Secondo il recente “Focus on” di SACE, i vini fermi rossi e rosé guidano la domanda estera di vini italiani (40% dell’export complessivo); nel 2023 hanno registrato una contrazione consistente (-5,5%) attestandosi a € 3,1 miliardi di vendite.
Seguono gli spumanti che sfiorano il 30% delle vendite estere (quasi 10 punti percentuali in più rispetto al 2019) e superano € 2,2 miliardi.
Stabili nel tempo a € 1,7 miliardi le esportazioni di vini bianchi fermi, mentre continua la crescita dei vini frizzanti (+7,5% rispetto lo scorso anno).
Il Veneto risulta la principale regione esportatrice di vini con un peso del 36,3% sul totale vendite oltre confine; più contenuti, ma comunque significativi quelli di Piemonte, e Toscana.
Seguono il Trentino-Alto Adige, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, mentre le altre regioni hanno quote di export inferiori: Abruzzo (3%), Puglia e Friuli-Venezia Giulia (2,8% entrambe) e Sicilia (2,1%).
Principali esportatori di vino
Francia, Italia e Spagna, nell’ordine, guidano la classifica dei maggiori esportatori mondiali di vino:
- Parigi rappresenta oltre il 30% dell’export mondiale di vino
- Roma si conferma al secondo posto (20,9%)
- Segue a distanza Madrid (8,1%).
Numerosi paesi hanno un peso che oscilla tra il 3% e il 5%: Cile (4,8%), Australia (3,7%), USA (3,7%), Nuova Zelanda (3,6%).
Secondo gli analisti SACE, il vino italiano, grazie alla sua qualità e ai prezzi relativamente più contenuti rispetto soprattutto a quelli francesi, ha le potenzialità per incrementare ulteriormente le proprie quote di mercato.
Mercati di destinazione del vino italiano
Il primo mercato di sbocco dei vini italiani nel 2023 sono gli Stati Uniti (22,6% dell’export con € 1,8 miliardi di vendite, in calo del 5,3% rispetto al 2022).
Segue la Germania con € 1,2 miliardi di vendite italiane (15,3% dell’export enologico) e in crescita del 2,7%.
Al terzo posto il Regno Unito con € 843 milioni (quota di export del 10,8% e +4% rispetto al 2022).
Sotto il mezzo milione di euro di export risultano: Svizzera, Canada e Francia, con quote tra il 4% e il 5%.
Il vino italiano ha registrato forti crescite anche in mercati minori ancora poco presidiati, come ad esempio il Kazakistan (+45,6%, a fronte di valori esportati comunque contenuti: € 7,4 milioni) o l’Indonesia (+32,9% rispetto al 2022, a € 6,6 milioni). Cresce anche l’export in Europa: Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Croazia e Serbia.
Previsioni consumi di vino
L’export di vini è atteso crescere nei prossimi tre anni a un ritmo medio annuo del +2,9% che permetterà al settore di superare gli € 8,5 miliardi nel 2026.
I consumi di vino negli USA e nel Regno Unito dovrebbero avere, nel prossimo biennio, una crescita media annua del 2,5% e dell’1,2% rispettivamente.
Stabili invece le previsioni di vendita verso la Germania e la Svizzera (35,4% la quota di mercato italiana).
In Canada (22% la quota di mercato italiana) consumi in aumento del 2,1%.
I consumi sono attesi crescere ampiamente sopra la media in Giappone (+5,9% nel 2024-25 a fronte di una quota di mercato ancora relativamente contenuta) e in Cina, dove la quota italiana si sta incrementando nel tempo (circa +3 p.p. rispetto a tre anni fa).
Fonte: SACE (Focus on Vino)
Le previsioni SACE sono confermate dall’ultimo outlook di Bain & Company sul settore vitivinicolo italiano che prevede una crescita media annua delle esportazioni italiane fra il 3 e il 4% a partire dal 2025.
A trainare la crescita dell’export il Prosecco apprezzato dai consumatori sempre più orientati verso vini leggeri e “facili”. Anche gli altri bianchi cresceranno bene, mentre per i rossi più corposi gli analisti si attendono una complessiva contrazione dei volumi.
Fanno eccezione i rossi super-premium, come i grandi piemontesi e quelli toscani, che continuano a vendere in particolare nei paesi scandinavi e negli Stati Uniti.
Approfondimenti: Export Italia - Consuntivo 2023 > | Osservatorio del Vino UIV