25 maggio 2023

Classifica turismo d’affari ICCA: Italia terza nel 2022

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L’Italia legata al turismo business scala le classifiche mondiali ICCA (International Congress and Convention Association): è terza con oltre 520 meeting dopo la Spagna (528) e gli USA (690).

Classifica turismo d’affari ICCA: Italia terza nel 2022

Nel 2021 si è registrata una ripresa del segmento business (+31%) rispetto ai livelli del 2020, anno in cui la spesa globale per i viaggi aziendali era crollata del -56% sul 2019 a causa della pandemia. Nel 2022 circa l'85% dei meeting si sono svolti in presenza, circa 9.000 su un totale di oltre 10.500.

Roma e Milano sono al quattordicesimo e diciottesimo posto con 79 e 66 meeting rispettivi e nel ranking europeo salgono entrambe di una posizione.

Il nuovo trend che emerge dall’indagine ENIT su dati ForwardKeys è coniugare sempre più tempo libero e business (formula blended). Secondo Skyscanner, un intervistato su sei è propenso ad accettare viaggi combinati: lavorare in vacanza è una scelta strategica in quanto “si ha più tempo nella destinazione" (55%) e “risulta più economico, volando in orari più tranquilli" (51%).

Insieme al settore Meeting, Incentives, Conferences and Exhibition (MICE) - che ha saputo promuovere le opportunità di prolungare il soggiorno d’affari per conoscere meglio i territori, i prodotti tipici e le tradizioni - il lavoro flessibile ha contribuito alla crescita dei viaggi blended.

  • Per i dipendenti, la combinazione di lavoro e tempo libero rende i viaggi più convenienti: le spese del viaggio sono coperte dal datore di lavoro, i fondi personali risparmiati possono essere spesi nella destinazione.
  • Per i datori di lavoro, consentire al personale di abbinare viaggi di piacere a quelli di lavoro può comportare una maggiore soddisfazione dei dipendenti. La crescita dei viaggi combinati potrebbe aver contribuito all'aumento della durata media complessiva del soggiorno dei viaggiatori. Nel 2019 su Trip.com la durata media di un viaggio di andata e ritorno prenotato è di 9 giorni, nel 2022 sale a circa 14 giorni. I dati di ForwardKeys confermano la tendenza: la durata media passa da 11 giorni nel 2019 a 14 giorni nel 2022.

La popolarità dei viaggi combinati è visibile anche nei dati che riguardano i pagamenti. Su Trip.Biz, i viaggiatori selezionano sempre più sia "Personal Travel” (per spese personali) che “Mixed Payments” (per integrare i budget aziendali con fondi personali). Nel 2022, le prenotazioni per i voli personali sono aumentate del +22% rispetto al 2021 e del +33% rispetto al pre-pandemia, con un andamento analogo per le prenotazioni di alloggi.

Secondo le previsioni di Euromonitor, la spesa mondiale dei viaggiatori che uniscono lavoro e tempo libero dovrebbe più che raddoppiare tra il 2021 e il 2027, passando da 150 miliardi di dollari a circa 360 miliardi. 

Per trarre vantaggio dal crescente interesse verso i viaggi misti, diversi Paesi stanno introducendo visti specifici conosciuti come visti per i nomadi digitali, che consentono ai visitatori stranieri di lavorare a distanza in un paese per un periodo prolungato, di solito senza tasse.

Nel complesso, il 24% delle aziende (8% USA - 16% Europa) prevede che la spesa per i viaggi aziendali recuperi il 75% dei livelli del 2019 nella prima metà del 2023.  Il pieno recupero del volume di spesa entro la fine del 2024 è atteso dal 71% delle aziende statunitensi e dal 68% delle aziende europee. 

Il numero di viaggiatori internazionali in Italia per motivi di lavoro registra una ripresa già nel 2021 sul 2020 (+17,4%) per poi proseguire nel 2022 con una crescita del 23,6% in più sull’anno precedente. In totale, circa 13,4 milioni di turisti business provenienti dall'estero che tuttavia risultano ancora inferiori al 2019 nella misura del -14,1%. I pernottamenti effettuati sono 45,6 milioni con un incremento del +38,8% sul 2021 e anche del +4,4% sul 2019.

La spesa sostenuta dagli stranieri per i viaggi d'affari in Italia è di oltre 4,3 miliardi di euro nel 2021 e sale a 6,4 miliardi di euro nel 2022, in aumento del +47,4%. Gli introiti superano i livelli pre-pandemia del +10,4%.

Nel 2022, la quota parte della spesa per i viaggi d’affari in Italia sul totale degli introiti turistici internazionali è del 14,5%, leggermente superiore al risultato del 2019 (13,1%).

Fonte: ENIT

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