Accordo di libero scambio tra UE e Canada, cosa cambia

di lettura

E’ ufficiale. Da qualche giorno Unione europea e Canada hanno siglato il tanto agognato accordo di libero scambio: il CETA che altro non è che l’acronimo di Comprehensive Economic and Trade Agreement  (Accordo Economico e Commerciale Globale).

Image

Si tratta dell’ultimo dei tanti accordi di libero scambio che l’UE ha siglato.
Data la portata e l’innovazione in esso contenuta può essere sicuramente definito come un accordo epocale poiché in esso è contenuto un ambizioso progetto sullo sviluppo sostenibile, il lavoro e l’ambiente.

Nonostante alcuni momenti difficili, ultimo dei quali il disaccordo di fiamminghi e valloni con i quali si è poi trovata una intesa, il CETA si va senza dubbio a posizionare come accordo di riferimento per tutti gli accordi di libero scambio che saranno siglati d’ora in avanti dall’UE.

I principali contenuti

Il 99% dei dazi in importazione verranno eliminati e questo determinerà un risparmio per gli esportatori di beni industriali e agricoli superiore a 500 milioni di euro.

Verranno poi eliminate le limitazioni nell’accesso agli appalti pubblici con possibilità per le imprese europee di fare offerte sia a livello federale sia provinciale, regionale e cittadino.
Verrà aperto anche il mercato dei servizi e questo permetterà ai professionisti europei di lavorare in modo più facile anche in Canada.

Le aperture dell'UE su alcuni prodotti sono state limitate e calibrate e sono bilanciate da aperture canadesi che soddisfano importanti interessi esportatori europei. Il Canada ha riconosciuto lo status particolare di cui godono molti prodotti europei in relazione alle cosiddette indicazioni geografiche. E’ stata, infatti, data protezione a più di 140 prodotti europei tra i quali il prosciutto di Parma e lo Schwarzwälder Schinken (prosciutto della Foresta Nera). 

Sono stati mantenuti gli standard di qualità vigenti. Solo i prodotti e servizi che rispettano pienamente tutte le regolamentazioni previste dall’UE saranno in grado di entrare nel mercato UE. Il CETA, infatti, non cambierà il modo in cui l'UE regola la sicurezza degli alimenti, compresi i prodotti OGM o il divieto di carne con gli ormoni.
E’ prevista poi una diminuzione delle pratiche amministrative con controlli che verranno effettuati solo alla dogana di partenza o di arrivo (non in entrambe le dogane) e questo permetterà di velocizzare e rendere più snelle le pratiche doganali, soprattutto alle imprese più piccole e a quelle che si avvicinano per la prima volta ad un mercato estero.

Dopo la firma, il Parlamento europeo deve dare il suo consenso (molto probabilmente nella seduta di gennaio 2017) al CETA perché entri in vigore provvisoriamente. L'applicazione provvisoria, una volta che un accordo è stato approvato dagli Stati membri nel Consiglio e dal Parlamento europeo, permette ad aziende e consumatori europei di trarre i benefici dell'accordo nella fase iniziale.
Per quanto riguarda l’Investment Court System (ICS), il sistema giudiziario per la protezione degli investimenti, poiché il dibattito è ancora aperto in molti Paesi UE, sarà attuato dopo che tutti gli Stati membri avranno concluso le loro procedure nazionali di ratifica.

Conclusioni

E’ bene inteso che si tratta pur sempre di un accordo bilaterale, pertanto tutti i vantaggi descritti saranno anche a favore di imprenditori e professionisti canadesi. Ma questo, a parere di chi scrive, non deve spaventare.

Infatti, gli accordi di libero scambio hanno la funzione di potenziare gli scambi tra i Paesi che lo hanno siglato attraverso il risparmio di costi (i dazi) e lo snellimento delle pratiche laddove previsto. Questo, normalmente, determina un beneficio per tutti poiché è accresciuto l’interesse non solo per chi deve esportare verso il Paese firmatario dell’accordo ma anche per chi, da tale Paese, deve scegliere da dove importare. E questa è un’opportunità notevole per un’impresa, piccola o grande che sia, di incrementare i propri scambi con un Paese in forza di un trattamento privilegiato come avverrà d’ora in avanti anche tra UE e Canada, attraverso il CETA.

Giuseppe De Marinis

Tag dell'informativa
Ti potrebbe interessare

Analisi di mercato
Previsioni Confindustria Primavera 2023
Previsioni Confindustria Primavera 2023
Centro Studi Confindustria ha pubblicato le previsioni per l’economia italiana nel 2023 – 24.
Export vino italiano 2022
Export vino italiano 2022
Lo scorso anno l’export di vino italiano ha raggiunto il record in valore: 7,9 mld di euro (+9,8%), a volumi  invariati (-0,6%).
SACE SIMEST Export italiano gennaio 2023
SACE SIMEST Export italiano gennaio 2023
L'export a gennaio è cresciuto del 15,3% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, sulla spinta dei valori medi unitari (+12,7%) e, in parte, del dato in volume (+2,4%).
Export ortofrutta 2022: vendite a 5,3 miliardi
Export ortofrutta 2022: vendite a 5,3 miliardi
Secondo Fruitimprese, il comparto ortofrutta tiene in un anno molto difficile grazie soprattutto alla frutta fresca (mele, uva da tavola e kiwi).
Bio Made in Italy in Giappone
Bio Made in Italy in Giappone
Nomisma ha condotto un’analisi sulle opportunità commerciali dei prodotti biologici italiani nel mercato giapponese.
La ripresa del turismo e la filiera agro-alimentare
La ripresa del turismo e la filiera agro-alimentare
Secondo i dati provvisori relativi al 2022, le presenze turistiche sono aumentate del 37% rispetto all’anno precedente (clienti non residenti +81,2% e residenti +11,3%).
Indagine conoscitiva sul Made in Italy
Indagine conoscitiva sul Made in Italy
L’Istat ha presentato il Dossier “Contributi alla ripresa del Made in Italy e segnali di vulnerabilità dei Sistemi Locali del Lavoro” alla Commissione Attività produttive della Camera dei Deputati.
Previsioni Demoskopika flussi turistici 2023
Previsioni Demoskopika flussi turistici 2023
“Tourism Forecast 2023” dell’Istituto Demoskopika stima arrivi, presenze e spesa turistica per regione, elaborando la serie storica dei flussi dal 2010 al 2022.
Export distretti: Piemonte, Lombardia e Triveneto
Export distretti: Piemonte, Lombardia e Triveneto
Risultati export delle principali regioni del nord ad elevata intensità distrettuale nei primi 9 mesi 2022, elaborati dal Centro Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.
Le maggiori aziende Moda con sede  in Italia
Le maggiori aziende Moda con sede in Italia
L’Area Studi Mediobanca ha pubblicato il nuovo report sulle Maggiori aziende Moda Italia che aggrega i dati finanziari di 152 società con sede in Italia e fatturato superiore a € 100mln.