Negli Stati Uniti, dopo la forte espansione dei consumi nel terzo trimestre, sono emersi alcuni segnali di rallentamento dell’attività. In Cina il protrarsi della crisi del settore immobiliare sta frenando la crescita, che rimane ben al di sotto del periodo pre-pandemico. Dopo la netta accelerazione nei primi due trimestri dell’anno, il PIL si è contratto in Giappone, a seguito di una riduzione degli investimenti.
Gli indici dei responsabili degli acquisti (PMI) delle imprese manifatturiere nelle principali economie avanzate sono rimasti sotto la soglia di espansione anche nel quarto trimestre; nei servizi l’attività si è mantenuta debole rispetto alla primavera.
Nel terzo trimestre il volume degli scambi commerciali si è contratto. Ha pesato l’inasprimento delle condizioni monetarie e finanziarie internazionali, in particolare per i beni di investimento. Secondo le stime di Banca d’Italia l’espansione dell’interscambio mondiale sarà dello 0,6% per il 2023 (dal 5,4 del 2022) e, nell’anno in corso, del 2,4%, in linea con il tasso di crescita atteso per il PIL globale, ma al di sotto del periodo pre-pandemico.
Eventuali interruzioni nelle catene globali del valore, derivanti in particolare dagli attacchi al traffico navale nel Mar Rosso, o aumenti nei prezzi dell’energia causati da un’evoluzione sfavorevole della guerra in Medio Oriente costituiscono ulteriori rischi per la crescita e l’inflazione.
Area dell’euro
La persistente debolezza del ciclo manifatturiero e delle costruzioni si sta progressivamente allargando anche al comparto dei servizi.
La dinamica del PIL è stata sostanzialmente nulla in tutti i principali paesi tranne che in Spagna, dove ha continuato ad aumentare sospinta dall’espansione dei consumi.
Secondo le proiezioni degli esperti dell’Eurosistema pubblicate a dicembre, il prodotto dell’area accelererà allo 0,8% nel 2024 (dallo 0,6 previsto per il 2023) e all’1,5 nel biennio 2025 - 26. La dinamica dei prezzi al consumo nell’area si ridurrà al 2,7% nel 2024, raggiungendo il 2% dal terzo trimestre del 2025.
Il processo di disinflazione si estende a tutte le principali componenti del paniere. Dopo la la riunione di dicembre del Consiglio direttivo, le attese di riduzione dei tassi di riferimento si sono accentuate. I mercati si aspettano un ritmo sostenuto di diminuzione dei tassi di riferimento: complessivamente si prevede un calo di circa 150 punti base entro la fine del 2024.
Economia italiana
Nel terzo trimestre il prodotto ha segnato una lieve espansione. I consumi delle famiglie sono aumentati, sostenuti anche dalla creazione di posti di lavoro, superando di circa un punto percentuale il livello pre-pandemico.
La spesa per investimenti fissi ha invece continuato a diminuire, seppure in misura contenuta, risentendo del più elevato costo di finanziamento. Al parziale incremento degli investimenti in costruzioni si è contrapposto l’ulteriore calo di quelli in impianti e macchinari.
L’interscambio con l’estero ha contribuito positivamente alla crescita, per effetto dell’aumento delle esportazioni e della flessione delle importazioni.
Secondo le proiezioni di Banca d’Italia, il PIL aumenterà dello 0,7% nel 2023 e dello 0,6% nel 2024.
Dopo la flessione nella prima metà dell’anno, nel terzo trimestre le esportazioni in volume hanno ripreso a crescere (0,6%), sospinte dal recupero della componente dei beni che ha più che compensato la riduzione di quella dei servizi. All’incremento hanno contribuito soprattutto i prodotti della meccanica e della farmaceutica e, in misura minore, i petroliferi raffinati e la chimica.
Si conferma il miglioramento dei tempi di consegna delle merci. Questa tendenza potrebbe tuttavia invertirsi se dovessero proseguire gli attacchi alle navi nel Mar Rosso, dove transita quasi il 16% delle importazioni italiane in valore e il 7% delle esportazioni.
Alla fine di novembre la Commissione europea, a seguito del conseguimento dei 28 traguardi e obiettivi previsti dal PNRR per il pagamento della quarta rata (16,5 miliardi), ha dato parere positivo al relativo versamento all’Italia (sono circa 102 miliardi il totale delle risorse sinora ricevute dal nostro paese, di cui quasi 41 a titolo di sovvenzioni). L’8 dicembre il Consiglio della UE ha approvato definitivamente la proposta di revisione complessiva del PNRR presentata dal Governo lo scorso agosto.
Fonte: Banca d’Italia (Boleco gennaio 2024)