25 aprile 2023

Export italiano febbraio 2023

di lettura

Tra gennaio e febbraio le vendite oltreconfine di beni sono cresciute del 13% rispetto ai primi 2 mesi dello scorso anno, trainate dai valori medi unitari (+11,7%) e, in misura minore, dalla componente in volume (+1,1%).

Export italiano febbraio 2023

La congiuntura. A febbraio l’export ha segnato un modesto incremento rispetto al mese precedente (+0,4%), grazie a un aumento verso i Paesi extra-Ue (+1,7%) e nonostante il lieve calo verso l’Ue (-0,8%). Anche la dinamica trimestrale è risultata positiva (+1,1% a dic’ 22 -f eb’ 23 vs. set - nov ’22).

Il trend. In termini tendenziali l’export è cresciuto del 10,8%, sulla spinta di articoli farmaceutici (+51,3%), meccanica strumentale (+12,7%), alimentari e bevande (+12,4%) e raffinati (+29%).

Contesto globale. Il saldo commerciale a febbraio è tornato positivo (2,1 €mld), con un deficit energetico in riduzione rispetto allo stesso mese del 2022.

Come è andata nei primi due mesi?

Tra gennaio e febbraio 2023 le vendite oltreconfine di beni hanno registrato un incremento del 13% rispetto ai primi due mesi dello scorso anno, mostrando però un fisiologico rallentamento da gennaio (+15,3%). La performance è stata sostenuta ancora una volta dai valori medi unitari (+11,7%) e, in misura minore dalla componente in volume (+1,1%).

Dentro e fuori l’Unione Europea

Le esportazioni verso i Paesi Ue sono aumentate dell’8,3% rispetto a gen-feb’22. Tra questi, spiccano gli andamenti di Austria (+14,7%) e Francia (+13,4%). Buono il ritmo di crescita verso Spagna (+9,7%) e Paesi Bassi (+7,5%), mentre rimane più modesto per Germania (+3,7%), Polonia (+3,1%) e Belgio (+1,3%).

Si mantiene più elevata la crescita dell’export verso i Paesi extra-Ue (+18,7%), nonostante andamenti eterogenei. In marcato rialzo la Cina (+134%), spinta soprattutto dalle vendite di farmaceutica. Incrementi più contenuti per Stati Uniti (+9,9%) e India (+4,2%); in flessione Giappone (-10,5%) e Russia (-37%). 

Focus Paesi

Nei primi due mesi dell’anno l’export di alimentari e bevande è risultato in aumento sopra la media del settore verso Austria (+25,7%) e Germania (+19,1%) e leggermente più contenuto nel Regno Unito (+12,1%). I metalli, invece, hanno riportato un ritmo di crescita sostenuto a Londra (+30,1%), a fronte di una flessione sia a Vienna (-5,8%) sia a Berlino (-10,2%). L’incremento della domanda di apparecchi elettrici, importanti per la transizione energetica, è stato particolarmente marcato in Austria (+65,1%) ma anche in Regno Unito (+25,7%) e Germania (+10,5%).

Focus industrie e settori

beni di consumo continuano a mostrare un elevato ritmo di crescita sulla spinta dei beni non durevoli (+22,9%), specie dei prodotti farmaceutici verso i Paesi extra-Ue.

Più lieve l’aumento per i beni durevoli (+5,9%), quali mobili, elettronica di consumo e strumenti musicali.

Incremento a doppia cifra per i beni strumentali (+11,7%), su cui incide il calo dei volumi (-2,3%). Un andamento analogo, seppur più debole, è stato registrato dai beni intermedi: a fronte di una flessione più intensa per il dato in volume (-4,7%), sono cresciuti del 6,5% nei primi due mesi dell’anno, grazie al sostegno dei vmu.

Aumento superiore alla media per le esportazioni di meccanica strumentale (+15,8%), grazie all’elevata richiesta proveniente da alcuni importanti partner commerciali come Stati Uniti (+27%) e Germania (+15,5%) ma anche dalla Polonia  (+18,3%).

Le vendite di articoli di abbigliamento (+12,2%) hanno registrato un buon andamento soprattutto verso i Paesi Ue (+16,6%), tra cui Francia (+20,8%), Spagna (+19,4%) e Paesi Bassi (+16,1%). Il ritmo di crescita è risultato più contenuto per i prodotti chimici (+2,6%) frenati dalla stabilità dell’export verso i Paesi Ue, con cali diffusi a più mercati, e nonostante la buona performance registrata verso l’area extra-Ue (+6,8%).

Fonte: SACE SIMEST 

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