Degustazione, alloggio e ristorazione rappresentano il core dell’offerta economica.
Nel periodo 2004 - 2022, aumentano le strutture con il servizio di degustazione (tasso medio annuo di variazione +4,5%) grazie anche alla connessione del settore agrituristico con quello dei prodotti di qualità DOP e IGP.
Nello stesso arco temporale crescono le aziende con alloggio e ristorazione, con tassi medi annui, rispettivamente del 3,4% e del 3,2%.
Nel 2022 il valore della produzione agrituristica è di poco inferiore a 1.517milioni di euro e contribuisce per il 4,4% alla formazione del valore economico dell’intero settore agricolo, sul quale gli agriturismi incidono per poco più del 2,3%.
ll 76,8% dell’intero valore economico è prodotto dalle aziende del Nord-est e del Centro, con quote rispettivamente pari al 39,9% e al 36,9%. Ben al di sotto si posizionano il Nord-ovest (11%), il Sud (9,9%) e le Isole (2,3%).
Alla positiva performance economica si accompagna la crescente diffusione territoriale: i Comuni agrituristici (con almeno un’azienda agrituristica) nel 2004 erano 3.352, a fine 2022 5.029 (quasi il 64% dei Comuni italiani).
Tra i Comuni “agrituristici” il 35% ospita una sola struttura (erano 44,1% nel 2004), l’11,6% accoglie tre strutture, l’1,1% ha 10 strutture. Sono il 4,6% i Comuni con almeno 20 strutture (erano 2,9% nel 2004). Infine, sono 11 i Comuni con almeno 100 aziende (Appiano sulla strada del vino, Assisi, Caldaro sulla strada del vino, Castelrotto, Cortona, Grosseto, Manciano, Montalcino, Montepulciano, Noto, San Gimignano).
Il ritorno degli agrituristi stranieri
Nel 2022 gli arrivi nelle strutture agrituristiche hanno superato i 4 milioni, registrando un forte recupero rispetto al 2021 (+35%), ma anche rispetto al 2019 (+8,5%), l’anno pre-pandemia.
Rispetto al 2021 crescono gli arrivi in tutte le cinque macro aree geografiche. In particolare, sono le Isole, con il 44,5%, a registrare la variazione più alta. Segue il Nord-est (+41%) il Nord-ovest (+33,3%), il Centro (+32%) e il Sud (+25%).
Dal confronto con lo scorso anno gli agrituristi italiani aumentano dell’11,5% e quelli stranieri di oltre il 73%.
Il rapporto tra agrituristi italiani e stranieri è 11 a 10 (era di 17 a 10 lo scorso anno). A livello regionale questo indice segnala una forte prevalenza degli italiani in Molise, Basilicata e Abruzzo. Al contrario, gli stranieri prevalgono nella Provincia autonoma di Bolzano/Bozen, in Toscana e nella Valle d’Aosta.
Le presenze superano i 15,5 milioni (+29,2% rispetto il 2021), di queste il 58% è composto da agrituristi stranieri (lo scorso anno erano il 47%). La durata media della permanenza nelle strutture in generale è 3,8 giorni (per gli stranieri 4,6 e per gli italiani 3,1 giorni).
Le aziende multifunzionali (strutture che offrono almeno tre servizi) sono ormai una realtà acquisita e rappresentano sicuramente uno degli aspetti più significativi del cambiamento di questo settore e del comparto agricolo nel suo complesso. Nel 2022 le aziende agrituristiche multifunzionali sono poco meno di una su tre (+43% rispetto al 2004).
Fonte: Istat (Le aziende agrituristiche in Italia - anno 2022)