Dopo un anno e mezzo duro anche per il settore alimentare italiano, Federalimentare prospetta un secondo semestre che dovrebbe consolidare il tasso di espansione a due cifre fino ad arrivare all'obiettivo dei 50 miliardi entro fine anno.
Sempre più consumatori in tutto del mondo apprezzano i prodotti del food & beverage italiano. Tra i mercati in cui l'Italia ha esportato di più nel periodo gennaio-aprile ci sono:
- gli USA, che hanno fatto registrare un +6,4%, dopo il -1,6% dei primi tre mesi
- in Europa, la Germania (+2,8%) e la Francia (+2,0%) hanno rafforzato nel quadrimestre le precedenti dinamiche trimestrali e la Svizzera ha messo a segno nel quadrimestre un +11,2%, dopo il +5,7% trimestrale
- la Russia, con un +18%, dopo il +11,6% trimestrale, a dispetto dell'embargo
- in estremo Oriente la Cina (+50,2%), la Corea (+52,4%), il Vietnam (+37,3%) e la Malaysia (+36,6%).
Export formaggi I semestre 2021
Secondo dati Ismea l’export di formaggi italiani, dopo la lieve flessione in valore del 2020, registra nel primo semestre un incremento sia nelle quantità (+11%) che in valore (+13%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
A favorire il rimbalzo è stata la ripresa dei consumi fuori casa nei principali Paesi clienti, dopo l'allentamento delle misure restrittive determinate dalla pandemia e, per quanto riguarda gli Stati Uniti, la rimozione dei dazi che da ottobre del 2019 a febbraio 2021 hanno gravato sui formaggi diretti verso il mercato statunitense.
Nel 2020, nonostante le difficoltà del periodo pandemico e il forte rallentamento del commercio mondiale l'Italia ha esportato 463 mila tonnellate di formaggi e latticini (+1,7% sul 2019) per un controvalore di 3,1 milioni di euro (-3%), mantenendo il titolo di terzo esportatore mondiale, dietro Germania e Paesi Bassi e confermandosi il primo fornitore di due destinazioni strategiche come Francia (principale mercato di sbocco del comparto a livello globale) e Stati Uniti (primo Paese acquirente a livello extra Ue ).
Le dinamiche positive riscontrate a valle della filiera, sia sul fronte estero sia in termini di domanda domestica, nascondono tuttavia forti criticità nelle fasi più a monte a causa dei consistenti rincari dei costi delle materie prime.