Per capire se questo mutamento dello stile di vita sarà temporaneo o permanente e delineare gli effetti sull'export delle aziende italiane di questa filiera, abbiamo rivolto alcune domande all’ architetto Wandella Rossi, Chief Architect di un prestigioso studio milanese impegnato in vari progetti internazionali.
Per mettere al centro l’uomo e la relazione con il suo ambiente, non si può che iniziare dal sistema casa. Tralasciando gli aspetti tecnologici, quali saranno i cambiamenti che potremmo immaginare a breve nel mondo dell'abitare?
“Appare evidente come si stiano delineando nuove esigenze spaziali e si stia configurando una nuova domanda che sarà in grado di influenzare il mercato immobiliare, imponendo caratteristiche diverse basate sull'esperienza delle restrizioni, rivalutando gli spazi esterni sia come aree private pertinenti agli appartamenti che come spazi condominiali condivisi.
Per esempio, un filone di sensibilità green che negli ultimi anni si stava già consolidando (vedi i cosiddetti "tetti verdi") ma limitatamente a un aspetto di contenimento energetico, troverà una sua funzionalità sociale nel senso di sfogo e vivibilità degli spazi esterni, tradizionalmente minimizzati dagli investitori per ovvie logiche commerciali.
Oggi questi assetti devono essere fortemente rivisti in un'ottica non più di rischio, ma di opportunità, Questa nuova richiesta sta nascendo in Italia, ma è sicuro che si rifletterà sulla domanda globale, sia per necessità comuni legate all'estensione planetaria della minaccia pandemica, sia per il fatto l'Italia è sicuramente un punto di riferimento per l'intero settore.
Come l’esperienza delle restrizioni sta mutando il nostro modo di vivere gli spazi interni?
Credo sia sempre più necessario pensare a sistemi di flessibilità spaziale all'interno dell'abitazione. Il concetto, magari molto metropolitano, del vado a casa, dormo ed esco avrà un forte ribaltamento. In casa dovranno convivere esigenze anche conflittuali, quali lavoro, studio, divertimento e addirittura sport, con spazi dedicati in superfici spesso contenute.
Quindi un filone di ricerca, sperimentazione e innovazione sarà tutto quello che riguarda la flessibilità, la multifunzionalità spaziale e la tecnologia integrata, quali pareti scorrevoli, mobili trasformabili, tavoli telescopici, elementi a scomparsa in genere, il tutto condito da una giusta dose di domotica...
Dall'Italia, che possiede know-how, creatività e capacità produttiva nel campo del sistema arredo sia fisso che mobile, partirà questa tendenza che influenzerà sicuramente la progettualità mondiale. Ritengo che sia un treno assolutamente da prendere per le nostre aziende che fanno dell'export la maggior parte del fatturato.
Per i progetti iniziati o pensati in tempi pre-Covid ci saranno variazioni significative?
Questi nuovi orientamenti, che stanno diventando un must, per gli studi di architettura più qualificati erano un plus che già fornivano prima, e quindi non vedo grossi cambiamenti progettuali. I progetti invece che non hanno tenuto in debita considerazione queste esigenze, dovranno essere rivisti.
Uno dei settori più importanti è rappresentato dal Contract Alberghiero, segmento che anticipa le soluzioni tecnologiche più innovative e sostenibili in cui si sperimentano le ultime tendenze espressive. Quali sviluppi prevede?
L'Intelligenza Artificiale è già entrata prepotentemente negli spazi di accoglienza dell'ospite: possiamo prevedere un ulteriore impulso all'organizzazione di un ricevimento che possa attuarsi anche senza contatto umano, attraverso dispositivi elettronici che permettano check-in e check-out digitali.
Analogamente, potrebbe verificarsi un processo di minimizzazione della presenza di porte con maniglie, sostituite da porte automatiche per evitare i contatti, e l'introduzione di assistenti vocali e sensori sempre più smart che riducano al massimo il passaggio di germi su pulsanti e tastiere, interruttori e telecomandi, oltre all'utilizzo di nuovi materiali igienizzanti fino all'applicazione di trattamenti e sanificazione dell'aria.
Saranno nuovi filoni di ricerca che troveranno presto applicazione in primis proprio nel mondo Contract per rendere più sicuri gli spazi di lavoro e della vita quotidiana e permetterci di riappropriarci della socialità nel post-pandemia.
Lo studio di progettazione è il link tra aziende produttrici e investitori. Le aziende italiane sono consapevoli della centralità di questo legame? Come consolidare i rapporti con la Progettazione?
Succede spesso che le aziende rimangano chiuse nel loro mondo e comunichino poco. Per accedere alle caratteristiche dei loro articoli (con cataloghi tipicamente troppo visivi e poco tecnici), siamo costretti a fare tour arzigogolati tra le pagine del loro sito web, compilando form a più campi che richiedono password e loro conferme, col risultato di scoraggiare anche il più meticoloso dei designer.
In un momento di così forte cambiamento l'azienda dovrebbe agevolare il più possibile il contatto con chi per primo intuisce ed eccepisce i nuovi trend progettuali e conseguentemente gli sviluppi commerciali più all’avanguardia.
La comunicazione tra azienda, produzione e progettisti va velocizzata e semplificata al fine di permettere accessi alle informazioni compatibili con le scadenze temporali con le quali il nostro settore è solito confrontarsi. Il mio consiglio è quello di potenziare l'utilizzo della realtà aumentata e delle tecnologie immersive, per creare un rapporto diretto e immediato, se pur virtuale, con il cliente finale.
Fabrizio Fenu