Secondo Mediobanca, il 2013 si è chiuso con un aumento del fatturato del vino del 4,8% a 5,6 miliardi e una crescita dell’occupazione del 2,7%.
- L'Italia guida anche nel 2013 la classifica dei principali produttori di vino al mondo con 44,9 milioni di ettolitri contro i 44,1 milioni della Francia e i 40 della Spagna.
- La produzione italiana è pari al 17% del totale mondiale e al 30% della Ue: il valore della produzione nazionale è stimato a 9,1 miliardi di euro.
- Oltre l’80% dell’export di vino italiano è costituito da vini Dop e Igp.
- Secondo la Wine Trend World, survey sugli operatori internazionali che misura la brand awareness dei territori vinicoli europei, tra le principali zone di produzione di vini di successo ben 6 regioni sono italiane (nell’ordine: Veneto, Toscana, Sicilia, Piemonte, Alto Adige e Puglia).
Bollicine
Le bollicine made in Italy confermano il sorpasso dello champagne e conquistano i mercati internazionali (+10,3% l’export 2013).
Il Prosecco ha superato i 392 milioni di euro di esportazioni nel 2013 (+26% in valore rispetto al 2012 e +130% rispetto a tre anni fa). Lo scorso anno sono state distribuite nel mondo 312 milioni di bottiglie. La potenziale richiesta di Prosecco supererà il miliardo di bottiglie entro 20 anni.
Anche grazie a questa impetuosa crescita il Veneto si piazza al primo posto per “brand awareness” delle regioni vinicole italiane tra gli operatori internazionali. Con quasi 1,6 miliardi di euro di vino esportato nel 2013, il Veneto si conferma la prima regione d’Italia per vendite oltre frontiera e allunga le distanze dal diretto inseguitore – il Piemonte – che segue con 969 milioni di euro.
Per quanto riguarda gli spumanti Dop, nel 2013 l’Asti ha raggiunto un export di oltre 173 milioni di euro (+16% rispetto all’anno prima). Tale incremento deriva innanzitutto dal forte recupero delle vendite in Russia, un mercato che pesa per il 20% sull’export di tale vino e che dopo la battuta d’arresto del 2012 determinata dalla “riorganizzazione” delle licenze degli importatori, ha messo a segno un aumento dell’83%. L’Asti è molto apprezzato anche dai consumatori della Lettonia (quarto mercato di destinazione con 14 milioni di euro di esportazioni) e dell’Ucraina, dove l’export è aumentato rispettivamente del 19% e del 41% tra il 2012 e il 2013.
Vini fermi DOP
Tra i vini fermi DOP, i rossi toscani sono i più apprezzati, con oltre 500 milioni di euro di vendite oltre frontiera nel 2013 (+5%). Oltre un terzo di questo export finisce negli Stati Uniti.
La percentuale di crescita più elevata spetta però ad un’altra categoria di rossi Dop e cioè a quelli piemontesi che, tra il 2012 e il 2013, hanno aumentato l’export di oltre il 17%. Per questi vini sono nuovamente gli Stati Uniti il principale mercato di sbocco, assorbendo circa il 26% delle relative esportazioni, mentre l’aumento più rilevante in termini percentuali è stato registrato dalla Svizzera (+54%), dove l’export – sempre tra il 2012 e il 2013 - è passato da 10 a 16 milioni di euro. Tra i bianchi emergono le zone produttive del Nord-est.
Export vino biologico negli USA
Nel 2013 i consumatori USA hanno acquistato vino italiano per 1,1 miliardi di euro e vino biologico per complessivi 193 milioni di euro (il 5,2% delle importazioni di vino imbottigliato degli Stati Uniti). Il 46,1% delle importazioni di biologico afferisce a vini rossi; un ulteriore 32,7% a quelli bianchi ed il restante 21,2% ai vini frizzanti.
L’Italia (56 milioni di euro di vino bio) è, dopo la Francia (65 milioni di euro), il più importante paese di provenienza dei vini biologici importati dagli Stati Uniti. Il 33,7% dell’import in valore è riconducibile a vini francesi mentre la quota dell’Italia è pari al 29,3%. Tra gli altri competitors si segnalano, con quote molto più contenute la Nuova Zelanda (7,6%) e la Spagna (7,5%).
La competizione tra Francia e Italia è particolarmente viva nella categoria dei vini frizzanti (che comprendono anche gli spumanti) dove il 54% dell’import di vino bio è riconducibile a vini francesi ed il 34,2% a quelli italiani. Congiuntamente i due paesi detengono l’88,2% delle importazioni, lasciando a pochi altri produttori le quote residuali dei flussi diretti verso gli Stati Uniti.
In prospettiva, le opportunità di sviluppo delle vendite oltreoceano di vini biologici sono molto positive.
Fonte: Wine Monitor