Messico: buone prospettive per il made in Italy

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Il Messico è l’unico Paese dell’America Latina a essere realmente inserito all’interno delle catene del valore regionali e globali.

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Oltre alla condivisione di quasi 3.200 km di frontiera con gli Stati Uniti, il Messico si affaccia su Oceano Pacifico e Atlantico e ha in vigore 14 accordi di libero scambio con 50 Paesi e 32 trattati di protezione bilaterale degli investimenti con altrettante geografie, inclusa l’Italia.

Con l’entrata in vigore del NAFTA le vendite globali oltreconfine di beni messicani sono passate da $ 61 mld nel 1994 a $ 523 mld nel 2021. Nello stesso periodo l’export messicano verso gli USA è passato da $ 51 mld a $ 386 mld. Risulta pertanto evidente che la crescente apertura al commercio internazionale del Messico è stata rivolta quasi interamente al vicino nordamericano e di ciò hanno beneficiato le catene produttive statunitensi, che soprattutto in alcuni settori sono oggi fortemente integrate (automotive, apparecchi elettrici e elettronica). Il trattato ha subito alcune modifiche, a partire dal nome, ma non è stato stravolto e rappresenta ancora oggi un ancoraggio importante per il Messico che gode di un costo del lavoro competitivo (anche se i ripetuti aumenti dei minimi salariali hanno in parte eroso i vantaggi di costo).

Paese dai solidi fondamentali macroeconomici e dalle istituzioni stabili, il Messico ha il rapporto tra valore aggiunto del settore manifatturiero e Pil più alto tra le grandi economie dell’area (18% a fine 2021) e superiore del 40% rispetto alla media latinoamericana.

Rispetto al decennio precedente i flussi di investimenti non sono fortemente sbilanciati a favore del reinvestimento di profitti, ma sono costituiti per la metà da nuovi investimenti, segno che il fenomeno del nearshoring è in atto. Secondo Bank of America (BofA), il nearshoring può portare le esportazioni messicane a crescere del 30% entro i prossimi 10 anni.

Nel 2021 il flusso di investimenti diretti esteri (IDE) in entrata in Messico è stato pari a $32 mld, al nono posto mondiale, di poco sopra la Germania. La composizione settoriale degli investimenti conferma che sono rivolti a scopi produttivi perché la metà è relativa a manifattura, trasporto e logistica.

Relazioni commerciali Italia-Messico

Nel 2021 il Messico si è confermato quarto mercato di destinazione delle esportazioni italiane nelle Americhe, dietro a Stati Uniti, Canada e Brasile. Il totale dei beni in valore esportato è stato di € 3,9 mld, pari ai livelli del 2019 e non lontano dal record storico di € 4,3 mld del 2018.

Nell’ultimo decennio le esportazioni verso il Messico hanno evidenziato una progressione netta, anche tenendo conto dell’annus horribilis 2020.

Export italiano verso il Messico dal 2010 al 2021 (€ migliaia)

Export Italia Messico

I dati relativi ai primi 9 mesi del 2022 evidenziano una forte crescita rispetto allo stesso periodo del 2021 (+48%) ma in termini di volumi l’aumento è decisamente più ridotto (+10%). Se i flussi degli ultimi tre mesi dell’anno confermeranno i ritmi dei mesi precedenti, il 2022 si chiuderà con il record storico in valore per l’export italiano verso il Messico, intorno a € 5 mld.

Le esportazioni italiane verso il Messico sono ben diversificate. La meccanica strumentale è largamente al primo posto (31,6% nel 2021), sopra il 5% del totale si trovano i prodotti in metallo, i mezzi di trasporto, i prodotti chimici e farmaceutici, la gomma e plastica, il tessile e abbigliamento, gli apparecchi elettrici

Previsioni per il 2023 e 2024

SACE prevede un’ulteriore crescita dell’export italiano verso il Messico del +4,5% nel 2023 e del +4% nel 2024, risultati che potrebbero consolidare l’Italia quale secondo fornitore europeo del Paese dietro la Germania.

L’ulteriore rafforzamento del settore manifatturiero previsto nei prossimi anni, accelerato dal nearshoring, determinerà una crescita della domanda messicana di beni intermedi: a beneficiarne saranno soprattutto la chimica (+5,2% in media annua nel biennio 2023-2024), la gomma e plastica (+4,1%) e i metalli (+4,3%).

I vecchi e “nuovi” settori messicani potranno generare opportunità importanti, per esempio nella fornitura di macchinari a servizio dell’industria alimentare per packaging e imbottigliamento, così come nella fornitura di macchine utensili .

Infine, opportunità importanti proverranno dal settore alimentare e bevande (+4,4% in media). La probabile prossima ratifica dell’aggiornamento dell’accordo di libero scambio tra Ue e Messico potrebbe dare una forte spinta alle nostre esportazioni nel settore considerato il riconoscimento e la tutela di 340 indicazioni geografiche tipiche europee (di cui 64 italiane) e il netto taglio dei dazi in import su prodotti alimentari e bevande.

Fonte: SACE (Messico: un “nuovo” protagonista sulla scena globale? A cura di Davide Serraino)

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