22 feb 2016 00:00 22 febbraio 2016

Malesia: quali opportunità di investimento?

di lettura

Secondo un recente rapporto rilasciato dalla Banca Mondiale alla fine del 2015, la Malesia si conferma tra le prime 20 economie mondiali e, al primo posto, tra quelle emergenti nell’area del Sud-est asiatico.
Nell'articolo un'analisi dei settori in crescita dell'economia malese.

Malesia: quali opportunità di investimento?

Nella regione del Sud-est asiatico e del pacifico si assiste ad un costante tentativo di migliorare il contesto normativo, in cui sono chiamate ad operare le piccole/medie imprese: nel corso dell’ultimo anno, ad esempio, il 52% dei 25 paesi presenti nella regione hanno dato vita a ben 27 nuove riforme legislative, tutte orientate ad agevolare le attività imprenditoriali nella zona. La Malesia ha dimostrato di possedere tutte le potenzialità per scalare, ulteriormente, la classifica, attraverso alcuni interventi mirati, volti, tra gli altri, a semplificare le procedure previste per l’ottenimento dei permessi edilizi e ad abbreviare i tempi richiesti per il pagamento delle tasse.  

L’economia malese: i settori in crescita

Con una popolazione di circa 30,3 milioni di abitanti, l’economia malese è, ad oggi, incentrata, principalmente, sulle esportazioni, stimolate dal settore high technology e da un’industria a forte intensità di capitali. Nel 2014, il Paese ha registrato un PIL in crescita del 6%, uno dei risultati più eclatanti non solo nella regione del Sud-est asiatico ma anche a livello mondiale tra tutte le economie emergenti. Nel 2013, il dato è stato del 4.7%, sostenuto da una domanda interna in costante crescita e da un aumento dei consumi sia a livello pubblico che privato. L’inflazione si manterrà anche nei prossimi anni su livelli compresi tra il 2% e il 3%. 
Nell’ultimo decennio, si è assistito, nel Paese: 

  • ad un incremento del settore dei servizi
  • ad un potenziamento del sistema ferroviario, portuale ed aeroportuale, così come di quello stradale, per mantenerli al passo con le sempre crescenti esigenze imprenditoriali e turistiche 
  • ad un costante aggiornamento e sviluppo dei sistemi satellitari e delle comunicazioni

Perché investire in Malesia?

Una stabilità politica, sociale ed economica unite a politiche imprenditoriali oculate e favorevoli agli investimenti, ad una manodopera a basso costo e ad un sistema delle infrastrutture paragonabile a quelli esistenti nei principali paesi occidentali rendono la Malesia un luogo, decisamente, attraente per gli investitori stranieri. Investimenti stranieri, che sono beneaccetti, soprattutto, nei settori produttivi e, in particolare, in quelli ad alto contenuto tecnologico, delle biotecnologie, delle tecnologie solari e dell’information technology.  

Gli elementi da valutare con attenzione, da parte degli imprenditori stranieri, che desiderano investire in Malesia, dovrebbero comprendere i seguenti:

  • Potenziale di crescita del settore/i di riferimento
  • Accesso ai mercati del Sud-est asiatico e al mondo mussulmano
  • Facilità di accesso via mare e via aerea
  • Qualità ed efficienza della forza lavoro locale
  • Tipologie degli incentivi agli investimenti esteri
  • Flessibilità delle strutture societarie utilizzabili per svolgere attività imprenditoriali in loco
  • Presenza di zone franche e/o aree a regime di esenzione fiscale.

Investimenti dall’estero

Gli investimenti diretti nel Paese da parte di soggetti stranieri hanno raggiunto un volume di circa RM35.1 bilioni nel 2014 e di RM38.3 nel 2013. Nel settore produttivo, il livello degli investimenti esteri effettuati nel 2014 si è attestato intorno ai RM71.9 bilioni, in aumento rispetto ai RM52.1 bilioni del 2013. Le previsioni per i prossimi anni non prevedono aumenti sensibili rispetto ai valori indicati. 
Nel tentativo di favorire, ulteriormente, gli investimenti, il Governo malese, a partire dall’aprile del 2009, ha annunciato una serie di misure volte a liberalizzare il settore dei servizi, tra cui, quelli finanziari, dell’information e communication technology e della logistica.                                         

Le imprese, che operano in numerosi altri settori, dal turismo, all’edilizia, dal commercio, all’agricoltura, dalla medicina, all’istruzione possono, inoltre, disporre di una serie di incentivi, di carattere fiscale e non, messi a loro disposizione del Governo. Tali incentivi possono prevedere:

  • Un’esenzione fiscale della durata di 5 anni e pari al 70% dell’imponibile della società; oppure
  • una detrazione d’imposta per la durata di 5 anni e pari al 60% sul capitale investito nello stabilimento e nei macchinari.

Il Governo malese è, altresì, disponibile a negoziare, direttamente, con le imprese straniere, interessate ad investire nel Paese, specifiche misure incentivanti commisurate alla tipologia e all’ entità dei singoli progetti imprenditoriali, al numero di posti di lavoro messi a disposizione e all’eventuale trasferimento di tecnologie.

