29 giu 2023 17:02 29 giugno 2023

Le imprese coesive esportano di più

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La crisi ambientale, economica e sanitaria, le conseguenze dell’invasione Russa in Ucraina, l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, hanno dimostrato la necessità di risposte collettive.

Le imprese coesive esportano di più

Le “reti di scopo” mettono insieme soggetti differenti e generano un tessuto di relazioni che abilita lo scambio virtuoso di conoscenze, buone pratiche e valori condivisi.

L’impresa coesiva è un’impresa che mette al centro del proprio modello di business le relazioni, riconoscendo il valore dell’interdipendenza con tutti i soggetti coinvolti (solo insieme agli altri è possibile rendere circolari le proprie filiere, adattarsi ai cambiamenti, innovare e competere).

La coesione nelle imprese migliora il radicamento nei territori, accresce il senso di appartenenza e soddisfazione dei dipendenti, migliora il dialogo con i clienti, rafforza le relazioni di filiera e distrettuali, generando effetti positivi sulla competitività. Queste le conclusioni del Report recentemente pubblicato da Fondazione Symbola, Unioncamere e Intesa Sanpaolo in collaborazione con AICCON, IPSOS e Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne.

Vantaggi dei modelli di business fondati sulle relazioni

Oggi la coesione per le imprese non è solo una tendenza etica, ma un ingrediente fondamentale per essere più competitive. Le imprese coesive:

  • collaborano con università, artisti, designer per accelerare l’innovazione o scoprire nuove applicazioni di materiali e prodotti
  • rafforzano le proprie comunità insieme al terzo settore e coinvolgono la società civile in progetti sociali o ambientali
  • approfondiscono il dialogo e l’ascolto con i propri clienti per intercettare tendenze e bisogni della comunità che diventa testimonial e portavoce dei valori dell’azienda
  • riorganizzano e rafforzano la propria filiera, migliorando le proprie performance e quelle dei fornitori
  • aumentano il valore dell’azienda coinvolgendo i lavoratori negli obiettivi di business
  • collaborano con le istituzioni per potenziare i servizi locali, co-investendo insieme in progettualità di interesse per la comunità
  • si alleano con altre imprese, che siano della filiera o addirittura competitor, per dare vita a ecosistemi di qualità, sostenibili e più resilienti, oppure per scambiare materie prime e conoscenze aumentando insieme il fatturato.

Secondo il report cresce in Italia il numero di imprese coesive: la quota 2022 è pari al 43%, superiore a quella del 2020 (37%, anno condizionato dalla pandemia) e a quella del 2018 (32%).

I territori con un maggior grado di coesione si concentrano principalmente nel Nord Italia: le due province del Trentino-Alto Adige, Bolzano e Trento; Aosta; Pordenone, Udine e Gorizia del Friuli-Venezia Giulia; Verona, Rovigo, Treviso e Padova del Veneto; Modena, Rimini e Ravenna dell’Emilia-Romagna; Bergamo, Sondrio, Cremona, Brescia, Monza e Milano della Lombardia; Cuneo, Asti, Biella e Vercelli del Piemonte. Nel Mezzogiorno spiccano invece le province di Oristano in Sardegna, Campobasso in Molise, Bari in Puglia e Salerno in Campania.

Fatturato, occupazione e esportazioni

Le imprese coesive hanno la capacità di ottenere risultati migliori rispetto alle altre imprese:

  • il 55,3% delle imprese coesive stima per quest’anno aumenti di fatturato rispetto al 2022 (contro il 42,3% delle altre imprese)
  • il 34,1% prevede di incrementare l’occupazione nel 2023 (rispetto al 24,8% delle altre imprese)
  • il 42,7% incrementerà le esportazioni (contro il 32,5% delle altre imprese); inoltre il 22% delle imprese coesive ha dichiarato un aumento delle quote di export nel biennio 2021-2022 (vs il 14% delle non coesive).

Il 26% delle imprese coesive punterà nei prossimi tre anni ad aumentare la quota di fornitori locali e/o nazionali rispetto a quelli esteri per migliorare la qualità dei prodotti, per contenere i prezzi di acquisto ed evitare problemi di approvvigionamento legati a tensioni sanitarie, ambientali e geopolitiche.

Transizione green e digitalizzazione

Si conferma la propensione al green delle imprese coesive: quasi due su tre hanno investito/investiranno in sostenibilità ambientale (62,1%) per le altre imprese il valore è 33,2%. Il 16,9% ha messo in atto attività di rendicontazione di sostenibilità (bilancio sociale, rating ESG, ecc.) rispetto all’8,8% delle altre imprese.

Le imprese coesive sono consapevoli che i propri clienti sono interessati a comprendere l’effettiva qualità della proposta, non solo legata al prodotto, ma anche al comportamento complessivo dell’impresa rispetto ad ambiente, società, salute, territorio e comunità. Inoltre i consumatori oggi sono disposti a spendere di più per brand in cui credono e per prodotti che lo meritano.

È fondamentale che le aziende si impegnino maggiormente non solo nella promozione dei propri prodotti e servizi, ma anche nella divulgazione delle motivazioni che guidano le loro azioni dato che i cittadini dimostrano sensibilità per il tema e riconoscono il valore dell’elemento coesivo.

Anche dal punto di vista della transizione digitale, le imprese coesive nel 46,9% dei casi hanno adottato o stanno adottando tecnologie digitali nel periodo 2022-2024 (la quota è del 24,4% nelle altre imprese) e in tre casi su quattro hanno introdotto o stanno introducendo innovazioni (nelle altre imprese non si arriva alla metà del totale).

Fonte: Unioncamere (ISBN 978-88-99265-93-9)

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