La pandemia ha avuto ricadute maggiori sui viaggi per vacanze rispetto ai viaggi d’affari, sulle vacanze in città d’arte rispetto alle vacanze balneari, sui pernottamenti in albergo rispetto alle altre strutture ricettive.
I viaggiatori per motivi di lavoro sono arrivati a rappresentare quasi un quarto del totale (7 punti percentuali in più rispetto al 2019). La quota di pernottamenti in albergo o in villaggio turistico è scesa al 30,9 per cento nel 2020 (da quasi il 50 per cento nel 2019) a vantaggio di case in affitto e di altre strutture più adatte a preservare il distanziamento sociale.
Il calo delle entrate e degli afflussi turistici è stato maggiore per i viaggiatori provenienti dai paesi esterni alla UE, a causa delle più severe restrizioni all’ingresso e della maggiore distanza geografica. Tra i paesi europei è cresciuto il peso degli arrivi da quelli confinanti.
Nel 2020 anche i viaggi degli italiani all’estero sono notevolmente diminuiti (-63,9 per cento rispetto all’anno precedente), con una contrazione di circa due terzi della spesa (da 27,1 a 9,6 miliardi di euro). La Francia, con oltre un quinto dei pernottanti, è rimasta la meta preferita dai turisti italiani, favorita dalla vicinanza territoriale; la Spagna è stata invece superata dalla Germania.
Nei primi quattro mesi del 2021 i flussi turistici internazionali in entrata e in uscita dall’Italia hanno continuato a mantenersi su livelli molto ridotti, risentendo delle condizioni epidemiologiche e delle restrizioni alla mobilità internazionale. Le informazioni disponibili indicano tuttavia una netta ripresa delle presenze di viaggiatori stranieri dalla fine di aprile, in particolare di quelli provenienti dai paesi dell’Unione europea.
Un ulteriore slancio dovrebbe derivare dall’introduzione del cosiddetto Green pass e di altre misure volte ad agevolare gli spostamenti nel territorio europeo, nonché dalla possibile ripresa dei flussi turistici dagli Stati Uniti.
Confronto internazionale
In un contesto di crollo globale dei flussi turistici, la quota di mercato dell’Italia sulle entrate mondiali da turismo internazionale è cresciuta dal 3,4 al 3,7 per cento, consolidando la quinta posizione a livello globale, a fronte dei più marcati aumenti delle quote di Francia e Germania e del calo significativo di quella della Spagna.
Il numero di visitatori pernottanti è diminuito del 61 per cento in Italia, meno che per i principali concorrenti (-72,9 per cento a livello mondiale).
Il surplus della bilancia turistica dell’Italia in rapporto al PIL, pur dimezzatosi allo 0,5 per cento, rimane superiore alla media europea.
Quasi un quarto della contrazione della spesa mondiale per turismo internazionale nel 2020 è riconducibile ai viaggiatori provenienti dalla Cina e dagli Stati Uniti; questi ultimi sono stati superati dai turisti tedeschi al secondo posto nella graduatoria della spesa per viaggi all’estero, ancora dominata dalla Cina.
Principali destinazioni del turismo internazionale

Fonte: Banca d’Italia