L’indagine conferma come la pandemia non abbia risparmiato il mercato dell’alto di gamma, con il 57% dei consumatori True-Luxury che si asterrà nel breve periodo dall’effettuare spese significative.
Dopo il COVID-19 si cerca un lusso esperienziale più discreto e intimo. Si consolidano nell’alto di gamma l’importanza delle esperienze e l’attenzione alla sostenibilità.
Il digitale è imprescindibile, ma il contatto personale lo potenzia con proposte su misura per un Clienteling 2.0.
Principali trend
Il 43% dei consumatori Top (e più della metà negli USA) dichiara di voler spendere più in esperienze di lusso e meno per l’acquisto di prodotti, con una preferenza per categorie più esclusive e private, come l’home design, il wellness e l’alta cucina.
Per i consumatori cinesi aumenterà del 14% la preferenza per prodotti con forte riconoscibilità del brand, confermando una tendenza pre-Covid-19 che mostrava una preferenza per elementi di stravaganza e divertimento in opposizione ai valori più tradizionali (artigianalità, qualità ed estetica senza tempo), mentre gli occidentali la vedranno diminuire del 9%, mostrando un maggiore apprezzamento per un lusso più discreto, per lo slow fashion e la qualità intrinseca al prodotto.
Il consumo dei cinesi (che vale il 35% del mercato Luxury e che è tradizionalmente rivolto in gran parte all’estero) si focalizzerà soprattutto al mercato interno.
Il Clienteling 2.0 consente di costruire una relazione alimentata senza soluzione di continuità sia in negozio che online, combinando le capacità umane e dei dati utilizzando strumenti avanzati di machine learning.
Il 46% degli intervistati afferma che in futuro apprezzerà di più un clienteling digitale personalizzato, soprattutto i consumatori cinesi (76%) e italiani (57%).
L'Italia si riconferma la meta preferita dei consumatori True-Luxury per le destinazioni internazionali, ad eccezione dei cinesi, che la classificano oggi solo al terzo posto mentre prima della pandemia era al primo.
Altagamma Retail Evolution
Il lockdown ha seriamente impegnato il punto vendita fisico, in particolare monomarca, già messo alla prova dal Digital Luxury, che negli ultimi anni è stato in grado di offrire ai consumatori servizi ed esperienze sempre più completi.
Online i consumatori possono approfondire la conoscenza di prodotti e brand attraverso gli opinion leader e i social media, trovare ottime offerte sulle piattaforme multimarca e fare shopping con i loro smartphone.
Questi vantaggi del digitale si combinano con il successo crescente dei factory outlet producendo un’emorragia del flusso di visitatori nei punti vendita tradizionali.
Le imprese reagiscono cercando di coinvolgere il consumatore mettendo in campo nuove strategie di ingaggio esperienziale (eventi in-store, mostre d'arte, capsule Collection esclusive, ristoranti e caffè all'interno dei negozi, Vip Room).
La sfida oggi è costruire un dialogo, digitale e dal vivo, suscitando interesse ed emozioni.
Negli store i clienti apprezzano il carattere e i valori dei brand. Secondo Scott Malkin, Fondatore e Presidente di Value Retail: “Il futuro dello shopping è online, ma il futuro dei brand è fisico. Un legame magico si forma quando i consumatori interagiscono con un brand nella vita reale”.
Fonte: Altagamma