Primo ad essere stato concluso nell’ambito del Partenariato euro-mediterraneo, il 17 luglio 1995, l’Accordo stabilisce che i prodotti industriali originati in Tunisia sono esportati verso l’UE in franchigia dei diritti di dogana e delle tasse di effetto equivalente (art. 9), mentre i prodotti industriali originati nei Paesi UE sono importati in Tunisia col beneficio di uno smantellamento dei diritti di dogana e delle tasse equivalenti, attuato secondo uno schema di progressione temporale prestabilita, diviso per prodotti (artt. 11 ess.).
Le categorie individuate sono quattro:
- materie prime e attrezzature;
- prodotti semilavorati;
- prodotti aventi succedanei fabbricati in Tunisia e considerati competitivi;
- prodotti industriali “sensibili”, cioè prodotti semilavorati che hanno equivalenti nel Paese o che sono prodotti localmente e in grado di far concorrenza ai prodotti europei.
E’ importante richiamare l’attenzione sul fatto che l’Accordo non riguarda le importazioni di perfezionamento fatte dalle società in regime di off-shore.
Nel settore agroalimentare lo smantellamento ha interessato solo la componente industriale, mentre quella agricola é stata esclusa dal processo per consentire da un lato, la salvaguardia dei prodotti locali e dall’altro, una maggiore competitività dello stesso settore industriale. Infine, é stata definita una lista “negativa”, contenente i beni non interessati dallo smantellamento tariffario (annesso 6 dell’Accordo).
La prossima tappa dei negoziati con l’Unione Europea riguarderà la liberalizzazione degli scambi nel settore agricolo ed in quello dei servizi. Sin dall’inizio dell’anno, la stampa ha colto ogni occasione utile per mettere in evidenza la realizzazione della zona, esaltando gli sforzi messi in campo da questi ambienti politico ed economico per rispettare la scadenza. L’accordo di associazione con l’Europa ha avuto un impatto positivo su questa economia ed ha stimolato l’aumento di competitività delle imprese, dando una spinta agli scambi commerciali tra la Tunisia e l’UE, che rimane il primo partner commerciale del Paese.
Il lungo periodo transitorio ha infatti permesso la messa in atto di un processo di smantellamento tariffario progressivo, durante il quale la Tunisia non ha ricorso alle misure protezionistiche previste nell’accordo. Il processo di adeguamento volto all’ingresso nella zona ha interessato tutti i settori produttivi, comprendendo la progressiva liberalizzazione dei commerci interni ed esteri, la privatizzazione di alcune delle più importanti società statali, la riforma fiscale, la promozione delle reti di comunicazione e delle nuove tecnologie, la modernizzazione di porti ed aeroporti, la riforma del settore bancario, dell’istruzione e della formazione professionale e la creazione di centri d’affari a livello regionale.
Primo tra i Paesi della sponda sud del Mediterraneo ad aver realizzato le diverse tappe di attuazione di una zona di libero scambio con l’UE, la Tunisia si è dotata di importanti programmi di accompagnamento tra i quali spicca il programma nazionale di adeguamento delle imprese ai moderni standard industriali (3470 imprese aderenti, delle quali 750 hanno ottenuto la certificazione ISO 9001).
Il Paese è arrivato ad occupare oggi il primo posto nella regione in termini di migliori risultati ottenuti a livello macro economico ed è stato classificato dal rapporto mondiale sulla competitività del Forum di Davos (2007-2008) primo nel Maghreb e in Africa, terzo nel mondo arabo e trentaduesimo a livello mondiale, su centotrentuno Paesi classificati
Fonte:
Ambasciata d’Italia a Tunisi