Raccolti finalmente i dati dell’ultimo mese del 2024, si possono tracciare i primi bilanci relativi alle performance del nostro paese.
Secondo quanto diffuso dall’Istat sul commercio estero dell’Italia, nel 2024 sono stati esportati beni per 305,3 miliardi di euro verso i soli Paesi EXTRA UE, registrando – rispetto al 2023 – un incremento del +1,16%. Si tratta del valore più alto raggiunto dalle esportazioni italiane verso i Paesi extra UE negli ultimi dieci anni.
Sempre nel 2024, l’Italia ha, invece, importato beni per 240 miliardi di euro, registrando rispetto al 2023 una contrazione del -6,2% (da -20,3% nel 2023).
Nel 2024 si è registrato quindi un saldo commerciale positivo con i Paesi EXTRA UE pari a +65 miliardi di euro, in crescita rispetto al risultato di +45,6 miliardi del 2023.
A livello geografico, l’Istat ha comunicato i dati relativi ai soli principali partner commerciali EXTRA UE dell’Italia, mostrando che l’incremento in valore delle esportazioni ha coinvolto in particolare Turchia (+23,9%), Paesi ASEAN (+11%), Paesi OPEC (+6,6%), Medio Oriente (+5,5%), Regno Unito (+5,1%), Paesi MERCOSUR (+4,6%), Giappone (+2,5%) e India (+1%). Istat ha evidenziato, invece, una diminuzione delle esportazioni verso Cina (-20%), Russia (-7,6%), Stati Uniti (-3,6%) e Svizzera (-0,9%).
Per cercare di intendere quali possano essere le più recenti tendenze in materia di export, considerando quindi il solo mese di dicembre 2024 rispetto al dicembre del 2023, si può evidenziare come le esportazioni italiane verso i Paesi EXTRA UE abbiano registrato un aumento del +3,9%, dovuto soprattutto alle maggiori vendite di beni di consumo (+16,2%).
In parte, visto il clima commerciale internazionale, potrebbero aver contribuito ad alcune esportazioni le aspettative degli operatori di settore rispetto alla prossima introduzione di misure doganali: ad esempio, l’Osservatorio di Unione Italiana Vini, ha comunicato come alla fine dello scorso anno ci sia stata una repentina impennata di ordini di alcuni prodotti vitivinicoli da parte degli operatori statunitensi, con tutta probabilità dovuta ai risultati delle elezioni e al probabile innalzamento di una qualche barriera daziaria da parte degli Stati Uniti.
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