A dicembre 2020 sul territorio italiano sono presenti 458.534 aziende zootecniche. Di queste, il 61,7% alleva specie bovine, bufaline, suine e ovi-caprine.
L’accesso a una connettività veloce e affidabile, la disponibilità di capitale umano con le competenze necessarie per usare strumenti tecnologici evoluti, la scelta del digitale come investimento necessario, sono elementi di innovazione per la competitività e la sostenibilità delle produzioni delle aziende zootecniche italiane che soffrono ancora un forte divario digitale.
Ciononostante il miglioramento è netto rispetto a quanto rilevato dal Censimento generale dell’agricoltura del 2010 quando solo il 3,8% delle aziende agricole aveva avviato processi di digitalizzazione e l’1,2% navigava su Internet. Nel 2020, quasi una azienda su tre è dotata di personal computer, di una connessione e delle competenze digitali.
Una azienda zootecnica italiana su due utilizza una connessione fissa in banda larga. L’82,6% delle aziende con più di 5 addetti è collegato in rete, contro il 39% di quelle con un addetto. La connessione veloce è più diffusa tra le aziende del Nord-ovest (63,1%) e del Nord-est (61,4%). La connessione a banda larga nel Sud e nelle Isole riguarda solo il 34,3% delle aziende.
Nel settore zootecnico gli ambiti di attività maggiormente interessati dalla digitalizzazione sono:
- la trasformazione digitale delle questioni amministrative (Digitization)
- le nuove competenze digitali
- la tracciabilità
- l’agricoltura di precisione
- l’Internet of Things (Big Data, droni)
- la qualità alimentare e ambientale
- l’adozione di tecniche di Precision Livestock Farming (PLF).
Siti web e presenza sui social
Solo il 16,1% delle aziende zootecniche ha un sito web o una pagina social nonostante gli indubbi vantaggi economici procurati dagli strumenti e dai mezzi di comunicazione digitali per aumentare la visibilità e la promozione dei prodotti. Ancora una volta la dimensione aziendale svolge un ruolo cruciale: è presente online il 47,1% delle aziende zootecniche con più di 5 addetti, il 17,9% di quelle con 1-5 addetti e il 9,0% delle aziende con un solo addetto. A livello territoriale, le aziende localizzate al Centro mostrano una propensione maggiore all’utilizzo dei siti web o dei social network (rispettivamente 19,2% e 5,9%) posizionandosi sopra la media italiana (rispettivamente 12,5% e 3,6%) in tutte le classi di addetti.
Tra i servizi offerti sul sito o sui propri profili social al primo posto figurano:
- la descrizione di prodotti o servizi e le informazioni sui prezzi (98,4% di aziende)
- la vendita online (34,9%)
- le informazioni relative a qualità, sostenibilità e sicurezza dei prodotti (13,4%)
- la tracciabilità degli ordini (11,6%).
Servizi di Cloud Computing
Nel 2020 solo il 26,2% delle aziende zootecniche rispondenti ha acquistato servizi di Cloud Computing (ad esempio, posta elettronica, PEC, software per ufficio, archiviazione di file, applicazioni software). Nonostante il ruolo rilevante svolto da questa tecnologia per l’innovazione e la trasformazione digitale del settore zootecnico, l’83,3% delle aziende si è limitata ad acquistare un solo servizio di Cloud Computing, il 10,3% ne ha acquistati almeno due e solo il 6,4% ne ha scelti tre.
Le aziende agricole con vocazione zootecnica tendono a utilizzare prevalentemente servizi Cloud con modalità strumentali piuttosto che strategiche. Infatti, la tipologia nettamente più diffusa è quella della posta elettronica (91,7%), seguita dai software finanziari e per l’ufficio (23,3% e 22,8% rispettivamente). Molto meno frequenti le soluzioni in Cloud più marcatamente professionali e orientate allo sviluppo futuro dell’azienda, come ad esempio i servizi per l’archiviazione e l’analisi dei dati aziendali in remoto o i software che indicano un processo già avanzato di digitalizzazione dei dati aziendali.
Automatizzazione di alcune operazioni
Per monitorare e ottimizzare i processi di produzione sono disponibili varie tecniche di Precision Livestock Farming (PLF) che permettono di automatizzare diverse operazioni e ottenere una maggiore redditività, oltre a valorizzare il benessere animale e ridurre l’impatto ambientale.
Tra queste tecniche riveste un ruolo importante la mungitura automatizzata, che consente un primo monitoraggio quotidiano di aspetti quanti-qualitativi della produzione. Nei suoi sviluppi successivi permette inoltre un migliore utilizzo dell’alimento per il bestiame, con la conseguenza di accrescere l’efficienza del sistema foraggero e alimentare (Precision Feeding).
In corso di progressiva diffusione sono anche il monitoraggio della qualità del latte, del benessere dell’animale e del suo comportamento (ad esempio, con l’analisi delle immagini o rilievi di posizione tramite GPS).
Sono inoltre di particolare interesse le applicazioni che consentono il controllo continuo dello stato di salute della mandria, come i sensori On-Farm e In-Line, idonei a fornire indicazioni estremamente precise sullo stato fisiologico o di salute dei singoli capi e consentire risposte tempestive e mirate da parte degli allevatori.
Tra i sistemi o i macchinari di zootecnia di precisione introdotti nell’attività produttiva, i più diffusi sono i sistemi informatici per la gestione della mandria (47,8%), seguono i sistemi per il monitoraggio dell’attività produttiva e riproduttiva della mandria (41,0%), quelli deputati alla gestione in remoto dell’identificazione degli animali (29,9%) e i robot di mungitura (21,4%).
Per tutte le tipologie di capi allevati (bovini, bufalini, suini e ovi-caprini) la gestione della mandria è lo strumento di precisione maggiormente adottato. Il monitoraggio dell’attività produttiva e riproduttiva degli animali è prevalente nelle aziende di allevamento bovino-bufalino e suino, mentre per quelle che allevano ovini e caprini assumono più importanza i sistemi di gestione in remoto dell’identificazione degli animali.
Vantaggi del processo di digitalizzazione e dell’uso di Strumenti di precisione (Anno 2020, valori %)
Il rapporto tra numero di unità osservate nell'indagine di dicembre 2020 e dimensione della popolazione di riferimento è nel complesso pari al 2,7%. Tuttavia il peso relativo del campione è molto più elevato se misurato come rapporto tra il numero dei capi di bestiame dichiarato dalle aziende zootecniche osservate e il numero dei capi dell'intera popolazione: tale rapporto oscilla tra il 4,8% dei caprini e il 22,4% dei bovini.
Fonte: La diffusione delle tecnologie nelle aziende zootecniche | anno 2020 (Istat, 4 maggio 2021)