Secondo il report di Ismea, dal 2014 la dinamica delle esportazioni agroalimentari italiane è stata sempre più sostenuta rispetto a quella delle esportazioni complessive di beni e servizi.
La crescita dei prezzi internazionali delle commodity agricole che, seppur in flessione si mantengono ancora su livelli elevati, ha continuato a sostenere le importazioni agroalimentari con un valore che, nel 2023, ha superato i 65 miliardi di euro (+5,4% sul 2022). Di questi, 43,3 miliardi di euro si devono a prodotti trasformati dell’industria alimentare (+6,9%) e quasi 22 miliardi a prodotti agricoli (+2,6%).
Il disavanzo strutturale della bilancia agroalimentare italiana, si era invertito nel biennio 2020-2021 (+3,1 miliardi di euro nel 2020 e +3,9 miliardi nel 2021). Il forte aumento dei prezzi mondiali nel 2022 ha però interrotto questa inversione di tendenza, riportando il saldo commerciale in terreno negativo, a poco più di un miliardo di euro.
Nel 2023, il deficit è lievemente migliorato grazie a una crescita delle esportazioni maggiore di quella delle importazioni e al raffreddamento dei listini delle materie prime.
Principali mercati di sbocco dell’agroalimentare italiano
Si conferma la forte concentrazione territoriale delle esportazioni italiane, con cinque paesi che coprono quasi la metà delle vendite all’estero (48,9%) e i primi dieci che arrivano a circa due terzi (65,4%).
Nel 2023 le esportazioni nazionali sono aumentate in maniera pressoché generalizzata, con particolare riferimento a Germania, Francia e Stati Uniti, che si confermano i tre principali mercati di sbocco (più del 37% dei flussi complessivi).
- In Germania - primo paese di destinazione (10 miliardi di euro nel 2023, +8% rispetto al 2022) - vino, pasta, formaggi stagionati, prodotti della panetteria e pasticceria e caffè torrefatto guidano la classifica degli alimenti italiani più acquistati.
- Al secondo posto si colloca la Francia che ha importato circa 7,3 miliardi di euro (+10,2%) di prodotti agroalimentari made in Italy (formaggi freschi e stagionati, prodotti della panetteria e pasticceria, pasta, cioccolata e caffè torrefatto).
- Negli Stati Uniti (+0,9% a 6,7 miliardi di euro), il vino si conferma il prodotto italiano più apprezzato (il 26% delle esportazioni agroalimentari italiane negli USA), seguito dall’olio extravergine d’oliva e dalla pasta.
- Crescono in misura significativa le esportazioni verso la Polonia che, dopo il +29% del 2022, segna un +15,5% nel 2023 arrivando a poco meno di 2 miliardi di euro. I prodotti italiani maggiormente esportati in Polonia sono: il caffè torrefatto (10% delle importazioni totali dall’Italia), panetteria e pasticceria, uva da tavola, vini, spumanti e cioccolato.
- L’export verso la Romania è cresciuto nel 2023 del 17,3% per un valore pari a 903 milioni di euro, rappresentati soprattutto da caffè torrefatto, prodotti della panetteria e pasticceria, formaggi freschi e stagionati.
- Le spedizioni italiane verso la Croazia hanno raggiunto 658 milioni di euro nel 2023 (+18,2%), dovuti soprattutto a prodotti della panetteria e pasticceria, caffè torrefatto e pasta.
In controtendenza le spedizioni verso Giappone, Canada e Repubblica Ceca.
Principali comparti e prodotti dell’export agroalimentare italiano
I prodotti di esportazione di maggiore importanza sono i vini in bottiglia (sia fermi che spumanti), le paste alimentari, i prodotti della pasticceria e panetteria, il caffè torrefatto e i formaggi stagionati, che insieme rappresentano più del 26% delle vendite all’estero nel 2023.
La buona performance delle esportazioni agroalimentari italiane nel 2023 è risultata piuttosto diffusa tra principali comparti; tuttavia, Ismea evidenzia una tendenza negativa per cereali, latte e derivati, oli di semi, carni fresche e vino.
I derivati dei cereali nel 2023 segnano un aumento del 7% attestandosi a poco più di 9 miliardi di euro (14,5% delle esportazioni agroalimentari complessive).
I vini perdono lo 0,8% annuo attestandosi a 7,8 miliardi di euro (12% del totale) e l’1% dei volumi (21,4 milioni di ettolitri). In calo le vendite dei vini in bottiglia sia in valore che in quantità (55% in volume e 66% in valore dell’intero comparto), mentre cresce il valore esportato degli spumanti (+3,3% in valore, con una contrazione dei volumi del 2,1%) e dei vini sfusi (+0,3% in valore, con volumi che hanno superato 4 milioni di ettolitri, +12% sul 2022.
Il comparto ortofrutta fresca cresce del 9% e raggiunge i 5,9 miliardi (9% delle totali esportazioni agroalimentari italiane) grazie soprattutto a lattughe, pomodori, cavolfiori, arance, mele, uva da tavola e kiwi.
Principali mercati di provenienza del commercio agroalimentare
I nostri primi cinque fornitori di prodotti agroalimentari sono: Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi e Polonia (47,5% delle importazioni complessive).
- Le importazioni italiane dalla Germania hanno superato i 7,8 miliardi di euro nel 2023 (+16,5% sul 2022) e sono dominate da formaggi freschi e stagionati, carni suine, prodotti della panetteria e pasticceria, tutti in aumento, con l’unica eccezione dei formaggi stagionati che si riducono del 7% in valore ma aumentano del 10% circa in volume.
- Le importazioni dalla Francia (+14,5% a 7,6 miliardi di euro) sono rappresentate soprattutto da bovini vivi, carni bovine, champagne e frumento tenero, anche se quest’ultimo registra una flessione del 24% in valore e del 21% in quantità.
- Riguardo alle importazioni dalla Spagna (+6,4% a 7,3 miliardi di euro), i prodotti più rappresentativi sono le conserve di tonno (+29%) e le cosce e spalle di suino fresche e non disossate destinate alla trasformazione (+100%). Le importazioni di olio extravergine di oliva si riducono del 23% in valore e del 57% in volume, anche se il prodotto si conferma la principale voce di importazione dalla Spagna.
- In ambito extra-UE è da evidenziare la riduzione delle nostre importazioni dal Brasile che nel 2023 sono scese a 1,9 miliardi di euro (-13,8% dopo il +51% annuo del 2022).
L’analisi merceologica conferma il caffè non torrefatto al primo posto tra i prodotti acquistati all’estero dall’Italia nel 2023, seguito dall’olio extravergine di oliva, dal mais, dai bovini vivi e dai prosciutti e spalle suine fresche non disossate destinate alla trasformazione.
Tra i principali prodotti importati dall’Italia è da evidenziare la forte crescita del frumento duro: +39% in valore che ha portato a quasi 1,3 miliardi di euro e +66% in volume a 3 milioni di tonnellate. Gran parte di questo risultato è da ricondurre al Canada (+47% a 892 mila tonnellate) e alla Turchia.
Fonte: Ismea (La bilancia agroalimentare italiana nel 2023)