10 giugno 2013

Fare affari in Messico

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Crescono gli investimenti italiani in Messico che è l'ottavo Paese al mondo per attrazione di Investimenti Diretti Esteri.

Fare affari in Messico

L’Ambasciata d’Italia di Città del Messico, l’Ufficio ICE locale, la Camera di Commercio Italiana in Messico, il Desk Italia di PricewaterhouseCoopers (PwC) hanno realizzato una pubblicazione per fornire alle imprese italiane uno strumento utile a comprendere le caratteristiche e le opportunità del mercato messicano.

Pubblichiamo un abstract del primo capitolo che esamina i flussi di investimenti esteri e l’interscambio del Messico con l’Italia e fornisce utili informazioni sulla regolamentazione degli scambi.

Con oltre 116 milioni di abitanti e un PIL di circa 867,4 miliardi di dollari, il Messico rappresenta la tredicesima economia mondiale e la seconda dell’America Latina.

Membro dell’OCSE, del G8+5 e del G20, il Messico può vantare un’economia stabile, un sistema finanziario solido, accordi commerciali con le principali economie mondiali e un clima favorevole alla cultura d’impresa. Fattori che permettono al Paese, secondo uno studio realizzato da A.T. Kearney, di collocarsi all’ottavo posto tra le prime dieci destinazioni nazionali più attrattive per gli investimenti diretti esteri.

Nel biennio 2010-2011, il Messico ha registrato una vigorosa ripresa delle attività economiche dopo la fase di contrazione del biennio 2008-2009.

La crescita del PIL messicano nel 2012 si è attestata sulla soglia del +3%. Gli elevati ritmi di sviluppo delle attività economiche sono riconducibili agli importanti flussi di investimenti diretti esteri, alla vivace domanda internazionale dei prodotti manifatturieri locali, alla vigorosa crescita demografica, agli investimenti pubblici focalizzati sulle infrastrutture di trasporto ed energetiche, al boom degli investimenti nel settore minerario.

Le principali industrie manifatturiere del Messico includono i settori automobilistico e di autoricambi, siderurgico, tessile, alimentare, birrario, vetrario, chimico, petrolchimico e cementiero, e relativo a prodotti per l’edilizia.

La concorrenza con i produttori esteri è cresciuta a causa da un lato della riduzione delle tasse sull’importazione e dall’altro dell’eliminazione, sulla maggioranza dei prodotti, dell’obbligo di documentazione precedente all’importazione.

Il Programma IMMEX (Programa para la Industria Manufacturera, Maquiladora y de Servicios de Exportación) permette l’importazione temporanea di beni i quali dovranno prima essere utilizzati in processi industriali o di elaborazione, trasformazione o riparazione di merci di provenienza estera, e poi esportati, come prodotti finiti o semilavorati, usufruendo di esenzioni di IVA e di dazi.

L’industria di trasformazione, con i suoi stabilimenti maquilas o maquiladoras, ha registrato negli ultimi anni il più alto tasso di crescita del campo manifatturiero. Tali impianti, collocati per lo più vicino alla frontiera statunitense, sono di solito di proprietà di compagnie estere, e mediante il contratto di maquiladora producono semilavorati o prodotti finiti da rispedire alla compagnia madre. Proprio quest’ultima si farà carico di fornire la maggior parte dei macchinari, delle materie prime e delle parti da assemblare, le quali saranno generalmente importate esenti da dazi, essendo sempre rimaste di proprietà dell’azienda con sede fuori dal Messico.

Il principale vantaggio di questo metodo, detto production sharing, consiste nella possibilità di utilizzare la manodopera locale, con i suoi più accessibili costi del lavoro rispetto ai Paesi industrializzati.

Investimenti Diretti Esteri

Il totale degli Investimenti Diretti Esteri (IDE) in Messico nell’anno 2011 è ammontato a 19.439,8 milioni di dollari, in crescita del 9,7% rispetto ai 17.725,9 milioni registrati nel 2010. Il totale degli IDE nel periodo da gennaio a dicembre 2012 è ammontato a 12.659,7 milioni di dollari (USD).

Gli investimenti esteri si sono concentrati in particolare nei seguenti settori:

  • industria manifatturiera (55,7%)
  • commercio (20%)
  • costruzioni (12,9%)
  • altri settori (3,5%).

Nel 2010, l’Italia è stata uno tra i principali investitori esteri del Messico. A contribuire a questo posizionamento è stato il concomitante intervento di tre grandi gruppi italiani, ovvero Tenaris-Ternium (Gruppo Techint), Fiat-Chrysler e Pirelli, i quali hanno complessivamente investito circa 1,63 miliardi di dollari nel Paese.

