Bollettino economico BCE 5 / 2022

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L’attività economica nell’area dell’euro sta rallentando. L’aggressione della Russia verso l’Ucraina, l’impatto dell’elevata inflazione, i perduranti vincoli dal lato dell’offerta esercitano un effetto frenante.

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Nella riunione del 21 luglio 2022, il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE e ha approvato lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria (Transmission Protection Instrument, TPI).

Il TPI rappresenta un ulteriore strumento a disposizione del Consiglio direttivo, attivabile per contrastare ingiustificate e disordinate dinamiche di mercato che mettono seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutta l’area dell’euro. La portata degli acquisti del TPI dipenderà dalla gravità dei rischi per la trasmissione della politica monetaria. Gli acquisti non sono soggetti a restrizioni

L’aggressione della Russia verso l’Ucraina rappresenta un persistente freno alla crescita. L’impatto dell’elevata inflazione sul potere d’acquisto, i perduranti vincoli dal lato dell’offerta e la maggiore incertezza esercitano un effetto frenante sull’economia.

 Le imprese continuano a fronteggiare costi più elevati e interruzioni nelle catene di approvvigionamento, sebbene vi siano timidi segnali di un allentamento di alcune strozzature dal lato dell’offerta.

L’attività economica continua a trarre beneficio dalla riapertura dell’economia, dal vigore del mercato del lavoro e dal sostegno fornito dalle politiche di bilancio. Con la ripresa dei viaggi, il turismo dovrebbe favorire l’economia nel terzo trimestre di quest’anno. I consumi sono sostenuti dai risparmi accumulati dalle famiglie durante la pandemia e dalla solidità del mercato del lavoro.

A giugno l’inflazione è ulteriormente salita all’8,6 per cento. L’impennata dei prezzi dei beni energetici è stata ancora la componente più importante dell’inflazione complessiva. Le quotazioni dei beni energetici a livello mondiale rimarranno elevate nel breve periodo. Si è inoltre registrato un ulteriore aumento dell’inflazione dei beni alimentari, attestatasi all’8,9 per cento a giugno, riflettendo in parte la rilevanza di Ucraina e Russia quali produttori di beni agricoli.

In una prospettiva di lungo periodo, in assenza di nuove turbative, i costi dell’energia dovrebbero stabilizzarsi e le strozzature dal lato dell’offerta dovrebbero attenuarsi.

Nel secondo trimestre del 2022 la crescita del PIL in termini reali dovrebbe essere stata sostenuta dalla ripartenza dell’economia e dalla vigorosa attività nel settore del turismo, malgrado la guerra in Ucraina, l’elevata inflazione, l’inasprimento delle condizioni di finanziamento e la persistente incertezza.

Nel primo trimestre del 2022 il PIL in termini reali nell’area dell’euro è cresciuto dello 0,5 per cento sul periodo precedente, trainato dal contributo positivo fornito dell’interscambio netto e dalle scorte, mentre la domanda interna ha segnato una contrazione.

Per il secondo trimestre del 2022, l’impatto positivo sull’attività dell’area dell’euro esercitato dalla revoca delle restrizioni dovute alla pandemia sembra avere più che compensato il persistere di fattori sfavorevoli alla spesa per consumi e investimenti.

Nei primi due mesi del secondo trimestre la produzione industriale (al netto delle costruzioni) si è collocata lievemente al di sotto del livello segnato nel primo trimestre. Nell’area dell’euro l’indice composito dei responsabili degli acquisti (Purchasing Managers’ Index, PMI) relativo al prodotto si è collocato, in media, a 54,2 nel secondo trimestre, solo lievemente al di sotto del valore registrato nel periodo precedente. A giugno il PMI relativo al prodotto nel settore manifatturiero ha segnato una contrazione per la prima volta da giugno 2020, scendendo al di sotto di 50. Ciò ha indicato un indebolimento dell’attività nel comparto manifatturiero.

A giugno, inoltre, il PMI relativo ai nuovi ordinativi nel settore manifatturiero ha continuato a diminuire, mentre il PMI relativo ai tempi di consegna dei fornitori ha mostrato che, pur rimanendo tese, le strozzature dal lato dell’offerta si sono in una certa misura attenuate.

Per contro, nel secondo trimestre del 2022 l’attività nel settore dei servizi ha segnato una ripresa e nel terzo trimestre dovrebbe ulteriormente rafforzarsi.  Nel secondo trimestre il PMI relativo all’attività nei servizi si è collocato in media a 55,6, in lieve miglioramento rispetto alla media del primo trimestre.

Fonte: BCE (4 agosto 2022)

 

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