18 gennaio 2017

Expo Dubai 2020: un’opportunità per le imprese italiane

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Expo Dubai 2020 è destinata ad avere un enorme impatto sullo sviluppo economico degli Emirati Arabi Uniti e dei paesi del Golfo Persico e offre quindi interessanti opportunità di affari anche per le imprese italiane. 

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L’EXPO si svolgerà dal 20 ottobre 2020 fino al 10 aprile 2021 ed avrà luogo in una nuova area urbana chiamata Dubai South (prima conosciuta come Dubai World Central).
Si tratta di una nuova Free Zone che sarà divisa in sei distretti: distretto residenziale, distretto commerciale, distretto del Golf, distretto logistico, Aviation City (che include il nuovo aeroporto Al Maktum) e Dubai Exhibition City (dove si svolgerà l’EXPO).

Il tema scelto per l’Esposizione Universale di Dubai è "Unire le Menti, Creare il Futuro": sono stati identificati tre sottotemi intorno ai quali la comunità globale si raccoglierà per siglare nuove collaborazioni con lo scopo di trovare soluzioni a questioni fondamentali e lasciare il segno della forte trasformazione sociale ed economica in tutta la regione e nel mondo:

  • Opportunità, creare connessioni più intelligenti e produttive.
  • Sostenibilità, progresso e prosperità senza compromettere i bisogni delle generazioni future
  • Mobilità,  sbloccare nuove possibilità per persone e comunità, contribuendo con successo al futuro.

Il Dipartimento del Turismo e del Commercio prevede la creazione di circa 275.000 nuovi posti di lavoro entro il 2021, soprattutto per emiratini e arabi, in particolare nei settori delle costruzioni, ingegneria, trasporti e ospitalità.

Il sito dell’EXPO occuperà un’area di 438 ettari e lo scorso dicembre il governo di Dubai ha indicato come data limite per il completamento di tutte le principali attività di costruzione la fine di ottobre 2019, in modo da avere a disposizione un intero anno per completare i progetti minori ed eseguire i test di controllo sui sistemi e sulle tecnologie.
All’EXPO 2020 sono attesi 25 mln di visitatori, il 71% dei quali – per la prima volta nella storia dell’evento - proverrà da Paesi diversi da quello ospitante: questo significa che gli Emirati Arabi Uniti dovranno essere pronti ad accogliere oltre 17 milioni di turisti. 

I principali settori in sviluppo: opportunità per le imprese italiane

Ingenti, quindi, i fondi che dovranno essere investiti nei prossimi anni nel comparto delle infrastrutture e dei trasporti, nel settore ospitalità e immobiliare e nel campo della produzione e distribuzione di energia. 
Ambiti in cui si aprono grandi possibilità di business per le imprese italiane.

Costruzioni, infrastrutture, trasporti, immobiliare

Il settore delle costruzioni, con particolare riferimento alle infrastrutture e ai trasporti, è sicuramente fra quelli che più potrà beneficiare dell’EXPO.  Secondo due diversi studi, condotti da Deutsche Bank e Global Investment House, Dubai dovrà destinare circa 43 mld di USD all’implementazione delle sue infrastrutture in vista dell’EXPO, di cui circa 10 dovranno essere spesi per migliorare e sviluppare i trasporti. 

Per far fronte al previsto aumento della popolazione residente, sono anche in programma enormi investimenti privati per la realizzazione di abitazioni, uffici e edifici commerciali, con implicazioni positive per il settore immobiliare: circa 45mila nuove unità abitative dovrebbero essere immesse sul mercato entro fine anno e i prezzi dovrebbero essere sostenuti grazie alla domanda crescente, risultato dei nuovi posti di lavoro creati grazie all’EXPO. 

Fra i tanti progetti edilizi degni di nota pianificati e già in via di realizzazione a Dubai, va ricordato Sheikh Mohammed bin Rashid City, il nuovo insediamento urbano che includerà – fra l’altro - il più grande centro commerciale del mondo, un parco tematico ispirato agli Universal Studios e un parco più grande di Hyde Park a Londra. 

Lo sviluppo del settore immobiliare e alberghiero non riguarda solo Dubai: molto infatti si sta facendo anche ad Abu Dhabi, che negli ultimi anni sta cercando di promuoversi come attrazione turistica alternativa a Dubai.

Pur se nel complesso in modo meno appariscente rispetto a Dubai, anche Abu Dhabi procede nella sua crescita di emirato moderno, esclusivo e con una peculiare offerta, grazie ad una politica che guarda al turismo d'affari e congressuale, a quello artistico (Saadiyat Island) e a quello sportivo (Gran Prix), potendo anche contare sull'espansione delle infrastrutture aeroportuali e sul continuo potenziamento della compagnia aerea Etihad.
L’EXPO verrà realizzato in un’area che includerà 700mila mq di padiglioni e spazi espositivi e 500mila mq di strutture permanenti. Il sito avrà un carattere improntato sulla sostenibilità ambientale anche nella progettazione dell’area espositiva, con strutture fotovoltaiche che genereranno in loco il 50% dell’energia necessaria al suo funzionamento, stabilendo un nuovo punto di riferimento per i futuri grandi eventi.
Inoltre ci sarà un costante monitoraggio delle emissioni di anidride carbonica e della gestione del riciclaggio di materiali (per esempio, il 30% dei materiali da costruzione utilizzati per l'EXPO proverranno da aggregati riciclati).

