11 luglio 2022

Bioeconomia in Italia nel 2021

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La Bioeconomia  rappresenta l’elemento chiave per decarbonizzare l’economia, diminuire l’utilizzo di risorse non rinnovabili e massimizzare l’efficienza e la sostenibilità delle risorse rinnovabili.

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L’ottavo Rapporto annuale sulla Bioeconomia di Intesa Sanpaolo contiene una stima aggiornata al 2021 del valore della produzione e degli occupati della Bioeconomia per Italia Germania, Francia e Spagna. In questi paesi  la Bioeconomia ha generato nel 2021 un output di circa 1.500 miliardi di euro, occupando oltre 7 milioni di persone.

La Germania si conferma leader, con un valore della produzione della Bioeconomia stimato pari a 463,6 miliardi di euro, seguita dalla Francia con un valore di 379,4 miliardi. L’Italia si posiziona al terzo posto, con un output pari a 364,3 miliardi di euro, prima di Spagna (251,5 miliardi).

Il perimetro dell’analisi include sia settori a monte della catena produttiva (come l’agricoltura, silvicoltura e pesca, l’industria del legno e della carta, l’industria chimica e della gomma-plastica), sia settori a valle del processo (come l’alimentare, l’abbigliamento, i mobili, la farmaceutica). Sono inoltre considerati la bioenergia e i biocarburanti, il ciclo idrico e la componente biobased dei rifiuti (riciclo, trattamento degli scarti e delle biomasse).

La Bioeconomia in Italia

L’Italia oggi vanta una leadership nel campo della Bioeconomia circolare, che si è realizzata attraverso l’integrazione tra chimica verde e agricoltura, con la costruzione di una filiera integrata per le bioplastiche e biochemical. Questa piattaforma può vantare tecnologie prime al mondo, capaci di accelerare la transizione ecologica sostituendo una chimica sempre meno sostenibile economicamente e a livello ambientale.

La strategia sulla Bioeconomia italiana punta sulla valorizzazione delle materie prime seconde su base locale con il coinvolgimento di tutti gli attori della filiera per superare le criticità attuali e disegnare un futuro più sostenibile.

Nel 2021, l’insieme delle attività connesse alla Bioeconomia in Italia definite in base al perimetro indicato, ha generato un output pari a 364,3 miliardi di euro, occupando poco più di due milioni di persone.

Dopo aver chiuso il 2020 con un calo del valore della produzione pari al 2,6%, nel 2021 la Bioeconomia ha registrato un rimbalzo dell’output pari al 10,6%, diffuso a tutti i settori, recuperando pienamente il terreno perso e posizionandosi su livelli superiori a quelli del pre-pandemia di circa 26 miliardi di euro.

Dopo un primo trimestre 2022 ancora caratterizzato da una buona evoluzione, lo scoppio della guerra in Ucraina ha reso lo scenario ben più complesso. I rincari dei costi e le difficoltà di approvvigionamento degli input, in particolare quelli energetici ma anche quelli agricoli, avranno un impatto significativo per alcuni comparti della Bioeconomia (agricoltura, pesca, carta e prodotti in carta).

Le filiere

La filiera agro-alimentare, che rappresenta circa il 60% del valore della Bioeconomia con un output di 216 miliardi di euro (di cui 153 miliardi generati dall’industria alimentare, delle bevande e del tabacco), dopo aver mostrato una sostanziale tenuta nel 2020, ha chiuso il 2021 in crescita, posizionandosi su livelli superiori di circa 12 miliardi di euro rispetto al 2019. Segnali positivi si sono osservati anche sui mercati internazionali, trainati dalla domanda dei paesi europei.

Il 2021 si configura come un anno di ripresa per il sistema moda (che include il comparto tessile-abbigliamento e la concia/pelletteria/calzature), grazie sia all’effetto-rimbalzo sui livelli deteriorati del 2020, che alla ripartenza della domanda domestica ed estera. L’industria tessile bio-based (con un valore della produzione pari a 9,9 miliardi) e la filiera della pelletteria e calzature bio-based (17,3 miliardi) hanno registrato nel 2021 un rimbalzo superiore al 22%, recuperando pienamente i livelli persi nel 2020. L’abbigliamento bio-based, invece, nonostante i segnali positivi evidenziati nel 2021, si è posizionato su livelli ancora inferiori al pre-pandemia.

Il settore della carta e dei prodotti in carta, dopo aver chiuso il 2020 con un calo contenuto dei livelli di attività, ha mostrato un buon trend di sviluppo nel 2021 raggiungendo 27,5 miliardi di euro, pari al 7,6% del valore della Bioeconomia italiana.

Il 2021 è stato un anno di crescita intensa per la chimica italiana, che ha beneficiato sia della ripresa della domanda domestica ed estera, sia della dinamica dei prezzi delle materie prime della filiera. In particolare, stimiamo per la chimica bio-based un valore pari a 6,3 miliardi di euro nel 2021, in crescita di 1,4 miliardi rispetto al 2020.

Anche per il comparto della gomma-plastica il 2021 è stato un anno di crescita significativa, trainato dalla domanda di input destinati al settore delle costruzioni. Il comparto della gomma-plastica bio-based ha raggiunto un output di 1,6 miliardi di euro, rappresentando lo 0,4% sul totale.

Se la filiera del legno è considerata nel suo complesso appartenente alla Bioeconomia, per il settore dei mobili solo la metà della produzione è di natura bio-based. La filiera del legno e il comparto dei mobili bio-based hanno generato rispettivamente 16,8 e 12,4 miliardi di euro nel 2021, rappresentando l’8% sul valore complessivo della Bioeconomia. Il 2021 si è chiuso in netta espansione, grazie ai segnali positivi sia sui mercati esteri che sul fronte interno.

La farmaceutica bio-based, con un valore di output pari a 15 miliardi di euro, il 4,1% del totale, ha chiuso sia il 2020 che il 2021 in positivo, registrando una crescita cumulata di circa 6 punti percentuali fra il 2019 e il 2021.

Con un valore pari a 3,4 miliardi di euro nel 2021, le bioenergie rappresentano lo 0,9% della Bioeconomia. Le esigenze della transizione energetica potranno coinvolgere sempre di più questo settore, che include biomasse, biogas e bioliquidi e riveste un ruolo importante tra le rinnovabili in Italia. La biomassa solida è la fonte rinnovabile maggiormente utilizzata per la generazione di calore. Anche per la generazione di elettricità, le bioenergie danno un contributo rilevante, occupando il terzo posto nella produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile (17% del totale dell’elettricità proveniente da rinnovabili al 2020), dietro a idroelettrico (40,7%) e solare (21,3%).

Ciclo idrico e gestione dei rifiuti biocompatibili mostrano una dinamica molto simile nel 2020. Per entrambi i servizi la natura essenziale che li contraddistingue ha attenuato l’impatto della pandemia sulla domanda.

Nel 2021, il valore complessivo della produzione del ciclo idrico integrato è pari a poco più di 13,5 miliardi di euro e rappresenta il 3,7% del valore della produzione della Bioeconomia.

La metodologia di stima adottata per la quantificazione della parte del ciclo dei rifiuti biocompatibile porta a un valore della produzione pari a 9,2 miliardi di euro nel 2021, che corrisponde al 2,5% del valore complessivo della produzione.

Fonte: Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche (La Bioeconomia in Europa 8° Rapporto)

 

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