Le principali tipologie societarie

Le soluzioni più comunemente utilizzate dalle aziende straniere, che intendono svolgere attività imprenditoriali in Malesia, prevedono la costituzione di una società di diritto malese, il ricorso ad accordi di joint venture con partners locali, oppure l’apertura di una succursale o di un ufficio di rappresentanza.

Società di diritto malese 

Il diritto societario in Malesia è disciplinato dal Companies Act, emanato nel 1965. Esistono tre diverse tipologie societarie, a seconda del diverso grado di responsabilità imposta ai soci per le obbligazioni eventualmente contratte dalla società:

  • Companies limited by shares: in cui la responsabilità personale dei soci è limitata al valore nominale delle azioni detenute
  • Companies limited by guarantee: in cui i soci convengono di garantire fino ad un limite prestabilito in caso di scioglimento della società
  • Unlimited companies: in cui non è previsto alcun limite alla responsabilità personale dei soci.

La tipologia societaria utilizzata con maggiore frequenza in Malesia è la prima, cioè, quella in cui la responsabilità personale dei soci è limitata al valore nominale delle quote possedute ed è anche quella che meglio si adatta alle esigenze delle imprese straniere che intendono operare in Malesia. 
Ai sensi degli articoli 14 (1), 18 (2), 18 (3) e 54 del Companies Act, non è previsto il versamento di alcun capitale sociale minimo all’atto della costituzione. 

Non sono previste limitazioni alla partecipazione di soggetti stranieri nelle società di diritto malese, che, pertanto, possono essere interamente controllate da persone fisiche o giuridiche estere. 
Esistono, tuttavia, alcuni settori specifici in cui è richiesta la partecipazione obbligatoria di soggetti locali: tra questi, vale la pena ricordare:

  • il settore finanziario e bancario
  • il settore petrolifero
  • il turismo
  • l’istruzione
  • il settore agricolo. 

Visti i continui interventi legislativi del Governo, tesi a favorire l’ingresso di capitali stranieri nel Paese, attraverso misure volte a liberalizzare sempre più il mercato, la lista appena riportata è soggetta a continui aggiornamenti. 

Esiste poi un ulteriore distinzione tra Public and Private Companies, tra società, cioè, che decidono di quotarsi in Borsa e società che, invece, non intendono ricorrere al pubblico risparmio. Per queste ultime, il numero dei soci non può essere superiore a 50 e il diritto di ciascuno di trasferire le proprie quote è soggetto a severe restrizioni. 

  • Nel caso di private companies con un numero di soci inferiore a 20, non possedute da corporations e in buone condizioni finanziarie, esiste, inoltre, la possibilità di essere esentate da alcuni adempimenti previsti dal Companies Act, tra cui, ad esempio, quello di depositare ogni anno il bilancio presso il Companies Commission of Malaysia o di concedere finanziamenti ai propri amministratori, di regola, vietato, invece, per le private companies

Di recente è stata introdotta una nuova tipologia societaria, da parte del Companies Commission of Malaysia, espressamente, disciplinata dal Limited Liability Partnerships Act del 2012, allo scopo di fornire agli imprenditori uno strumento alternativo per lo svolgimento dei propri affari. Questa nuova forma societaria si caratterizza, infatti, per una maggiore semplicità delle procedure di costituzione, di gestione e di liquidazione. 

Le limited liability pertnerships si presentano come una forma ibrida di società, che racchiude in sé caratteristiche proprie sia delle companies che delle partnerships. In particolare:

  • mentre da un lato, è prevista la responsabilità limitata dei soci per le obbligazioni contratte dalla società
  • dall’altro, alla società è riconosciuta la più ampia autonomia nella conduzione delle proprie attività di business. 

La composizione societaria prevede la presenza di almeno due soci, che possono, indifferentemente, essere rappresentati da persone fisiche o giuridiche straniere.

Le Joint Ventures

Le joint ventures societarie possono essere strutturate:

  • sia utilizzando la tipologia delle partnerships, cioè, di società di persone, i cui soci rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali
  • sia dei consorzi, cioè, di associazioni di due o più società di capitali. 

Le Filiali di società estere

Una società estera, che desideri operare in territorio malese, può, altresì, decidere di aprire una propria filiale per svolgere attività imprenditoriali in loco (sempreché non si tratti di commercio all’ingrosso o al dettaglio). E’, tuttavia, richiesta la preventiva iscrizione presso il registro delle imprese, affinché la filiale possa essere legalmente autorizzata a svolgere la propria attività sul territorio. 
L’iscrizione avviene a seguito del deposito dei documenti richiesti, ai sensi delle normative locali e alla conseguente approvazione da parte delle competenti autorità. E’, inoltre, richiesta la nomina obbligatoria di uno o più rappresentanti legali, che risiedano in Malesia, ai quali deve essere affidato lo svolgimento di tutte le attività che la filiale è autorizzata ad effettuare ai sensi del Companies Act.

