8 settembre 2020

Global Attractiveness Index 2020

di lettura

Presentati i risultati del GAI 2020, studio realizzato da The European House - Ambrosetti con Aviva Assicurazioni in Italia, Philip Morris Italia e Toyota Material Handling Italia.

Global Attractiveness Index 2020

Il Global Attractiveness Index (GAI) mappa 144 economie del mondo e disegna la “geografia dell’attrattività”. Fornisce una chiave di lettura oggettiva e quantitativa per valutare e comparare differenti sistemi economici. Il GAI è un indice relativo che confronta ogni economia con “il risultato migliore”- nel 2020, ancora la Germania - prendendo a riferimento quattro macro-aree: apertura, innovazione, dotazione ed efficienza.

Nel 2020 il Gruppo di ricerca ha deciso di rafforzare il sotto-indice Sostenibilità, attraverso l’introduzione di due indicatori aggiuntivi, disponibili a livello globale: emissioni di CO2 pro capite e decessi legati all’inquinamento. Il GAI pone la sostenibilità al centro delle agende delle imprese e dei Governi e ne rafforza il posizionamento strategico per la determinazione delle politiche industriali per il prossimo decennio.

Classifica GAI 2020

Al 1° posto si conferma la Germania, seguita da Stati Uniti e Singapore che guadagna tre posizioni rispetto al 2019. Il Giappone scende dal  3° a 4°posto e il Regno Unito dal 4° al 5°.

Per l’Unione Europea (UE) si registra una diminuzione dell’attrattività:

  • negli ultimi 10 anni la percentuale europea di Investimenti Diretti Esteri sul totale globale è diminuita dal 43,7% al 30,7%
  • negli ultimi cinque anni, il 50% dei Paesi europei ha perso posizioni nel ranking totale (tra questi vi sono anche la Francia -5 e la Spagna -1, che nel GAI 2020 esce dalla Top 25 dei Paesi più attrattivi a livello globale.

Dopo i passi avanti fatti con l’approvazione del Piano Next Generation EU sono auspicabili: la promozione di una maggiore armonizzazione fiscale e normativa, la creazione di un mercato unico dell’energia e di una maggiore integrazione bancaria, una centralizzazione del debito europeo (finalizzato a specifiche azioni e policy quali green transition e digitalizzazione) e un’armonizzazione  di risorse e strumenti per il welfare state.

Italia

L’Italia è stabile al 18° posto, ma lo score evidenzia una riduzione da 61,15 nel 2019 a 60,36 nel 2020.

L’Italia evidenzia delle criticità soprattutto nella macroarea efficienza. Il Total Tax Rate, per esempio, secondo gli ultimi dati Eurostat, passa dal 53,1% al 59,1%, posizionando il Paese al 129° posto, in peggioramento.

Confermato il “nodo” della Crescita produttività totale dei fattori: nel 2019 la variazione negativa è pari a 0,27, 65° posto nella classifica 2020, in calo rispetto al 2019 (47°).

Il Paese presenta inoltre significativi margini di miglioramento sia in termini di sostenibilità, sia in termini di educazione: se si guarda ai risultati nelle aree del PISA Test Score, l’Italia perde due posizioni e scivola al 28° posto.

Per l’Italia sono auspicabili: la realizzazione di una riforma fiscale finalizzata a raggiungere una maggiore equità e semplificazione; un rilancio del Mezzogiorno (attraverso un vasto programma di perequazione infrastrutturale, edilizia e digitale e il potenziamento della formazione secondaria e terziaria); una strategia nazionale di lungo periodo per lo sviluppo di tecnologie verdi.

Previsioni di breve periodo

Il Rapporto 2020 cerca di cogliere i possibili effetti del Covid-19 sul ridisegno della mappa dell’attrattività. La pandemia inciderà negativamente su tutti i Key Performance Indicator (KPI) del GAI legati agli spostamenti di beni e persone, si contrarranno i KPI legati alla sfera economica (PIL, PNL pro capite, …), ma alcuni indicatori potranno anche essere soggetti a variazioni positive. Il lockdown, ad esempio, ha incentivato l’utilizzo di strumenti digitali e ha contribuito a ridurre emissioni e consumo di materie prime.

Il ribilanciamento delle Global Value Chain potrebbe determinare un ripensamento delle supply chain e la diffusione di nodi logistici a livello regionale.  Le imprese vincoleranno sempre meno i propri successi a un’area geografica specifica o a un Paese in particolare. In tale prospettiva di reshoring, l’Italia sarà chiamata a cogliere tale opportunità per attrarre e promuovere investimenti di imprese italiane e straniere.

Fonte: The European House - Ambrosetti (GAI 2020)

 

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