21 febbraio 2022

Crisi Ucraina e scambi agroalimentari

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In un contesto contrassegnato da forti rialzi dei prezzi dell'energia e delle materie prime, le tensioni al confine ucraino apportano ulteriore incertezza negli scambi agroalimentari con l'Ue-27.

Crisi Ucraina e scambi agroalimentari

Secondo le elaborazioni Ismea su dati COMTRADE (data base ITC) le esportazioni agroalimentari dell'Ucraina verso la Ue-27 sono state pari a 5,4 miliardi di euro nel 2020 (quota del 28%).

L'Italia si posiziona al decimo posto tra gli acquirenti per un fatturato di 496 milioni di euro (pari al 3% dell'export agroalimentare ucraino, in flessione del 19% su base annua). 

Il nostro Paese acquista dall'Ucraina soprattutto oli grezzi di girasole, mais e frumento tenero. Relativamente al mais, l'Ucraina è il nostro secondo fornitore dopo l'Ungheria, con una quota di poco superiore al 20% sia in volume che in valore. Una situazione che suscita qualche preoccupazione vista la consistente riduzione della produzione interna di mais (-30% negli ultimi 10 anni) e la ormai strutturale dipendenza degli allevamenti dal prodotto di provenienza estera.

Nei primi dieci mesi del 2021, le importazioni complessive italiane di mais si sono ridotte in volume del 13% annuo, per un totale di circa 4 milioni di tonnellate, con una flessione del 15% per quello di provenienza ucraina (466 mila tonnellate).

Più marginale il ruolo dell'Ucraina per il frumento tenero, altro prodotto per il quale l'Italia è fortemente deficitaria, che si configura come sesto fornitore con una quota pari al 5% in volume e in valore dell'import totale nazionale. Tra gennaio e ottobre 2021, anche le importazioni complessive nazionali di frumento tenero si sono ridotte del 4% circa su base annua (a 3,6 milioni di tonnellate), mentre le richieste dall'Ucraina si sono più che dimezzate (a 107 mila tonnellate). 

L'Italia nel 2020 è risultata il secondo fornitore di prodotti agroalimentari dell'Ucraina, dopo la Polonia, con una quota del 7% pari a 415 milioni di euro.

Come evidenzia Coldiretti, la Russia è il principale Paese esportatore di grano a livello mondiale, mentre l’Ucraina si colloca al terzo posto. Un eventuale conflitto potrebbe bloccare le spedizioni dai porti del Mar Nero con un crollo delle disponibilità sui mercati mondiali già in grande tensione con effetti sull’inflazione.

L’ Ucraina produce circa 36 milioni di tonnellate di mais per l’alimentazione animale (5° posto nel mondo) e 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane (7° posto al mondo).

L’Italia importa il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e nel 2021 ha importato oltre 120 milioni di chili di grano dall’Ucraina e circa 100 milioni di chili di grano dalla Russia (che peraltro ha già annunciato di limitare dal 15 febbraio al 30 giugno prossimo le proprie esportazioni di grano).

 

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