04 set 2023 09:03 4 settembre 2023

La resilienza delle esportazioni italiane

di lettura

Banca d’Italia ha pubblicato il report “Esplorando la recente resilienza delle esportazioni italiane di beni: competitività, intensità energetica e strozzature dell’offerta” (EN).

La resilienza delle esportazioni italiane

La prima ondata della pandemia, nel 2020, ha interrotto solo temporaneamente la ripresa delle esportazioni di beni dell’Italia registrato nel decennio precedente.

Dopo una rapida ripresa nel 2021, la crescita delle esportazioni italiane nel 2022 ha superato quella tedesca di 4,5 punti percentuali in termini di volume e quella spagnola di oltre 3 punti.

Variazioni annuali delle esportazioni di beni (In volume - %)

 

Italia

Francia

Germania

Spagna

2019

1.1

1.8

0.6

0.8

2020

-9.2

-15.2

-8.3

-8.8

2021

13.8

7.2

10.3

10.6

2022

6.1

4.7

1.6

2.8

Fonti: ISTAT, EUROSTAT

Secondo le autrici Simona Giglioli e Claire Giordano, per spiegare l’ottima performance delle esportazioni italiane e la loro maggior resilienza rispetto a Francia, Germania e Spagna, bisogna considerare tre fattori principali:

  1. la dinamica della competitività dei prezzi (tassi di cambio effettivi)
  2. gli sviluppi nel settore manifatturiero distinguendo tra settori energivori (EI) - prodotti chimici, metalli di base, altri metalli non metallici e carta più colpiti dalla crisi energetica - e settori non energivori (NEI)
  3. l’incidenza delle strozzature dell’offerta globale nei vari settori.

L’andamento della competitività dei prezzi in Italia è stato particolarmente favorevole. Metà del guadagno dell’Italia è stato spiegato dalla debole dinamica dei prezzi alla produzione rispetto ai principali partner commerciali europei.

Inoltre, le esportazioni manifatturiere  italiane non sono fortemente orientate verso i settori energivori. Il contributo negativo delle industrie EI alla crescita aggregata delle esportazioni è stato più limitato rispetto a quello della Germania.

Infine il manifatturiero italiano è stato significativamente meno colpito dalla carenza di materiali e attrezzature. Secondo l'indagine della Commissione europea sulle imprese, nel 2022 la quota di imprese italiane per cui la carenza di materiali e attrezzature era un fattore chiave che ha limitato l'aumento della produzione ha raggiunto il 18% (dal 10% dell’anno precedente); comunque al di sotto delle quote riportate per le altre economie dell’area euro.

I settori più colpiti in Italia, con oltre il 30% delle imprese che hanno segnalato carenze di offerta, sono stati macchinari, computer e materiale elettrico. Queste quote erano molto più elevate negli altri paesi, e in particolare in Germania, dove si aggiravano sul 90%.

A livello geografico, la crescita dell’export nel 2022 ha coinvolto tutti i principali mercati, a parte la Russia dove le vendite sono diminuite drasticamente dopo l’invasione dell’Ucraina e le conseguenti sanzioni, e la Cina, dove la domanda è stata compromessa dalle misure di contenimento della pandemia  durante gran parte del 2022.

La Turchia e gli Stati Uniti sono tra le destinazioni verso le quali le esportazioni italiane sono aumentate maggiormente grazie anche al deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro statunitense.

Fonte: Banca d’Italia (Esplorando la recente resilienza delle esportazioni di beni italiane -ISSN 1972-6643 online)

 

 

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