Deloitte: Global Powers of Luxury Goods 2022

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Il rapporto di Deloitte esplora le tendenze che incidono sul mercato luxury, identifica le 100 maggiori società di beni di lusso e valuta le loro prestazioni nelle varie aree geografiche.

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La soglia minima di fatturato richiesta per entrare nell'elenco delle 100 migliori società di beni di lusso è salita quest’anno a 240 milioni di dollari.

Le aziende di beni di lusso si sono riprese dall'impatto negativo della pandemia e si trovano ora di fronte a nuove opportunità: transizione verde, economia circolare e rivoluzione Web3.

Le principali aziende del lusso guidano la crescita dei ricavi

Le 100 principali società di beni di lusso al mondo hanno generato nel 2021 ricavi per 305 miliardi di dollari USA (superando i 281 miliardi di dollari dell'esercizio 2019, prima dell'impatto della pandemia).

Le 15 società con vendite di beni di lusso superiori a 5 miliardi di dollari hanno contribuito per oltre i due terzi delle vendite totali di beni di lusso delle prime 100 aziende. Le 45 aziende con vendite pari o inferiori a 1 miliardo di dollari hanno contribuito solo per il 6,7%.

Settantatre delle prime 100 aziende hanno registrato una crescita delle vendite di beni di lusso nel 2021, rispetto alle sole 20 aziende nel 2020. Il margine di profitto netto composito per le 78 società che hanno riportato utili netti è più che raddoppiato al 12,2% su base annua.

Mentre l'Italia con 23 società ha ancora il maggior numero di società di beni di lusso, 8 società francesi hanno contribuito con la quota maggiore (più di un terzo) alla Top 100 delle vendite di beni di lusso nel 2021.

Lvmh, Kering, Estee Lauder, Chanel e L’Oréal sono i primi cinque nomi nella classifica 2022 di Deloitte: il loro fatturato supera i 122 miliardi di dollari.

Il gruppo Prada, Moncler e Giorgio Armani, i tre principali gruppi italiani in classifica, in forma aggregata rappresentano il 35% delle vendite realizzate dalle aziende italiane presenti nel ranking. Il gruppo Marcolin ha registrato il net profit margin più alto dell’intera classifica: 33,4%, seguito da Hermès con 27,3%.

Economia circolare

L'industria della moda e del lusso, criticata per l'impatto ambientale dei processi di produzione e delle abitudini di consumo, sta adeguandosi ai  principi dell'economia circolare per proporre un lusso sempre più sostenibile. L'adozione di un modello di economia circolare assicura infatti notevoli benefici:

  • la riduzione della pressione sull'ambiente
  • il miglioramento della sicurezza dell'approvvigionamento delle materie prime
  • l'aumento della competitività
  • lo stimolo dell'innovazione
  • il rilancio della crescita economica
  • la creazione di nuovi posti di lavoro.

Sempre più aziende stanno seguendo nelle loro strategie i criteri ESG (Environmental, Social, and Governance), sviluppando nuovi materiali rispettosi dell'ambiente e adottando nuovi approcci nel design, nella produzione, nella distribuzione e nella comunicazione.

La crescente attenzione per il consumo consapevole ha spinto il mondo del lusso a considerare la rivendita come soluzione strategica per limitare l'impatto ambientale dei prodotti. Per rendere più trasparente il mercato dell'usato (la maggior parte delle transazioni avviene online) si stanno adottando nuove soluzioni tecnologiche basate su tecnologia blockchain per certificare la provenienza dei beni e contrastare la contraffazione.

Il metaverso offre infine l'opportunità di reinventare l'esperienza del lusso, aumentando la credibilità aziendale, il coinvolgimento del marchio e la fidelizzazione dei clienti.

Fonte: Deloitte (Global Powers of Luxury Goods 2022)

 

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