Energia

Nell’area GCC si sta puntando con decisione sull’energia solare, un comparto strategico per le aziende italiane.
Fra le altre, si segnala Etihad ESCO (Energy Service Company): un’iniziativa imprenditoriale della DEWA (Dubai Electricity and Water Authority), istituita nel 2013, per rendere Dubai la città leader per il risparmio energetico nella regione, attraverso lo sviluppo di progetti rivolti a migliorare il consumo energetico degli edifici e degli impianti.
Solo a Dubai ci sono già più di 30.000 edifici che necessitano di un ammodernamento degli impianti, a cominciare dagli edifici governativi, per poi passare agli edifici privati (residenziali e non).

Le misure da attuare per la riduzione dei costi energetici sono di varia natura: 

  • dalla sostituzione degli impianti di aria condizionata negli edifici (la fonte maggiore di consumo di energia negli EAU) 
  • all’illuminazione
  • l’isolamento termico
  • la gestione degli impianti, etc. 

Inoltre si dovranno identificare misure di contenimento degli sprechi dell’acqua (l’acqua potabile naturale è quasi inesistente negli EAU ed è in gran parte prodotta dalla desalinizzazione dell'acqua del mare, processo che consuma molta energia).
Per partecipare ai programmi gestiti da Etihad ESCO, le aziende interessate possono consultare la sezione dei bandi di gara sul sito ufficiale www.etihadesco.ae

Settore alberghiero e benessere

Altro settore che verrà coinvolto nello sviluppo di Dubai nei prossimi 4 anni è sicuramente quello alberghiero ed il settore del benessere ad esso collegato. Il settore benessere, in particolare, è cresciuto parallelamente allo sviluppo della città, da un parte grazie alla collocazione di strutture SPA all´interno dei nuovi alberghi, dall’altra per l’aumento di SPA indipendenti, aperte in risposta alla crescita del segmento della popolazione con maggior potere d´acquisto.

Bandi per gli appalti legati all’organizzazione di EXPO 2020

Nei prossimi mesi verranno finalmente pubblicati i bandi per i vari appalti legati all’organizzazione di EXPO 2020.
Riassumendo, quindi, i settori che offrono le maggiori opportunità per le aziende italiane sono:
   

  • Costruzioni/Infrastrutture: ingenti saranno i fondi da investire in questi comparti. E’ stato stimato in 5.2 mld di Euro il costo per la costruzione della sede espositiva EXPO e delle infrastrutture che saranno direttamente destinate a servirla. Inoltre per l’EXPO Village si stima che verranno costruiti più di 2.000 appartamenti, banche, negozi e ristoranti.
     
  • Energetico: sono molti i progetti che verranno realizzati per questo settore, in particolare l’iniziativa di Etihad ESCO si prospetta la più interessante per le aziende italiane in quanto si creeranno nuove opportunità di business ed investimento tramite joint venture, partnership internazionali e collaborazioni con gli imprenditori locali.
     
  • Ospitalità ed immobiliare: i 17 milioni di turisti attesi negli Emirati nei sei mesi di svolgimento dell’EXPO rendono ancora più rosee le prospettive per il futuro del turismo degli Emirati e stanno spingendo il Paese a puntare sullo sviluppo delle infrastrutture per il settore Horeca ed ospitalità, con un ampliamento della gamma di prodotti e servizi offerti e soprattutto con nuove, grandi possibilità per le aziende italiane intenzionate ad entrare nel mercato emiratino o a rafforzare la propria posizione in questo ambito. 

Ma come possono le imprese italiane beneficiare realmente dell’EXPO?

Fino a poco tempo fa le imprese italiane che si volevano accreditare per le gare di appalto pubbliche dovevano dimostrare di avere i requisiti di residenza negli Emirati Arabi. 
A seguito di accordi intervenuti tra i rappresentanti politici di Italia ed EAU, questa condizione è stata modificata e l'accreditamento potrà essere richiesto anche da imprese italiane che per il momento non sono registrate negli Emirati.
Non sarà, infatti, più necessario essere in possesso di una licenza commerciale valida negli Emirati Arabi Uniti per completare la registrazione al portale che gestirà il procurement per EXPO Dubai 2020 ed essere poi eleggibili alle successive operazioni di selezione. 
Qualsiasi impresa italiana potrà quindi collegarsi al sito e registrarsi, avendo cura di inserire nel campo relativo alla "trade licence" il numero di licenza commerciale italiana. 
Completata la procedura, sarà possibile avere man mano accesso alle varie opportunità commerciali che saranno ufficializzate dal Bureau e fornire tutte le informazioni relative al proprio ambito di attività ed expertise
Solo dopo l'eventuale aggiudicazione della gara, le aziende, che non fossero ancora dotate di una licenza commerciale valida negli EAU, dovranno adoperarsi per ottenerla.

Occorre infatti ricordare che per poter operare con successo negli Emirati è sempre necessario avere una presenza in loco, di modo da acquisire visibilità e dimostrare serietà e affidabilità all’interlocutore locale. 
Gli EAU offrono numerose opzioni di investimento e consentono anche alle PMI italiane di creare un ufficio locale, con investimenti contenuti, e consentendo all’imprenditore italiano di mantenere sempre il controllo dell’investimento. 

Avv. Stefano Meani 

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