La crescita economica, l’aumento della popolazione e dei fenomeni di urbanizzazione stanno determinando un incremento dei consumi energetici del 6% all’anno (la domanda di elettricità nel 2032 sarà tre volte superiore al livello attuale). Ipotizzando una crescita della domanda di energia dell’8% all’anno, il Paese diventerebbe nel 2030 un importatore netto di energia (malgrado le ingenti risorse di petrolio e gas).
Il governo saudita ha quindi definito una strategia di lungo periodo per diversificare il mix energetico nazionale con il duplice obiettivo di:
- continuare a esportare il gas e il petrolio
- favorire la diffusione dell’energia green all’interno del paese.
I protagonisti della diversificazione saranno l’energia solare e quella eolica. I combustibili fossili contribuiranno, a regime, “solo” al 50% del fabbisogno nazionale.
Il ”Proposed Competitive Procurement Process for the Renewable Energy Programme” prevede di arrivare a produrre 23,900 MW da fonti energetiche rinnovabili, entro il 2020. Nel corso del 2014 saranno avviate gare d’appalto internazionali nel solare termico, solare fotovoltaico, eolico e geotermico.
I 6 Paesi GCC (Gulf Cooperation Council) investiranno 155 miliardi di dollari per la costruzione di impianti per lo sfruttamento delle fonti alternative, in particolare l’energia solare. Gli esperti stimano che, nei prossimi tre anni, l’energia prodotta nell’area sfruttando il sole raggiungerà gli 84 GW.
The Daily Telegraph (26 October 2013)