In questo articolo abbiamo approfondito il settore del tè e le sue opportunità di business per le imprese italiane.
Settori agricoli di maggior interesse
Secondo la “Kenya Vision 2030” il settore agricolo è classificato tra i settori di maggior importanza del paese in termini di sviluppo economico e, in particolare, il paese si sta concentrando su sei sottosettori principali:
- colture industriali (in particolare tè e caffè)
- colture alimentari
- orticoltura
- allevamento
- pesca
- silvicoltura.
In questo articolo abbiamo approfondito il settore del tè e le sue opportunità di business.
Il settore del tè
Il Kenya è il primo esportatore di tè al mondo, raggiungendo circa 441 milioni di Kg all’anno che rappresentano circa il 22% delle esportazioni globali di tè. Questo settore impiega più di 3 milioni di persone all’anno e costituisce il 4% del Prodotto Interno Lordo (PIL) del paese. Negli ultimi dieci anni, la produzione globale di tè ha superato la domanda di circa il 2,4% all’anno e si prevede una crescita annua di circa l’1,8% nel decennio a seguire. Il mercato del tè è tuttavia fortemente legato al Dollaro americano (USD) che negli ultimi anni ha fatto fluttuare i prezzi e quindi anche i guadagni di questo settore in maniera considerevole. Proprio per questo, il paese ha deciso di intraprendere delle iniziative coraggiose per rimanere leader in un mercato che conta molto in termini di impiego e capacità produttiva.
Il Kenya produce principalmente il “Black Tea” o “CTC (Crush, Tearl, Curl)”, il tè che siamo abituati a bere anche noi sulle nostre tavole in Italia. Negli ultimi anni però, il paese ha iniziato a cercare nuovi sbocchi ed usi per questo importante prodotto, puntando su nuove idee e risorse da indirizzare verso un settore dove si avverte il bisogno di creare un valore aggiunto nel mercato mondiale.
Infatti da qualche anno in Kenya gli agricoltori di tè stanno sperimentando la coltivazione e produzione di “Specialty Tea” o tè speciali come ad esempio il “Purple tea” o “tè viola”, una coltura nuova nel mercato globale che ha delle qualità nutritive diverse dal normale “Black tea” e delle applicazioni in diversi settori. Rimane tuttavia un territorio poco esplorato (solo il 6% della produzione locale è “Purple tea”) con margini di espansione molto alti.
Nuova coltura in Kenya: Il “Purple Tea”
Il Kenya è l’unico paese al mondo dove si coltiva il “Purple Tea”. Questa coltura è stata studiata e sperimentata dal Kenya Tea Research Institute per 25 anni ed ha un prezzo di vendita di 3 o 4 volte superiore rispetto al tè normale.
Il Purple tea ha ottime qualità benefiche ed é ricco di antociani e contiene un bassissimo livello di catechine e di caffeina. Inoltre, ha un alto contenuto di antiossidanti che forniscono benefici anti-cancro, migliorano la vista, ed è indicato per le persone con un alto livello di colesterolo. Il Purple tea aiuta il metabolismo di zuccheri nel sangue.
Oltre all’industria del tè, ci sono altri settori interessati al Purple Tea per le sue proprietà:
- Applicazioni nel campo cosmetico e farmaceutico: studi scientifici dimostrano che gli estratti di Purple tea possono essere applicati per migliorare la qualità della pelle (anti invecchiamento e sbiancamento della pelle) e aiutano a migliorare l’umore dei soggetti che assumono questi prodotti.
- Applicazioni in campo nutrizionale: le sue qualità antiossidanti permettono all’estratto di Purple Tea e alla polvere ricavata dalle foglie di essere utilizzata nella industria del “Food & Beverage” per migliorare le proprietà dei cibi e bevande. Inoltre le sue qualità rendono i prodotti a base di Purple Tea interessanti per le diete anti-obesità.
Nuovi orizzonti e opportunità di business per le imprese italiane
Le opportunità di investimento nel settore dell’agribusiness in Kenya, così come in molti altri paesi africani, sono concrete. Il continente, e soprattutto il Kenya, è in pieno processo di industrializzazione e con la crescita della classe media stanno crescendo anche le opportunità di business per chi vuole collaborare con interlocutori locali che non hanno il “know how” o le risorse adatte da investire per sviluppare questi nuovi mercati.
Molte multinazionali sono da anni presenti in Kenya con grandi investimenti nel settore del tè come Unilever, Finlays ed altri. A parte questi grandi “players”, si sta sviluppando un movimento importante di proprietari di coltivazioni di tè, fondi di investimento e cooperative locali che si stanno attrezzando per la costruzione di piccole e medie industrie cercando partners internazionali interessati ad investire nel paese o anche a collaborare per la realizzazione di queste industrie nel campo dell’ingegneria, costruzione e per la fornitura di macchine per la lavorazione e “packaging” del Tè. Qualità tecniche e risorse finanziarie possono essere di enorme interesse per il mercato locale.
Studi di mercato, marketing internazionale, consulenza tecnica, fornitura di macchinari con tecnologie avanzate e applicazioni di green technologies sono dei settori dove le imprese italiane possono trovare spazio e collaborare con i principali attori locali per sviluppare sinergie importanti ed apportare un valore aggiunto tipico del made in Italy.
Luca Costa