Scenario internazionale
L’e-commerce B2C nel mondo vale 3.535 miliardi di dollari (+20% rispetto all’anno precedente). Nel 2019 l’e-commerce B2C ha rappresentato il 14,1% del totale delle vendite al dettaglio nel mondo.
In media nel mondo sono stati spesi online 171 minuti a persona al giorno. Il mobile rappresenta, in media, il 52% del traffico globale, il 45% proviene da desktop e il 3% da tablet.
La regione Asia-Pacifico rappresenta il 64,3% del totale, con un fatturato di 2.271 miliardi di dollari (+25% rispetto all’anno precedente). Tra i Paesi dell’area che crescono più velocemente: India, Filippine, Cina, Malesia, Indonesia e Corea del Sud.
America Latina, Medio Oriente e Africa crescono del 21%, mentre nord America ed Europa, mercati già consolidati, vedono una crescita più lenta ma comunque a doppia cifra (rispettivamente del 14,5% e del 10%).
Nel 2019 in Europa il 70,6% della popolazione ha acquistato online. Tra i settori più dinamici:
- Moda con 89 miliardi di euro (+10% rispetto al 2018)
- Elettronica di consumo e Media con 76 miliardi di euro (+10%)
- Tempo libero con 60 miliardi di euro (+8%)
- Casa e arredamento a quota 44 miliardi di euro (+12%)
- Alimentare e Salute e Bellezza con 38 miliardi di euro (+12%).
Lo scorso anno, 217 milioni di consumatori europei hanno effettuato acquisti su e-commerce esteri, per un valore di circa 137 miliardi di euro.
In Italia
Il 12% delle aziende italiane opera nell’e-commerce e il 79% lo fa in ambito consumer. Il valore del fatturato e-commerce in Italia nel 2019 è stimato in 48,5 miliardi di euro (+17% sul 2018). Il canale mobile ha transato in media il 43,5% del fatturato delle aziende e-commerce italiane (+9,5%).
Tempo libero rappresenta il 42,7% del fatturato totale, Turismo il 25,6%, i centri commerciali il 15,5%.
Le aziende e-commerce italiane che vendono all’estero sono il 61% (+5% dallo scorso anno), mentre il 39% vende solo in Italia.
Survey
Secondo una indagine condotta su e-commerce e Coronavirus a metà marzo, in cui sono stati coinvolti 58 operatori rappresentativi dei principali settori merceologici, il 54% delle aziende intervistate ha visto calare il proprio fatturato a causa del virus, mentre solo il 21% lo ha incrementato. Chi ha perso fatturato lo ha dimezzato, in media -54% del fatturato.
A soffrire maggiormente gli operatori del Turismo che rappresenta il 25,6% del totale e che nei primi mesi 2020 sta subendo un impatto fortemente negativo. Il settore Moda, già in difficoltà per la chiusura degli store fisici, subisce una forte contrazione. Il tempo libero, che rappresenta il 42,7% del fatturato 2019, subirà la limitazione delle opportunità di gioco fisiche. L’acquisto di articoli sportivi è limitato e si trasforma da outdoor a indoor.
I Centri commerciali, che nel 2019 hanno rappresentato il 15,5% del fatturato e che sono cresciuti del 25% in un anno, nonostante il rallentamento o il blocco della consegna dei prodotti non di prima necessità, sta subendo un’influenza positiva.
L’elettronica vede crescere in particolare gli acquisti di laptop, notebook, stampanti, e piccoli elettrodomestici per la cucina e la cura personale. Gli ordini di giocattoli sono aumentati considerevolmente, così come di accessori per gli hobby casalinghi. Anche Casa e arredamento vede crescere gli acquisti, ma con scontrini più bassi.
Investimenti in attività di marketing
- SEM (Search Engine Marketing) 20% degli investimenti
- Tv, Radio e Stampa 13% (+9% su base annua)
- SEO (Search Engine Optimization) 12%
- Social Media Marketing 11% (-7%)
- Email Marketing 9% (-4%).
Le aziende e-commerce italiane ritengono che Facebook sia il social media più efficace, con il 53% delle preferenze (in calo rispetto al 71% del 2018). Segue Instagram, efficace per il 40% (-13%) e YouTube che passa dal 27% al 24%. LinkedIn ottiene il 21% delle preferenze, WhatsApp il 16%, Pinterest guadagna cinque punti percentuali ottenendo il 10% delle preferenze mentre Twitter ne perde tre, fermandosi al 9%. Snapchat e WeChat sono a pari merito con il 7%, mentre l’emergente TikTok registra un 9% di preferenze.
Internazionalizzazione e marketplace
Riguardo alle strategie messe in atto per l’ingresso sui mercati esteri: il 50% ha un sito multilingua (+25% dallo scorso anno), mentre il 6% si affida solo alla vendita sui marketplace e il 5% ad altre soluzioni.
La metà delle aziende italiane è presente sui marketplace, anche se il sito proprietario rimane il canale prediletto. Circa il 50% del fatturato proviene dal sito proprietario, il 23% da marketplace, l’8% dai social media e il resto da altri canali.
Il 45% di chi vende su marketplace è presente su almeno 2-3 piattaforme contemporaneamente, mentre il 30% solo su 1 piattaforma. Tra i marketplace più utilizzati si segnalano Amazon (38%), eBay (19%), Facebook Marketplace (12%), Alibaba (4%), ePRICE (4%), Zalando (4%) e Tmall (4%).
Le strategie per i prossimi due anni per far crescere le vendite all’estero:
- il 31% delle aziende intervistate prevede di tradurre il sito in più lingue
- il 28% di aumentare le propria presenza su marketplace ed altre piattaforme
- il 25% di essere presente sui social network con comunicazioni mirate al pubblico straniero.
Fonte: Rapporto E-commerce in Italia 2020 (Casaleggio Associati)