7 settembre 2016

India: business più facile grazie ad un’importantissima semplificazione fiscale

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Una nuova importantissima legge varata dal Governo indiano per la crescita. Lo scorso 3 agosto, la Camera Alta del Parlamento indiano ha approvato la GST (Good and Services Tax, ovvero l’imposta sui beni e servizi), che già si configura come una delle più grandi riforme legislative varate in India dopo l’apertura dell’economia del 1991.

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L’attuale ministro delle Finanze, Arun Jaitley, ha comunicato che la nuova legge entrerà in vigore a partire dal 1 aprile 2017, in coincidenza con il nuovo anno fiscale. 

Si tratta di una misura già proposta per la prima volta nell’anno fiscale 2006-07, ma che in quella circostanza andò incontro ad una serie di difficoltà e non fu più realizzata; dieci anni più tardi il Governo Modi, dopo mesi di difficili negoziazioni, è riuscito a farla approvare e a raggiungere tale importante obiettivo.

La GST si preannuncia di particolare importanza per l’economia Indiana. Nello specifico, attraverso l’implementazione di tale riforma, si intende sostituire tutte le imposte indirette, locali e centrali già esistenti (tra cui Excise Tax, Sales Tax e Service Tax) con un’unica tassa più bassa, la GST appunto: in questo modo sarà più facile attuare i necessari controlli tributari, scoraggiando l’evasione fiscale

Ma come funzionerà da un punto vista pratico? 

La GST si configura come imposta sui consumi e sarà applicata a beni e servizi nel momento in cui avviene il consumo finale: sarà inclusa all’interno del prezzo di beni e servizi a valore aggiunto, in ogni singolo step di acquisto o vendita di beni all’interno dell’intera catena produttiva. Il produttore, il grossista o il rivenditore pagheranno questa imposta, che potrà tuttavia essere rimborsata essendo soggetta a detrazione fiscale; sarà dunque il consumatore finale colui che pagherà effettivamente l’imposta. Attraverso tale meccanismo si eviterà “l’effetto a cascata” della tassazione, evitando di pagare imposte su imposte. 

L’obiettivo di New Delhi è quello di creare uniformità: la GST sarà infatti unica per tutti i beni e servizi, quindi il Governo Centrale e tutti gli Stati indiani tasseranno beni e servizi con la stessa imposta. Ad esempio, se il 20% è la percentuale accordata per un certo bene, il Governo Centrale e gli Stati riscuoteranno entrambi il 10% e il ricavo ottenuto sarà diviso tra le due parti. 

A tal proposito, è stato calcolato che l’effetto dell’introduzione della GST potrebbe portare ad una riduzione dei prezzi pari al 16%: ciò si tradurrà in un probabile aumento dei consumi e dell’occupazione e in un incremento degli investimenti stranieri.

Questo l’iter previsto dal Governo per l’implementazione definitiva della legge:

  • approvazione da parte delle Assemblee degli Stati federati dell’India. Attualmente, sono otto gli Stati che hanno già approvato la legge (Delhi - NCR, Madhya Pradesh, Assam, Bihar, Jharkhand, Chhattisgarh, Gujarat e Himachal Pradesh) ed ora sarà necessario che l’Assemblea legislativa di ogni singolo Stato approvi la propria proposta di legge relativa alla GST, dal momento che ogni singolo Stato potrà prendere decisioni interne in merito;
     
  • creazione di un comitato speciale per la GST, ovvero un corpo di consiglio che si occuperà di decidere le misure da adottare in merito a tassazione, tariffe ed esenzioni.

Il Governo Modi, dopo la campagna Make in India e le misure incluse nell’ultima Finanziaria, continua nel proprio percorso di forte cambiamento economico del Paese, con l’obiettivo di creare un contesto sempre più aperto, dinamico e favorevole al business. La realizzazione di questa grande riforma agevolerà la crescita dell’economia, l’incremento dei consumi domestici e faciliterà le relazioni commerciali con l’estero, attirando numerosi investitori internazionali.

Alessandro Fichera

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