L’ufficio di rappresentanza

Il primo passo che solitamente una società estera compie, in vista di una propria futura stabile presenza sul mercato malese, comporta l’apertura di un ufficio di rappresentanza. 

Di regola, l’autorizzazione all’apertura di un ufficio di rappresentanza viene concessa per un periodo limitato, non superiore ai due anni; eventuali richieste volte a prolungare tale durata devono, necessariamente, essere fatte pervenire alle autorità competenti, prima della scadenza dei relativi termini. 
L’ufficio di rappresentanza deve risultare, interamente, finanziato attraverso fondi provenienti esclusivamente dall’estero. 

Non è, invece, previsto che l’ufficio di rappresentanza sia iscritto nel registro delle imprese e/o sia soggetto agli adempimenti previsti dal Companies Act. Le uniche attività che un ufficio di rappresentanza è autorizzato a svolgere comprendono:

  • Attività di ricerca e sviluppo del prodotto
  • Pianificazione e coordinamento delle attività di business
  •  Raccolta ed analisi di dati sulle opportunità offerte dal mercato locale
  • Qualunque attività ausiliaria, che non comporti un diretto coinvolgimento nella esecuzione di transazioni commerciali.

Conseguentemente, tra le attività espressamente vietate possiamo sottolineare:

  • La conduzione di qualunque attività a carattere prettamente commerciale (import/export) e/o imprenditoriale
  • La sottoscrizione di contratti in nome e per conto della società straniera o fatturazione per lo svolgimento di determinati servizi
  • La locazione di immobili ad uso ufficio o magazzino destinati alla conservazione dei propri prodotti
  • La gestione quotidiana delle attività svolte dalla propria consociata o succursale in Malesia.

Tali attività possono quindi essere svolte unicamente attraverso una società appositamente costituita in Malesia.

Il diritto del lavoro

L’Employment Act del 1955 rappresenta la principale fonte normativa in materia di diritto del lavoro in Malesia. L’Industrial Relations Department è, invece, l’organo che si occupa di garantire e di mantenere un clima armonioso nel mercato del lavoro, cercando di prevenire i conflitti. 

In caso di conflitti, l’Industrial Relations Department consente e sostiene forme di negoziazioni gratuite tra le rappresentanze sindacali e i datori di lavoro. Tali conflitti possono, altresì, essere sottoposti al Ministero delle Risorse Umane per un tentativo di conciliazione ed, eventualmente, al tribunale del lavoro per un pronuncia definitiva.

Il normale orario di lavoro prevede 8 ore giornaliere e 48 ore settimanali. Il lavoratore ha diritto ad almeno 10 giorni di vacanze pagate all’anno. Ha, inoltre, diritto ad un certo numero di permessi retribuiti, a seconda della durata del proprio impiego.

Per quanto riguarda la facoltà del datore di lavoro di risolvere anticipatamente il rapporto contrattuale, l’Employment Act del 1955 stabilisce l’obbligo di fornire per iscritto al dipendente adeguato preavviso. I termini entro i quali il preavviso deve essere comunicato al lavoratore variano a seconda della durata del rapporto in essere. La legge riconosce al datore di lavoro la facoltà di risolvere il rapporto in essere con un proprio dipendente in presenza di comprovata cattiva condotta e/o di assenza ingiustificata dal posto di lavoro per almeno due giornate consecutive. 

L’Industrial Relations Act del 1967 disciplina, inoltre, le ipotesi di licenziamento ingiustificato, cioè, le ipotesi in cui un lavoratore sia stato sollevato dal proprio incarico in assenza di giusta causa. In presenza di tali circostanze, il lavoratore avrà diritto di rivolgersi al tribunale del lavoro, che si pronuncerà nel merito, stabilendo, se del caso, la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro oppure, in alternativa, la condanna del datore di lavoro al risarcimento dei danni subìti oltre alla retribuzione ingiustamente non percepita.

Dazi doganali sulle importazioni

L’imposizione di dazi doganali sui beni importati nel Paese è disciplinata dal Customs Act del 1967. Le aliquote previste risultano comprese tra il 2% e il 60% del valore del bene importato. 

Le materie prime, i macchinari, i prodotti farmaceutici ed alcuni prodotti alimentari non sono, di regola, soggetti ad alcuna imposizione o, comunque, le aliquote previste per questi prodotti sono, generalmente, molto basse. La birra e le bevande alcoliche sono, invece, soggette ad una specifica imposizione stabilita sulla base del peso di ciascun prodotto.

Imposta sui redditi d’impresa 

A far data dal 1 gennaio 2008, il Governo malese ha adottato il sistema fiscale “single-tier”, in base al quale l’imposta sui redditi d’impresa è costituita da un’aliquota fissa, attualmente pari al 25%, prevista per la quota di utili derivanti da attività svolte direttamente in Malesia o comunque ricevuti in Malesia dalla società. Una volta versate le imposte sui redditi, gli eventuali dividendi da distribuire ai soci, sono, invece, esenti da tassazione.

Avv. Stefano Linares

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