Il 7 ottobre, il Presidente dell’Istituto nazionale di statistica, è stato ascoltato nell’ambito dell’esame del Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029 da parte delle Commissioni riunite "Bilancio, tesoro e programmazione" della Camera dei Deputati e "Programmazione economica, bilancio" del Senato della Repubblica.
In quell’occasione, il Presidente dell’ISTAT Prof. Francesco Maria Chelli ha rivisto, aggiornato e arricchito il quadro sull’andamento dell’economia internazionale e nazionale che l’Istituto nazionale di statistica aveva diffuso lo scorso 10 settembre, grazie alle più recenti informazioni disponibili.
Da quanto comunicato alle Commissioni, emerge un quadro aggiornato dei principali elementi dell’economia internazionale:
- la fase ciclica delle principali economie rimane moderatamente espansiva;
- le previsioni, che per l’economia globale possono essere ritenute moderatamente positive, con l’OCSE che stima una crescita del Pil mondiale del 3,2% sia per il 2024 che per il 2025, mantengono un certo livello di incertezza, a causa dei fattori di tensione geopolitica che interessano diverse aree, settori e mercati;
- le prospettive per il commercio internazionale per i prossimi mesi sono in leggero peggioramento, visto che i costi di spedizione restano elevati e l’indice globale dei manager degli acquisti (PMI) per i nuovi ordini all’esportazione, un indice che generalmente anticipa la tendenza del commercio internazionale, è sceso a giugno al di sotto della soglia dei 50 punti (49,7), peggiorando ulteriormente in agosto (48,9) e in settembre (48,4);
- il prezzo del Brent si è ridotto tra luglio e settembre, per l’indebolimento della domanda cinese, le scorte elevate e l’aumento della produzione; l’escalation delle tensioni in Medio Oriente ha aumentato la volatilità delle quotazioni spot del petrolio, che si sono tuttavia mantenute su valori inferiori a quelli medi del secondo trimestre;
- i listini del gas naturale hanno mostrato una tendenza al rialzo: nel terzo trimestre l’indice è stato superiore ai valori del primo e del secondo.
Nell’ambito dell’Audizione del Prof. Francesco Maria Chelli, sono stati forniti anche tratteggiati gli elementi principali dell’interscambio commerciale del nostro paese:
- nel complesso, nei primi sette mesi del 2024 le esportazioni in valore sono rimaste invariate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre le importazioni sono diminuite del 5,6%;
- nel periodo gennaio-luglio si è registrato un calo delle vendite di prodotti italiani in Francia (-2,1%) e Germania (-5,4%), a fronte di un aumento di quelle dirette verso la Spagna (+4,0%), i Paesi Bassi (+5,0%) e la Polonia (+1,8%); le vendite verso l’Ue si sono contratte (-1,6%);
- sempre nel periodo gennaio-luglio, sono stati misurati un incremento delle vendite dirette verso gli Stati Uniti (+3,3%), il Regno Unito (+3,5%) e la Turchia (+24,5%), e una contemporanea riduzione dei flussi diretti verso altri principali partner quali Cina (-26,3%), Russia (-9,4%) e Svizzera (-5,3%); nel complesso, le vendite verso paesi extra-Ue sono comunque aumentate (+1,8%).
Nell’ambito della medesima audizione, sono stati sintetizzati alcuni elementi chiave di mercati di sicuro interesse per le imprese italiane:
- in Cina, il Pil ha rallentato consistentemente nel secondo trimestre dell’anno in corso, anche a causa della persistente crisi immobiliare, che ha influito negativamente sui consumi;
- negli Stati Uniti, la crescita dell’attività economica è risultata più elevata di quella osservata nel primo trimestre, sostenuta dalle spese di consumo per beni e servizi, dalle scorte e dagli investimenti in macchinari; la crescita del Pil negli Stati Uniti dovrebbe però rallentare nei prossimi trimestri (+2,6% nel 2024, +1,6% nel 2025);
- le prospettive per l’area euro appaiono stabili, seppure con un’elevata variabilità a livello nazionale: si prevede una crescita del PIL del +0,7% nel 2024 e del +1,3% nel 2025.; la crescita nell’area euro resta quindi modesta, con consumi ed investimenti non ancora sospinti dal calo dell’inflazione e dalla riduzione dei tassi di interesse, con alcune asimmetrie tra i paesi dell’area euro (mercato tedesco più in difficoltà, mercato spagnolo più vivace) e in attesa dei positivi effetti dell’ulteriore recupero dei redditi reali.
Nel documento diffuso poi dall’ISTAT e relativo a quanto comunicato alle Commissioni riunite il 7 ottobre, c’è anche spazio per un approfondimento sul settore turistico: nel 2023, in base ai dati definitivi, le presenze turistiche in Italia sono aumentate dell’8,5% rispetto al 2022 e a tale aumento ha contribuito quasi esclusivamente la crescita dei flussi dei clienti non residenti (+16,5%); questo dato è ulteriormente riscontrabile nei dati provvisori del 2024, riferiti al periodo gennaio-luglio, che riportano un sostanziale incremento delle presenze dei clienti non residenti (+5,0% rispetto allo stesso periodo del 2023), una corrispondente flessione di quelle dei residenti (-4,3%) e un aumento complessivo dello 0,7%.
Fonte: Istat