Egitto
Per quanto attiene all’Egitto, nel corso dello scorso gennaio sono state introdotte, da parte della Banca Centrale del Cairo, alcune misure di marcato stampo protezionista, che rafforzano i poteri di ingerenza già conferiti, sebbene in forma attenuata, alle singole banche locali.
In particolar modo – ed eccezion fatta per i prodotti medici e alimentari – le banche egiziane dovranno ottenere i documenti relativi all’operazione di importazione non più dai propri clienti importatori (soluzione, questa, precedentemente in vigore) bensì, ed in via diretta, dagli istituti di credito stranieri sui quali l’operazione è appoggiata, con conseguente rischio di ritardo nei pagamenti per i soggetti coinvolti.
Libia
Quanto alla Libia, la situazione parrebbe ancora più complessa, considerate le recenti misure disposte dal sistema bancario libico in tema di controlli interni ed esterni per l’apertura di lettere di credito.
A far data dal 7 gennaio 2016, infatti, è stato conferito alle singole banche locali il potere di effettuare controlli più penetranti sui soggetti libici che richiedono l’apertura di lettere di credito il cui meccanismo, assorbito nel nuovo sistema di supervisione interna del credito, potrà diventare senza dubbio più macchinoso e complicato.
Inoltre, è stata prevista dalla Banca Centrale la possibilità per gli istituti bancari libici di ottenere informazioni dalle banche corrispondenti straniere al fine di effettuare più penetranti verifiche, anche di natura penale (i.e. verifica su eventuali accuse di riciclaggio, corruzione e altri reati) sulle società di esportazione estere e sui loro proprietari. Misure, queste, a cui si accompagnano l’introduzione dell’utilizzo di certificazioni di società internazionali di ispezione, di certificati di sanità, nonché l'uso di società internazionali di trasporto che consentano di accedere a banche dati universali e condivise.
Avv. Cristina Martinetti e Avv. Federico Riganti