Si rafforza la crescita del mercato statunitense di Alimentari confezionati e bevande. Nel terzo trimestre dell'anno - in base alle pre-stime formulate da StudiaBo sulla base delle dichiarazioni doganali delle imprese USA - esso ha evidenziato un'accelerazione delle importazioni dal mondo di prodotti agroalimentari confezionati, con una crescita tendenziale nei valori in euro del +10.6%. Il cumulato annuo (gennaio-settembre) è risultato del +5.3%.
Le importazioni statunitensi si sono così confermate su livelli di massimo nei valori trimestrali, (14.4 miliardi di euro nel periodo tra luglio e settembre), equivalenti a 54.7 miliardi di euro su base annua (circa il doppio rispetto ai valori di inizio decennio).
Nel terzo trimestre dell'anno le vendite dall'Italia si sono confermate su valori di massimo, superiori al miliardo di euro su base trimestrale, portando il cumulato dei primi nove mesi a superare i 3 miliardi di euro, e avviate a bissare a fine anno il record degli oltre 4 miliardi di euro di vendite registratosi l'anno scorso.
L'Italia conferma, pertanto, i progressi evidenziati sul mercato statunitense di Alimentari confezionati e bevande, al 4° posto nel ranking paesi competitori, poco dietro la Francia.
Va segnalato, tuttavia, che la performance di crescita delle vendite italiane (+3.1% tendenziale in euro nel periodo gennaio-settembre 2018) risulta inferiore a quella media dei concorrenti sul mercato USA. In particolare, si segnalano:
- una crescita rilevante delle vendite provienienti da Singapore, che si attesta nel 2018 al 6° posto del ranking dei paesi partner delle importazioni statunitensi di agroalimentare confezionato e di bevande;
- la maggiore dinamicità (con velocità doppia rispetto all'Italia) delle vendite francesi di prodotti agroalimentari e di bevande (+6% in euro nei primi tre trimestri dell'anno).
Di converso, si ravvisa il calo delle importazioni USA dal Canada (-2.5% tendenziale cumulato nei valori in euro) e la scarsa dinamicità di quelle dalla Cina (+0.8%), entrambe penalizzate sicuramente dai proclami di guerre commerciali avutesi nel corso dell'anno.
Marcello Antonioni