Il ritorno della grande industria segna un passaggio importante nei rapporti fra Italia e Messico. Per molti anni, infatti, la presenza delle imprese tricolori era risultata meno visibile rispetto a quella di altre nazioni. Anche Luxottica ha potenziato la sua presenza in Messico, con l’acquisito di due catene di negozi specializzati nel segmento sole, per complessivi settanta punti vendita.

Sono inoltre del 2012 gli annunci di nuovi investimenti da parte di Ferrero e di Fiat, rispettivamente riguardo all’apertura di uno stabilimento produttivo a Leon nel Guanajuato e all’avvio della produzione di veicoli Ducato a Saltillo.

Interscambio commerciale con l’Italia

La bilancia commerciale bilaterale è strutturalmente in attivo per l’Italia. Il sistema produttivo messicano è un grande acquirente di tecnologie e macchinari Made in Italy.

  • Nel 2011, l’interscambio bilaterale ha registrato un aumento del 26,4% nelle esportazioni di prodotti italiani in Messico, pari a circa 3,2 miliardi di euro, mentre le importazioni sono ammontate a 995 milioni di euro, in crescita del +60,1% dall’anno precedente.
  • Nel 2012, la bilancia commerciale è stata di nuovo in attivo per l’Italia, visti i quasi quattro miliardi di euro registrati per le esportazioni, contro poco più di un miliardo per le importazioni.

Accordi e trattati commerciali

Il Messico è membro dell’Organizzazione Mondiale per il Commercio (World Trade Organization, WTO) e ha in vigore accordi di libero scambio con oltre quaranta Paesi.

Vari accordi commerciali sono stati stipulati con nazioni quali Stati Uniti e Canada (NAFTA), Guatemala, El Salvador e Honduras (TN), Islanda, Norvegia, Liechtenstein e Svizzera (EFTA), Colombia (G2), Bolivia, Costa Rica, Cile, Israele, Nicaragua, Uruguay, Giappone e Unione Europea.

Il Messico è membro fondatore del Latin American Free Trade Association (LAFTA) e del successivo Latin American Integration Association (LAIA), secondo i quali i prodotti messicani possono essere importati con dazi doganali ridotti. Il Messico ha inoltre sottoscritto un accordo di cooperazione economica con Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay sotto la sigla MERCOSUR (Mercato Comune dell’America del Sud).

Regolamentazione degli scambi

Per quanto riguarda lo sdoganamento e i documenti di importazione per le merci provenienti dall’Italia, oltre alla documentazione tradizionale risulta necessario il Modello EUR1, il quale permette di usufruire dei benefici del Trattato di Libero Scambio Messico-UE (in vigore dal 1 luglio 2000).

La classificazione doganale delle merci si fonda sul Sistema Armonizzato.

Restrizioni alle importazioni si incontrano nel settore agroalimentare per latte e formaggi e in particolare per carni ed insaccati, la cui importazione in Messico risulta molto difficile per ragioni sanitarie (un’eccezione a questo caso è rappresentata dal prosciutto crudo italiano). Rimangono infine in vigore i dazi su caffè e cacao.

Grazie al trattato di libero scambio esistente tra Messico e Comunità Europea, la maggior parte dei prodotti entrano nel Paese per via agevolata. Va tuttavia valutata prodotto per prodotto la presenza di dazi o di restrizioni specifiche.

Depositi franchi

Le merci importate possono anche essere stoccate in depositi franchi gestiti da imprese private regolamentate dal governo. I dazi sull’importazione, aggiornati al corrente tasso di cambio, verranno pagati nel momento in cui l’importatore (ad esempio l’acquirente messicano) ritirerà la merce dal deposito.

L’esportatore estero è autorizzato a tenere inventari all’interno dei depositi franchi in attesa di spedizioni locali senza essere tassabile come “permanenza stabile”.

Importazioni temporanee

Il regolamento doganale messicano consente importazioni temporanee per periodi tra i sei e i diciotto mesi (per casi particolari anche periodi superiori), sia per merci da esportare nuovamente nelle stesse condizioni in cui sono stati importate, quali container, rimorchi, merci da esposizione, velivoli e imbarcazioni, sia per merci da esportare dopo un processo di trasformazione effettuato in stabilimenti di trasformazione maquilas o da imprese di export.

Non esistono zone franche in Messico: esistono però zone di confine in cui si possono importare prodotti non NAFTA a tassi agevolati, a condizione che questi non entrino in altre zone del Messico.

Brevetti e proprietà intellettuale

I principali testi internazionali applicabili in Messico sono:

  • in materia di brevetti, la convenzione di Parigi e il trattato di cooperazione in materia di brevetti (PCT)
  • in materia di diritto dei marchi, la convenzione di Parigi e la convenzione di Nizza sulla registrazione dei marchi
  • in materia di diritti di autore, la convenzione di Berna, la convenzione universale dei diritti d’autore e la convenzione interamericana dei diritti d’autore.

Fonte: “Presenza e sviluppo delle imprese italiane in Messico”

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