Nel primo trimestre del 2021 il PIL ha decisamente accelerato negli Stati Uniti e in Cina, si è fortemente ridotto in Giappone e nel Regno Unito.
Nel primo trimestre è proseguita la ripresa del commercio mondiale, in linea con il miglioramento dell’attività economica. Secondo le stime di Banca d’Italia, gli scambi cresceranno nel 2021 dell’11 per cento, superando i livelli prepandemici.
Per il secondo trimestre gli indici dei responsabili degli acquisti delle imprese (purchasing managers’ index, PMI) confermano la ripresa dell’economia statunitense e segnalano un recupero dell’attività economica nel Regno Unito, esteso al settore dei servizi; per il Giappone suggeriscono che la crescita sia molto più debole e limitata al settore manifatturiero.
In Cina, dove l’attività economica si è già riportata sui livelli precedenti la crisi sanitaria, gli indici PMI rimangono sopra la soglia di espansione; nelle altre principali economie emergenti indicano invece un indebolimento nei mesi più recenti, in particolare in India.
Area dell’Euro
Dopo la contrazione osservata all’inizio del 2021, che ha interessato tutti i maggiori paesi tranne l’Italia, nell’area dell’euro il prodotto è in ripresa nel secondo trimestre; una crescita significativa è possibile nella seconda parte dell’anno, ma restano incertezze legate all’evoluzione della pandemia.
Nel primo trimestre del 2021 l’attività economica dell’area dell’euro è ancora diminuita (-0,3 per cento). Il prodotto si è ridotto nettamente in Germania e, meno marcatamente, in Spagna e in Francia; è invece appena aumentato in Italia. Il PIL sarebbe tornato a salire in misura sostenuta nel secondo trimestre di quest’anno. In giugno l’indicatore €-coin conferma una robusta crescita di fondo del prodotto dell’area, grazie al miglioramento delle attese di famiglie e imprese.
In base alle proiezioni degli esperti dell’Eurosistema pubblicate all’inizio di giugno, il PIL crescerebbe del 4,6 per cento nel 2021 e rispettivamente del 4,7 e del 2,1 per cento nei due anni successivi. Nel confronto con quelle dello scorso marzo, queste proiezioni sono più elevate di 0,6 punti percentuali sia per il 2021 sia per il 2022, soprattutto a seguito della forte ripresa ipotizzata per la seconda metà dell’anno in corso.
In maggio il credito alle società non finanziarie dell’area si è espanso dell’1,0 per cento (sui tre mesi in ragione d’anno). I prestiti sono cresciuti a un ritmo sostenuto in Germania e Italia (3,5 e 3,3 per cento, rispettivamente), mentre si sono contratti in Francia e Spagna (-4,5 e -4,0 per cento, rispettivamente).
In Italia
La crescita in Italia, appena positiva nel primo trimestre del 2021, si è accentuata in primavera, favorita dall’accelerazione della campagna di vaccinazione e dal graduale allentamento delle restrizioni. Nel primo trimestre del 2021 il PIL è salito dello 0,1 per cento nel confronto con il periodo precedente, con una significativa revisione al rialzo rispetto alla stima preliminare dell’Istat.
In base agli indicatori più recenti l’espansione del PIL nel secondo trimestre sarebbe stata superiore all’1 per cento: al nuovo aumento dell’attività nell’industria si è accompagnato un parziale recupero nei servizi.
La produzione industriale, nettamente aumentata in aprile (1,5 per cento sul mese precedente), ha subito in maggio una flessione della stessa entità. In base alle stime di Banca d’Italia, nel complesso del secondo trimestre ha continuato a espandersi all’1,3 per cento, un tasso analogo a quello del primo.
Nel primo trimestre le esportazioni di beni e servizi sono ancora cresciute, seppure a un ritmo più moderato rispetto alla fine del 2020. Il rallentamento è riconducibile alla componente dei beni, che si è comunque riportata in prossimità del livello precedente l’inizio della pandemia. Le vendite di beni ai paesi dell’area dell’euro sono cresciute, a differenza di quelle verso il resto del mondo, che hanno risentito della forte flessione del commercio con il Regno Unito, dovuta all’entrata in vigore del nuovo accordo sugli scambi e sulla cooperazione con la UE.
Tra i principali settori, i mezzi di trasporto, la metallurgia e la filiera della moda hanno contribuito negativamente alla crescita delle esportazioni. Si sono ridotte le esportazioni di servizi, in particolare quelli turistici e alle imprese.
Sono aumentate le importazioni, in un contesto di ripresa della domanda nazionale (cfr. il par. 2.1), in particolare per investimenti e scorte di magazzino.
Secondo gli indicatori più recenti, le vendite all’estero hanno continuato a crescere in primavera. Le esportazioni valutate a prezzi correnti si sono rafforzate nel bimestre aprile-maggio, sostenute da quelle sui mercati esterni alla UE.
Fonte: Bollettino economico Banca d’Italia luglio 2021
IHS Markit PMI®
Settore Manifatturiero Italiano
Secondo gli ultimi dati PMI, il settore manifatturiero italiano ha osservato a luglio l’ennesimo e rapido miglioramento delle condizioni. La crescita è rimasta vicina al livello record, anche se lo slancio è diminuito leggermente e ha raggiunto il livello più lento da febbraio per via delle pressioni sulla capacità e delle interruzioni sulla fornitura che hanno ostacolato la prestazione del settore.
L’Indice destagionalizzato PMI del settore manifatturiero italiano a luglio ha raggiunto il valore più basso da marzo di 60.3, in discesa da 62.2 di giugno. L’ultimo PMI è stato però il quarto maggiore mai riportato e ha mostrato un rapido miglioramento dello stato di salute del settore manifatturiero. La produzione è aumentata per il quattordicesimo mese consecutivo con l’ultima espansione che sebbene sia stata la più lenta in cinque mesi, è stata elevata.
Settore terziario italiano
Secondo i dati PMI® raccolti nel mese di luglio, il settore italiano dei servizi ha registrato la crescita più forte degli ultimi 14 anni, grazie all'allentamento delle restrizioni da COVID-19 e al ritorno dei viaggi internazionali che hanno incrementato la domanda da parte dei clienti. La ripresa record nelle nuove attività di esportazione ha fornito una spinta notevole al settore, con il totale dei nuovi ordini che è aumentato al ritmo più rapido dalla fine del 2017.
L’indice destagionalizzato delle Attività Economiche da 56.7 di giugno è salito a luglio a 58, segnalando una terza ripresa mensile consecutiva della produzione terziaria italiana, la più forte registrata da luglio 2007. L’incremento delle vendite di luglio è stato anche alimentato dai mercati internazionali. I nuovi ordini destinati all’esportazione sono aumentati di nuovo, registrando la crescita più veloce dall’inizio della serie storica, nel 2014.