21 giugno 2023

Cresce l’export italiano di grappa e distillati

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AssoDistil, Associazione Nazionale Industriali Distillatori di Alcoli e acquaviti, ha presentato i risultati del settore in occasione dell’assemblea annuale.

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I dati 2022 riferiti alla produzione italiana di alcol etilico (NC 2207) si attestano su 1,124 milioni ettanidri (+16%, rispetto all’anno precedente). I cereali continuano a rappresentare la principale materia prima utilizzata per la produzione di alcole in Italia, 922 mila ettanidri, seguiti dalle materie vinose, 285 mila ettanidri.

La produzione di alcoli e acquaviti da vino risente della situazione di crisi del mercato del vino e ha fatto registrare volumi ai minimi storici, mentre è in aumento la produzione di alcoli e acquaviti da frutta che ritorna quasi ai livelli pre-Covid (+60% rispetto all’anno precedente).

Secondo l’Istat nel 2022, in termini quantitativi, sono entrati in Italia 2.917.407 ettanidri di etanolo, con un incremento del 10% rispetto all’anno precedente. Tra il 2022 e il 2021 l’import in Italia dai Paesi extra UE ha subito un incremento dell’84%, in particolare le importazioni dal Pakistan hanno subito un incremento dei volumi di circa il 109% con 940.000 ettanidri, seguiti dall’Ungheria che fornisce all’Italia 636.000 ettanidri. Le esportazioni italiane di etanolo ammontano a 668.930 ettanidri (+2% rispetto al 2021).

Secondo i dati di Format Research, l’82% delle imprese del comparto lamenta un incremento dei costi dell’energia, mentre l’87% un aumento dei costi delle materie prime (una impresa su 2 ha registrato rincari superiori al 20%).

8 imprese su 10 hanno interesse a essere percepite come sostenibili e il 72% ritiene che il fattore green costituisca un incentivo per il consumatore in fase di acquisto. Il 21% delle imprese possiede almeno una certificazione green e il 43% non ancora in possesso di tali certificazioni intende dotarsene nei prossimi due anni, percentuale che sale al 46% considerando il prossimo quinquennio.

Export di grappa

Il settore distillatorio è un esempio emblematico di sostenibilità ed economia circolare: la grappa, ad esempio, è prodotta impiegando i sottoprodotti della vinificazione e, a loro volta, i residui della distillazione vengono utilizzati per produrre fertilizzanti ed energia pulita.

Lo scenario produttivo delle acquaviti, nel 2022, si presenta in crescita con un volume di 95.410 ettanidri e +10% rispetto all’anno precedente, anche se con valori inferiori a quanto registrato negli anni 2012 - 2015.

In particolare la grappa, con 83.000 ettanidri prodotti nel 2022, segna +12% rispetto all’anno precedente, seguono le acquaviti da frutta con un volume di 10.000 ettanidri prodotti (+59% rispetto ai volumi del 2021). In ripresa anche i volumi delle acquaviti da uva che con una produzione di 610 ettanidri mostrano un aumento del 53% rispetto all’anno precedente. Le acquaviti di vino mostrano, invece, una forte riduzione dei volumi prodotti nel 2022 con 1.800 ettanidri (-71% rispetto all’anno precedente).

Secondo Nomisma, l’export della grappa cresce dell’8% e raggiunge nel 2022 i 60 milioni di euro rispetto ai 51,5 milioni del 2021 (+16% in valore).

La sola Germania assorbe il 59% dell’export italiano di settore, seguita da Svizzera (14%) e Austria (5%). Da segnalare i risultati positivi dei mercati USA (+31% di export in valore) e Canada (+13% in valore) grazie anche ai progetti di promozione della grappa IG condotti negli ultimi anni nel Nord America.

Esportazioni grappa 2022

Ricordiamo che la grappa può essere prodotta esclusivamente con vinaccia ottenuta da uve prodotte e vinificate in Italia e può essere imbottigliata solo sul territorio italiano. Per tale motivo la grappa è un'indicazione geografica dell’Italia e nessun altro paese può usare questa designazione.

Il presidente di AssoDistil Antonio Emaldi ha evidenziato che: “Con l’introduzione delle misure preannunciate dall’Unione Europea che mirano a demonizzare il consumo di bevande spiritose e la contemporanea assenza di strumenti legislativi che garantiscano la necessaria tutela e promozione di queste bevande a Indicazione Geografica (IG), si mettono a rischio fino a mille posti di lavoro solo nelle distillerie. Le bevande spiritose devono poter usufruire delle stesse prerogative di cui godono i vini e gli alimenti a Indicazione Geografica, altrimenti con la possibilità di produzione di bevande a nome grappa fuori dall’Italia si rischia di compromettere il fatturato del comparto».

Il presidente ha infine auspicato che “Finalmente venga firmato il Decreto, fermo da cinque anni, che porterebbe al riconoscimento del Consorzio di Tutela della Grappa”.

Fonte: Assodistil

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