Secondo i dati di Centro Studi Confindustria Moda per Assocalzaturifici, dopo il record registrato nel 2022 (12,65 miliardi di euro, +23% sul 2021), prosegue l’incremento dell’export (+16,1% a valore nel primo trimestre dell'anno in corso).
Anche se il settore nella sua generalità è tornato sui livelli di fatturato del 2019 pre-Covid, sono diversi i segnali di affievolimento della crescita.
L’indagine condotta dal Centro Studi di Confindustria Moda presso gli associati ha evidenziato che i costi elevati di energia e materie prime e il reperimento di manodopera qualificata rappresentano i problemi maggiori per le imprese calzaturiere.
Le previsioni delle aziende sui ricavi nei trimestri successivi al primo, sebbene permangano positive, evidenziano una progressiva decelerazione, mentre in termini di volume il rallentamento risulta ancora più evidente.
Export
Ad eccezione della Svizzera (-7,8%), le prime 20 destinazioni mostrano, a confronto con gennaio-marzo 2022, aumenti in valore quasi sempre a doppia cifra.
In termini di volume, però, rallentano: il Nord America (-19,4%), la Germania (-8,8%), il Regno Unito (-10,1%) e la Svizzera (-24,8%), tradizionale hub logistico delle griffe del lusso.
Il dettaglio per tipologia merceologica mostra andamenti disomogenei.
- Il comparto delle calzature con tomaio in pelle - primo per importanza con un’incidenza del 63% sulle vendite estere in valore - è l’unico a presentare nel primo trimestre incrementi dell’export sia in valore (+18,6%) che in volume (+1,4%). In quantità, però, il divario rispetto al 2019 è ancora importante (-16,6%).
- Sensibile la riduzione per le calzature in pelle da bambino (-12% in volume) che interrompono il recupero dell’ultimo biennio.
- Segni positivi per i segmenti uomo (+4,7%) e donna (+1,5% in quantità, con un +2,2% per le scarpe da passeggio, +4,2% per i sandali e -24,5% per gli stivaletti/scarponcini).
Per quanto riguarda l’andamento delle esportazioni nei territori, forti crescite dell’export in alcune province derivano dalla presenza di hub logistici, spesso legati alle vendite online, o di depositi delle multinazionali del lusso. In quest’ottica va letta la performance di Milano, che mostra nel primo trimestre dell’anno un incremento tendenziale del +64% ed è divenuta la prima provincia esportatrice del settore, scavalcando Firenze (-11%).
I flussi da Milano verso la Svizzera sono cresciuti del +251% (ovvero di 103 milioni di euro rispetto a gennaio-marzo 2022). Queste variazioni sono legate a cambiamenti nelle dinamiche distributive e non alla congiuntura distrettuale.
La Lombardia (con un +49,5%) ha superato la Toscana (-6%) nella graduatoria dell’export per regione, salendo nel periodo analizzato al secondo posto, dietro al Veneto (+12,6%).
Nelle Marche (+20,3%) la crescita è elevata a Fermo (+23,3%) e Macerata (+21,8%), più moderata a Ascoli (+13,6%).
Fonte: Assocalzaturifici