20 marzo 2024

Export italiano gennaio 2024

di lettura

A gennaio il valore dell’export italiano è rimasto pressoché stabile su base annua (-0,2%). L’incremento dei valori medi unitari (+1,7%) è stato compensato da una simile riduzione del dato in volume (-1,8%).

Export italiano gennaio 2024

La congiuntura. A gennaio le esportazioni hanno riportato una flessione del 3,2%, più ampia per i Paesi extra-Ue (-4%) che per quelli Ue (-2,4%). Anche l’andamento trimestrale è risultato in contrazione (-1,6% a nov’23 - gen’24 vs. ago - ott’23).

Il trend. L’export è rimasto pressoché stabile su base annua (-0,2%), segnando un deciso recupero dal dato precedente (-7,8% dic’23 vs. dic’22). L’incremento dei valori medi unitari (+1,7%) è stato compensato da una simile riduzione del dato in volume (-1,8%).

Contesto globale. L’avanzo commerciale, pari a € 2,7 mld a gennaio, ha visto ancora una volta il sostegno dell’area extra-Ue, a fronte di un disavanzo per l’Ue.

La stazionarietà delle vendite oltreconfine italiane nel primo mese del 2024 è il risultato di dinamiche settoriali contrapposte: in vivace rialzo, tra gli altri, alimentari e bevande (+14%), meccanica strumentale (+6,2%) e tessile e abbigliamento (+17%); in flessione farmaceutica (-15%) e metalli (-7,9%).

Dentro e fuori l’Unione Europea

L’export verso i Paesi Ue apre l’anno invariato. Gli andamenti in espansione di Polonia (+14%), Spagna (+9,2%) e Paesi Bassi (+6,4%) hanno compensato le riduzioni registrate da importanti mercati di sbocco come Germania (-2,9%) e Francia (-3,5%). In modesto aumento l’export verso il Belgio (+0,6%).

Il debole calo delle esportazioni verso i Paesi extra-Ue (-0,4%) è frutto di performance eterogenee. Da un lato, le crescite a doppia cifra di Paesi OPEC (+26,3%), Giappone (+20%) e Stati Uniti (+14,5%); dall’altro, le contrazioni di Cina (-46,1%) e Russia (-8,8%). In lieve rialzo l’export verso India (+0,9%) e Regno Unito (+0,8%).

Focus Paesi

A gennaio le vendite di farmaceutica hanno segnato un marcato incremento verso la Polonia (+164,3%), mentre sono risultate ancora in calo in Belgio (-3,8%) e in netta flessione in Cina (-97,2%), dopo l’aumento eccezionale registrato nello stesso mese dell’anno precedente.

La domanda di meccanica strumentale, al contrario, è stata sostenuta a Pechino (+37,7%) e Bruxelles (+20,8%), mentre è rimasta stabile verso Varsavia (-0,2%). Gli alimentari e bevande hanno visto un intenso ritmo in Cina (+52,1%) e dinamiche più contenute in Polonia (+5,2%) e Belgio (+1,4%).

Focus industrie e settori

I beni strumentali risultano anche in apertura d’anno il raggruppamento che segna il maggior incremento (+6,9%), grazie al sostegno dato dai volumi (+3,5%). Significativo il contributo fornito dai beni di consumo (+3,1%), sul traino dei beni durevoli (+4,9%) - specie altra manifattura (+15,7%) - e con l’apporto positivo di quelli non durevoli (+2,8%).

Confermano la performance negativa, invece, i beni intermedi (-9,3%), sul duplice effetto della decisa contrazione sia della componente in volume (-5,9%) che di quella dei valori medi unitari (-3,6%). Ancora in flessione i prodotti energetici (-2,9%), a causa dell’intenso calo nei valori medi unitari che non è stato compensato dall’aumento in volume.

I mezzi di trasporto hanno registrato un buon rialzo (+6,1%), guidato dall’andamento favorevole degli autoveicoli (+12,9%). Le esportazioni hanno mostrato tassi di crescita superiori alla media in Polonia (+66,7%), Francia (+24,1%), Paesi OPEC (+47,8%) e Stati Uniti (+17,3%).

La domanda di tessile e abbigliamento (+6%) è stata particolarmente vivace dai Paesi extra-Ue (+9,1%), specie da alcuni mercati asiatici come Paesi ASEAN (+158,4%), Cina (+61,1%) e Giappone (+15,9%). Le vendite di prodotti chimici (-3,3%) sono risultate in flessione in quasi tutte le principali destinazioni, tranne alcune eccezioni come quelle rilevanti di Spagna (+8,1%) e Germania (+5,9%).

Fonte: SACE - Simest

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