L’economia creativa è uno dei settori dell’economia mondiale in più rapida crescita grazie all’integrazione tra cultura e digitale. Piattaforme e streaming sempre più decidono gli equilibri del mercato globale dell’intrattenimento.
Il mercato musicale, ad esempio, è cresciuto del 9% nel 2022 arrivando a 26,2 miliardi di dollari e lo streaming in abbonamento è aumentato del 10.3% a 12,7 miliardi di dollari, raggiungendo 589 milioni di clienti, rappresentando il 66,7% dei ricavi totali dell’industria discografica.
Anche l’industria dell’audiovisivo ha modificato il proprio modello di business e proprio lo streaming è oggi considerata priorità strategica. Con ricavi globali di circa 79 miliardi di dollari lo streaming, oltre alle grandi realtà consolidate come Netflix, guarda alle nuove applicazioni mobile come Kodi e Popcornflix.
Negli ultimi 5 anni, i videogiochi hanno registrato una crescita costante e maggiore tra tutti i settori culturali e creativi a livello globale, con un fatturato che nel 2022 è stato di 92,3 miliardi di dollari.
In Italia il settore dei videogiochi e software contribuisce alla ricchezza della filiera con 14,6 miliardi di euro di valore aggiunto (il 15,3% dell’intera filiera, +9,6% rispetto al 2021). Il comparto cresce anche in termini di giro d’affari delle imprese produttrici di videogiochi (+30% rispetto al 2021) e di export nei mercati extra UE, in particolare in Nord America (40% del fatturato delle imprese italiane).
Comparti del settore culturale e creativo
Nel Rapporto Io sono cultura 2023 le attività economiche che rientrano all’interno del Sistema Produttivo Culturale e Creativo (SPCC), sono suddivise in sette macro-domini:
- Architettura e design
- Comunicazione
- Audiovisivo e musica
- Videogiochi e software
- Editoria e stampa
- Performing arts e arti visive
- Patrimonio storico e artistico.
In Italia, sono 1.490.738 i lavoratori della filiera (+3% rispetto al 2021), 275.318 le imprese (+1,8% nel 2022) e 37.668 le organizzazioni non-profit che si occupano di cultura e creatività (il 10,4% del totale delle organizzazioni non-profit).
La filiera nel 2022 ha generato un valore aggiunto pari a 95,5 miliardi di euro (+6,8% rispetto all’anno precedente, +4,4% rispetto al 2019). Complessivamente, per ogni euro di valore aggiunto prodotto dalle attività culturali e creative se ne attivano altri 1,8 in settori economici diversi, come quello turistico, dei trasporti e del made in Italy, per un valore pari a 176,4 miliardi di euro.
Turismo culturale
Il turismo culturale è una forma di turismo incentrata sulla scoperta della cultura, della storia, dell’arte e delle tradizioni di una destinazione. Queste attività generano una spesa turistica che contribuisce all’economia dei luoghi visitati e possono includere: visite a musei, siti storici, monumenti, gallerie d’arte, festival culturali, spettacoli teatrali, concerti, eventi artistici e altre esperienze legate alla cultura.
A livello nazionale, la spesa complessiva sostenuta da turisti con consumi culturali (che include l’alloggio, ma anche le altre spese sul territorio) sfiora i 35 miliardi di euro nel 2022, pari al 44,9% della spesa turistica complessiva. Tale ammontare è generato da oltre 243 milioni di presenze turistiche che hanno incluso nella propria esperienza di visita consumi legati alla cultura (il 31,4% delle presenze turistiche totali).
Il 34,6% delle presenze di origine straniera è da ricondurre a soggetti i cui consumi sono stati generati da almeno un’attività legata alla cultura (contro il 29,1% degli italiani), originando una spesa che incide per il 47,8% sulla spesa connessa al complesso dei turisti stranieri (il 42,2% tra gli italiani).
Tra le presenze straniere, si riscontra anche una quota più elevata di quelle relative a coloro che scelgono la destinazione di viaggio attratti dalla ricchezza del patrimonio storico e artistico offerto (il 19,7% a fronte del 17,4% di italiani).
Fonte: Io sono cultura 2023 – Fondazione Symbola e Unioncamere (ISBN 9788899265915)