7 marzo 2013

EAU: nuovo tribunale internazionale per le controversie commerciali

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La legge n. 16/2011 ha ridefinito i poteri e la giurisdizione del tribunale indipendente del Dubai International Financial Centre Free Zone (DIFC). 

EAU: nuovo tribunale internazionale per le controversie commerciali

La sua giurisdizione è stata estesa anche alle questioni di diritto civile e commerciale insorte tra imprese localizzate al di fuori della Free Zone.

Questo tribunale opera in lingua inglese ed applica, di regola, il common law per risolvere le controversie civili e commerciali, avendo al suo interno giudici di formazione anglosassone. Prima dell’introduzione della legge n. 16/2011, la giurisdizione del tribunale del DIFC era però riconosciuta solo se le imprese in lite avevano sede all’interno dello stesso DIFC o se la questione aveva un collegamento con tale Free Zone.

A seguito della nuova legge, la giurisdizione del tribunale è stata estesa anche alle questioni di diritto civile e commerciale che sono insorte tra imprese localizzate al di fuori della Free Zone, non essendo più necessario alcun collegamento con tale Free Zone. L’unica condizione per attribuire la competenza a decidere la controversia al Tribunale del DIFC  è che tutte le parti coinvolte abbiano espressamente e per iscritto scelto di deferire la soluzione della lite a questo tribunale. La scelta, inoltre, può essere espressa sia prima che dopo l’insorgere della vertenza.

In questo modo il Tribunale del DIFC perde lo status di Tribunale Speciale solo per la Free Zone stessa e diviene un luogo ove tutte le imprese della regione possono far risolvere le loro controversie.

I vantaggi per la comunità d'affari medio-orientale sono innumerevoli: più facile accesso alla giustizia, maggior rapidità, minori costi.

Difatti molti, se non tutti, i contratti commerciali conclusi nella regione sono in lingua inglese. L'inglese è la lingua di norma utilizzata nelle comunicazioni e nelle corrispondenze di affari. Molti businessmen che operano a Dubai e negli Emirati parlano (solo) inglese e spesso non parlano né comprendono l’arabo.

Per loro la possibilità di utilizzare il Tribunale di lingua inglese del DIFC significa un più semplice accesso alla giustizia e una maggiore trasparenza nel processo giudiziario. Ma v’è di più. Tutti i documenti (contratti, accordi, corrispondenza) non dovranno essere tradotti in arabo, evitando tutti gli errori e le incomprensioni che sorgono a seguito di traduzioni non perfette, e risparmiando anche perdite di tempo e di denaro. Tutti gli atti ed i documenti del Tribunale del DIFC sono infatti in lingua inglese e come tali immediatamente comprensibili per gli operatori legali non di lingua araba.

Si ricorda che nei tribunali locali (Dubai, Abu Dhabi, etc.) la lingua utilizzata è l’arabo ed il diritto applicato è il diritto emiratino. Non solo. La pratica, assai frequente nei tribunali locali, di affiancare all’avvocato straniero un avvocato locale di lingua araba non sarà più necessaria laddove si utilizzi il Tribunale del DIFC, riducendo ulteriormente i costi della vertenza.

Un altro aspetto importante che porterà anche gli uomini di affari di lingua araba a considerare il Tribunale del DIFC come luogo ove far decidere le proprie controversie è il fatto che secondo le regole della Corte DIFC  la parte vittoriosa può pretendere la condanna del soccombente al rimborso delle spese legali, inclusa una parte considerevole degli onorari dei suoi avvocati. In qualsiasi altra corte negli Emirati Arabi, invece, non è consentito richiedere all’altra parte il rimborso degli onorari versati ai propri avvocati, anche in caso di vittoria.

Avv. Stefano Meani

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