1 marzo 2021

Analisi settori industriali Prometeia: febbraio 2021

di lettura

Secondo le stime Prometeia, l’industria manifatturiera italiana chiuderà il 2020 con un calo tendenziale del giro d’affari del 10.2% (- 132 miliardi di euro rispetto al 2019).

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La contrazione - inferiore a quella subita con la crisi 2009 (-18.8%) - riflette il progressivo recupero dal lockdown primaverile. Nel periodo agosto-novembre il giro d’affari si è sostanzialmente riportato sui livelli pre-Covid (-0.4% a prezzi correnti), dopo la flessione marcata archiviata tra gennaio e luglio (-16.3%), con una dinamica più favorevole per il fatturato interno (+0.7%) rispetto a quello estero (-2.4%).

Il peggioramento autunnale della curva dei contagi non ha intaccato in modo significativo la ripresa industriale, pur aggiungendo incertezza a uno scenario mondiale caratterizzato da una domanda ancora debole.

A differenza del lockdown primaverile, nessuna tra le potenze manifatturiere dell’Eurozona ha disposto blocchi agli impianti. Nel caso di Italia, Francia e Spagna, anzi, si sono registrate chiusure estive ridotte, nel tentativo di recuperare il terreno perso.

Nella media dei primi undici mesi del 2020, l’indice della produzione industriale registra un calo del 13% in Italia e Francia, -10.8% in Germania e -10.5% in Spagna. Il gap nei confronti del manifatturiero tedesco, rimasto attivo durante il lockdown primaverile, è stato in parte colmato.

Trend principali settori

Emerge una tenuta dei livelli pre-Covid per Alimentare e bevande e Farmaceutica, e un recupero più intenso delle attese per Elettrodomestici e Mobili.

Da sottolineare come la tenuta del giro d’affari dell’Alimentare e bevande abbia contraddistinto l’intero 2020, quale sintesi di un aumento della domanda di prodotti per consumi domestici che ha compensato parzialmente il calo della domanda del canale Ho.Re.Ca, penalizzata dalle restrizioni alla socialità e al turismo.

In calo moderato, sopra la media manifatturiera, Elettrodomestici (-3.1% tendenziale il fatturato gennaio-novembre) e Mobili (-8.9%), che hanno registrato un deciso recupero a partire dall’estate 2020, favorito dalla crescente attenzione all’ambiente domestico e dalla riattivazione degli investimenti in costruzioni, in particolare per ristrutturazioni. Un traino deciso è giunto anche dalle esportazioni. La performance del mobile italiano si posiziona decisamente al di sopra di quella registrata dagli altri principali competitor europei.

La ripresa del ciclo edilizio ha sostenuto un recupero intenso anche del settore Prodotti e materiali da costruzione (-6.6% il dato cumulato di fatturato gennaio-novembre, +7.9% nel periodo agosto-novembre), ma solo parziale della filiera dei metalli.

Prodotti in metallo (-11.8% nel complesso dei primi undici mesi) e soprattutto Metallurgia (-16.2%) scontano la ripresa graduale di altri importanti settori attivanti quali Meccanica e filiera Automotive.

Tra i settori che hanno sperimentato una buona ripresa dal trimestre estivo, ma insufficiente per recuperare il terreno perso, vi sono  anche Altri intermedi (-8.1% il fatturato nel complesso dei primi undici mesi), Elettrotecnica (-10.2%), Elettronica (-11.1%), Meccanica (-13.6%) e Autoveicoli e moto (-15.8%).

La Meccanica sconta la debolezza della domanda di beni d’investimento, sia sul mercato interno sia su quelli esteri, dove ha registrato esportazioni in calo superiore alla media manifatturiera (-15.1% a valori correnti nel gennaio-ottobre), con performance non dissimili tra mercati Ue e extra-Ue.

Si conferma critica la situazione del Sistema moda (-21.6% il calo di fatturato dei primi undici mesi, -9.6% tra agosto e novembre). Le restrizioni in vigore hanno pregiudicato il possibile recupero del settore con le vendite della stagione autunno-inverno, lasciando il giro d’affari su livelli ampiamente depressi.

Esportazioni beni manufatti

Nei primi dieci mesi del 2020, le esportazioni italiane di beni manufatti sono risultate in calo dell’11.5% a valori correnti, a fronte di una contrazione sostanzialmente analoga dei volumi scambiati. Il dato riflette un calo moderato nel terzo trimestre 2020 (-3.4%), dopo un marcato ripiegamento nel trimestre primaverile (-27.8%) e di un moderato peggioramento in ottobre (-7.2%), che testimonia il grado di incertezza che ancora caratterizza gli scambi mondiali.

Il contributo negativo più rilevante all’evoluzione del nostro export è giunto dai partner continentali (-11.8% le vendite nell’area Ue, nel gennaio-ottobre), ma una dinamica cedente riguarda anche le vendite extra-europee (-11.1%), incluse quelle asiatiche (-14.8%), che però hanno visto un recupero intenso degli scambi con la Cina nella seconda parte dell’anno (+13% tra luglio e ottobre), trainato da Meccanica, Automotive, Alimentare e bevande e, da settembre, anche prodotti della Moda.

Clima di fiducia delle imprese manifatturiere

Dall’analisi dell’indice Istat che misura la fiducia delle imprese manifatturiere italiane emergono, negli ultimi mesi, chiari segnali di miglioramento delle attese su domanda e produzione rispetto ai minimi primaverili, di pari passo con una netta ripresa degli ordini (+3.7% il tendenziale del periodo agosto- novembre).

Tuttavia, l’indice resta in territorio negativo a fine 2020, su livelli ancora decisamente inferiori al periodo pre-Covid, condizionati dall’incertezza sull’evoluzione della pandemia e sui contraccolpi che il protrarsi della crisi e delle restrizioni potranno avere sulla ripresa dell’economica. Segnali del tutto complementari emergono dalle indagini di fiducia realizzate nelle altre tre maggiori manifatture europee, Germania, Francia e Spagna.

Gli strascichi della crisi saranno infatti ancora visibili sul profilo di domanda rivolto ai settori manifatturieri, soprattutto nella prima parte dell’anno, quando resteranno in vigore misure stringenti di contrasto alla diffusione del virus.

Per la seconda metà del 2021, invece, gli analisti prevedono  una fase di recupero più intenso. Il dispiegarsi degli effetti della campagna vaccinale comporterà un allentamento delle restrizioni a livello mondiale, con effetti visibili anche sul commercio internazionale.

La velocità di marcia del manifatturiero italiano dipenderà anche dalle scelte che il nuovo Governo effettuerà con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, da presentare entro fine aprile alla Commissione europea. Il loro utilizzo potrà fornire una spinta determinante nell’accelerare il percorso di recupero e nel rafforzare la competitività del manifatturiero italiano, portando a compimento la sfida, già avviata negli ultimi anni, della trasformazione in chiave digitale ed ecologica del nostro sistema industriale.

Fonte: Prometeia – Intesa Sanpaolo

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