La ripresa dell’attività produttiva dopo la fase pandemica è stata infatti condizionata dal ritorno dell’inflazione, dagli effetti del conflitto Russia - Ucraina e dall’ondata di rincari dei prezzi delle materie prime energetiche, agricole e industriali.
L’indicatore sintetico di competitività ISCo - che misura la performance di ciascun comparto in termini relativi rispetto a quella dell’intera industria manifatturiera - mostra nel 2022 valori superiori alla media per 12 settori su 23, soprattutto abbigliamento e pelli, farmaceutica, altri mezzi di trasporto, coke e raffinazione. Recuperano automobilistico ed elettronica; in ritardo mobili, gomma e plastica, metallurgia.
Nel terziario, l’indice del fatturato (+13,4%) nel 2022 è aumentato in tutti i settori, accelerando nelle attività legate al turismo e più toccate dall’emergenza pandemica: agenzie di viaggio, alloggio e ristorazione, trasporto aereo. In forte accelerazione anche il trasporto marittimo.
Il commercio estero settoriale
Export
La dinamica dell’export settoriale in valore è stata piuttosto eterogenea e meno brillante del 2021. In accelerazione coke e raffinazione (+80%), carta (+30,9%), elettronica (+20,5%); in recupero la farmaceutica (+42,8%). La dinamica in quantità è stata invece negativa in 12 settori su 23, ma con segnali di tenuta in alcuni comparti: pelli (+7%), tessile (+2,2 %), alimentari (2,1%), abbigliamento (+1,5%).
Nel 2022, rispetto all’anno pre-pandemia, si osserva un ridimensionamento delle quote di export in volume per i macchinari (-1,6 punti percentuali), per gli autoveicoli (cinque decimi di punto), per l’abbigliamento (cinque decimi) e per le pelli (due decimi).
Cresce il peso dei prodotti alimentari (nove decimi) e delle bevande (due decimi). Si accresce anche la rilevanza delle esportazioni dell’elettronica (4 decimi), dei mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli (otto decimi). La farmaceutica ha registrato, rispetto al 2019, un rafforzamento della propria quota di export (due decimi), recuperando pienamente la caduta del 2021.
Tra i principali partner commerciali dell’Italia, Stati Uniti, Germania, Francia, Spagna, Regno Unito, Russia e Cina spiegano complessivamente circa la metà dell’export in volume della manifattura.
- La Germania assorbe il 14,4% delle vendite di prodotti alimentari, il 10,4% del tessile, il 18,2% degli autoveicoli
- La Francia è il principale mercato di sbocco per le esportazioni di abbigliamento (12,1%), pelli (15,4%), legno (15,9%) e mobili (17,8%).
- Gli Stati Uniti prevalgono come principale riferimento per le vendite di bevande (21,3 per cento), coke e raffinazione (7,9%), macchinari (11,6%), altri mezzi di trasporto (26,6 per cento) oltre che per la farmaceutica (18,3%).
Import
Per quanto riguarda le importazioni, dopo il rialzo del 2021 (+28,7%), la dinamica in valore ha registrato nel 2022 una accelerazione (+36,5%). L’aumento degli acquisti dall’estero ha interessato tutti i settori produttivi, ad eccezione degli altri mezzi di trasporto. I rialzi più marcati hanno riguardato i prodotti petroliferi e raffinati (+75,7%, dopo il +53 nel 2021), il comparto della carta (+46,4%), delle pelli e dell’abbigliamento (rispettivamente +36,6 e +33%). Viceversa, una dinamica relativamente più contenuta rispetto al 2021 è stata registrata per i prodotti della metallurgia (+27%, contro il +43,2 dell’anno precedente), i prodotti in metallo (+24,7%, dopo il +32,7), i mobili (+19,2%, a fronte del +26,7 del 2021).
- La Germania continua a rappresentare il principale fornitore, detenendo le quote più elevate in 11 settori su 23; particolarmente rilevante il suo ruolo nel comparto della farmaceutica, pari a quasi il 50 per cento del totale dell’import del settore. Il peso del mercato tedesco come origine delle importazioni settoriali è inoltre rilevante anche per i settori dei macchinari (25,9%), degli autoveicoli (28,9%), dei prodotti in metallo (21,7%) e della gomma e plastica (22,6%).
- Gli Stati Uniti rappresentano il principale fornitore per l’Italia solo nel comparto degli altri mezzi di trasporto (17,6%).
- La Cina continua a costituire il mercato di provenienza privilegiato nella filiera del tessile-abbigliamento (26,9% nel tessile, 14% nell’abbigliamento, 17,7% nelle pelli), nell’elettronica (18,9%) e nei prodotti elettrici (23%).
Fonte: Istat (Rapporto sulla competitività dei settori produttivi - Edizione 2023)