2 febbraio 2021

Crollo del turismo nel 2020

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Le restrizioni ai viaggi causate dalla pandemia hanno colpito come non mai il settore turistico globale: il calo del 74% degli arrivi di turisti nel mondo ha causato perdite per 1.300 miliardi di dollari rispetto al 2019.

Crollo del turismo nel 2020

L'Organizzazione mondiale del turismo (Omt-Unwto) precisa che la perdita registrata nel 2020 è  11 volte maggiore rispetto a quella registrata durante la crisi economica globale del 2009. Il turismo internazionale tornerà ai livelli del 2019 solo tra 3 - 4 anni.

Secondo gli analisti, oltre ai vaccini, per promuovere viaggi sicuri e per favorire la ripresa saranno fondamentali i test, il tracciamento e i certificati di vaccinazione.

In Europa il calo del 70% sul 2019 ha comportato la perdita di 500 milioni di arrivi.

Il Medio Oriente-Africa ha registrato una riduzione del 75%, nelle Americhe il calo è del 69%.

Variazione % 2020 per regioni

Turismo mondiale 2020

In Italia

Federalberghi

Nell’Audizione alla Camera dei deputati del 27 gennaio 2021 sulla proposta di piano nazionale di resilienza, Federalberghi ha ricordato che nei primi dieci mesi del 2020 i pernottamenti si sono ridotti del 51,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con la perdita di 207 milioni di presenze turistiche.

Ancor più marcato è il calo della domanda straniera, che ha fatto registrare una riduzione del 68,9%. Un dato allarmante, considerato che il turismo internazionale contribuisce per il 50,5% del totale dei pernottamenti e che la spesa dei turisti stranieri contribuisce al saldo della bilancia commerciale con 44,3 miliardi di euro, pari al 41% delle esportazioni di servizi e a circa l’8% di quelle complessive.

Si può stimare che il 2020 si sia chiuso con una perdita di 236 milioni di presenze, con un calo medio di oltre il 54% rispetto all’anno precedente, con punte che in alcune località hanno superato l’80%.

Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo

Anche i dati dell'Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano confermano la difficoltà del momento: la sola componente digitale ha subito un calo di oltre 9 miliardi di € rispetto al 2019. L’e-commerce di viaggi degli italiani nel 2020 segna un -60% assestandosi a 6,2 miliardi di euro.

L’impatto è meno marcato su ospitalità, trasporti di terra e di mare e attrazioni, grazie soprattutto al turismo di prossimità.

I trasporti si confermano la categoria merceologica più acquistata su internet (60%), ma perdono 1 punto percentuale rispetto al 2019 in favore degli alloggi (34%, +3 punti). Ad impattare su questa tendenza vi è la prevalenza del mercato domestico e la preferenza per l’utilizzo dei mezzi di trasporto di proprietà. Seguono, con un 6%, i pacchetti e tour organizzati.

La spesa per i viaggi d’affari scende a 7,6 miliardi di euro, in diminuzione del 63% sull’anno precedente. Il mercato nazionale (3,2 miliardi di euro) realizza la performance “migliore” (-56%), quello internazionale (4,4 miliardi) si riduce di due terzi (-67%) anche a causa della forte riduzione dei prezzi del trasporto e del deprezzamento del dollaro contro l’euro (-2%).

La necessità di distanziamento sociale ha accelerato il già avviato processo di digitalizzazione del journey:

  • il 30% delle strutture ricettive adotta soluzioni di pagamento da mobile e offre la possibilità di check-in online, o da mobile (era solo l’8% nel 2019).
  • hanno subito un’impennata l’assistenza tramite chatbot (14%, era il 2%) e i tour virtuali delle camere (13%).

Tra i trend segnalati dall'Osservatorio il neverending tourism che offre la possibilità di estendere nello spazio e nel tempo l’esperienza turistica, sia fisica che digitale, tramite contenuti online (visite a musei e città, corsi di cucina legati ai territori visitati), o prodotti del territorio per anticipare nel pre-viaggio e proseguire nel post-viaggio la relazione con il cliente.

Fonte: Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo

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