della Commissione Europea, il pieno recupero dell’economia dell’area si distribuirà nel biennio 2021-22 con una crescita del Pil pari rispettivamente a 4,3% e 4,4%. L’indice composito di fiducia economica della Commissione europea (ESI) a maggio è cresciuto per il quinto mese consecutivo, toccando i massimi dal 2018. Il miglioramento è stato diffuso a tutti i settori, ma in misura più ampia nei servizi dove l’indice ha superato per la prima volta, da marzo 2020, la propria media di lungo termine.

In Italia

La ripresa già avviata dell’attività del settore manifatturiero, collegata anche all’intensificarsi degli scambi internazionali, congiuntamente a quella delle costruzioni è attesa consolidarsi nei prossimi mesi.

Il clima di fiducia di famiglie e imprese a maggio ha registrato un miglioramento di notevole intensità (rispettivamente circa 8 e 9 punti rispetto al mese precedente) La fiducia delle imprese dell’industria manifatturiera e delle costruzioni sono salite in tutte le componenti dell’indice, mentre nei servizi di mercato la fiducia è aumentata in misura rilevante anche nel settore del turismo.

Un ulteriore segnale positivo è rappresentato dal recupero degli investimenti, che riflette sia la fase espansiva di quelli in abitazioni e fabbricati non residenziali, i cui livelli sono aumentati rispetto al periodo pre-crisi, sia i più recenti progressi di quelli in macchinari, attrezzature e armamenti.

Nel 2021, in media d’anno, il Pil segnerebbe un deciso rialzo rispetto al 2020 (+4,7%) trainato dalla domanda interna che, al netto delle scorte, contribuirebbe positivamente per 4,6 punti percentuali. La domanda estera netta fornirebbe un limitato apporto positivo (+0,1 punti percentuali) mentre quello delle scorte sarebbe nullo in entrambi gli anni di previsione.

La fase espansiva dell’economia italiana è prevista estendersi anche al 2022 quando l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dovrebbe fornire uno stimolo più intenso. Nel 2022, il Pil è previsto aumentare (+4,4%) sostenuto ancora dal deciso contributo della domanda interna al netto delle scorte (per 4,5 punti percentuali).

Commercio con l’estero

Nel corso del 2020, il commercio con l’estero dell’Italia si è fortemente ridimensionato anche se il saldo della bilancia commerciale è aumentato. Le esportazioni di beni e servizi sono diminuite complessivamente del 13,8% in volume mentre le importazioni si sono ridotte del 12,6%.

I dati relativi al primo trimestre del 2021 hanno evidenziato segnali positivi dal lato del commercio di beni, mentre dal lato dei servizi sono giunti ancora segnali di debolezza legati al persistere delle difficoltà del movimento turistico. Sia le esportazioni di beni sia le importazioni hanno mostrato una dinamica positiva, e sono risultate in aumento rispetto al trimestre precedente (rispettivamente +1,2% e +2,1%).

La decisa ripresa del commercio internazionale è attesa sostenere l’evoluzione delle vendite all’estero. Il volume di esportazioni di beni e servizi è previsto crescere:

  • nel 2021 (+9,6%)
  • nel 2022 (+7,9%).

Nel biennio di previsione l’aumento delle importazioni si manterrà intenso (+10,4% e +9,0%), trainato dall’espansione della domanda interna e in particolare degli investimenti.

Fonte: Istat (Le prospettive per l’economia italiana nel 2021-2022 – 4 giugno 2021)

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