Le recenti difficoltà economiche - conflitto Russia - Ucraina, pandemia, inflazione - non sono legate solo alla congiuntura: rappresentano anche una tendenza di fondo strutturale, in un contesto di sviluppo globalizzato caratterizzato da una domanda crescente di materiali disponibili in quantità fisicamente limitate.
Tra il 2018 e il 2020 a livello globale, il tasso di circolarità è sceso dal 9,1 all’8,6% (Circularity Gap Report). Questo andamento negativo dipende dall’aumento dei consumi, cresciuti negli ultimi cinque anni di oltre l’8%, a fronte di un incremento del riutilizzo di appena il 3%. Stiamo quindi andando nella direzione opposta a quella indicata dal Green Deal.
Il Rapporto del Circular Economy Network (CEN) sull’economia circolare evidenzia che, nel 2021, il rimbalzo dell’economia italiana è stato più positivo delle aspettative (+6,6% rispetto al 2020), ma questa crescita - inserita nel vecchio modello di economia lineare - ha dovuto fare i conti con la carenza di materie prime. È infatti mancato il disaccoppiamento tra crescita del PIL e uso di materie prime, che è l’obiettivo strategico dell’economia circolare.
Gli analisti oltre a misurare il livello di economia circolare in Italia, lo comparano con quello di Germania, Francia, Spagna e Polonia. L’indicatore di sintesi sulla performance di circolarità utilizza i dati Eurostat, ISTAT e ISPRA. La classifica di circolarità nelle principali cinque economie dell’Unione europea è basata su sette indicatori:
- tasso di riciclo complessivo dei rifiuti, urbani e speciali
- tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo
- produttività delle risorse
- rapporto fra la produzione dei rifiuti e il consumo di materiali
- quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo totale lordo di energia
- riparazione
- consumo di suolo.
Primati dell’Italia
- Nell’ultimo decennio, anche a causa della delocalizzazione di alcune produzioni, l’Europa ha registrato una diminuzione dell’uso di materie prime e in Italia la riduzione pro capite è stata la maggiore tra i Paesi considerati: il 36%. Segue la Spagna con il 27%. Gli altri tre Paesi hanno registrato una diminuzione dei consumi per abitante compresa tra il 16 e il 17%.
- In Europa nel 2020, a parità di potere d’acquisto, per ogni kg di risorse consumate sono stati generati 2,1 euro di PIL. L’Italia è arrivata a 3,5 euro di PIL (il 60% in più rispetto alla media UE).
- Il tasso di utilizzo circolare di materia è stato pari al 12,8%. In Italia il valore ha raggiunto il 21,6%, secondo solamente a quello della Francia (22,2%). Seguono a distanza la Germania (13,4%), la Spagna (11,2%) e la Polonia (9,9%).
- Tra i cinque Paesi osservati, quello con la quota maggiore di energia rinnovabile sul consumo totale lordo di energia è la Spagna (18,4%), seguita dall’Italia con il 18,2%. In terza e in quarta posizione si trovano Germania (17,4%) e Francia (17,2%). Più staccata la Polonia con il 12,2%.
- La percentuale di riciclo di tutti i rifiuti in Italia ha quasi raggiunto il 68%: è il dato più elevato dell’Unione europea. Cresciuto di 9 punti percentuali tra il 2010 e il 2018 a fronte di una media europea pressoché invariata. L’Italia è anche il Paese che al 2018 ha avviato la quota maggiore di rifiuti speciali a riciclo: circa il 75%.
- Nell’UE27, a ottobre 2021, risultano certificate EMAS 3.884 organizzazioni e 12.006 siti. Confrontando le certificazioni rilasciate nei principali Paesi europei, la Germania con 1.115 organizzazioni certificate guida la classifica, seguita dall’Italia con 1.034 e dalla Spagna con 966. Per quanto riguarda i siti certificati EMAS, è l’Italia il Paese con il numero maggiore, ben 4.120 a ottobre 2021, seguita dalla Germania con 2.276.
Criticità
- Nel 2018 nella UE a 27 Paesi risultava coperto da superficie artificiale (consumo di suolo) il 4,2% del territorio. La Polonia era al 3,6%, la Spagna al 3,7%, la Francia al 5,6%, l’Italia al 7,1%, la Germania al 7,6%.
- Riguardo all’ecoinnovazione, nel 2021 l’Italia ha una posizione arretrata. Dal punto di vista degli investimenti, è al 13° posto nell’UE con un indice di 79 (la media europea per questo indicatore è 113). Dal punto di vista dei risultati ottenuti, l’Italia è a quota 102, molto al di sotto della media europea per il 2021 (140).
- Per quanto riguarda la riparazione dei beni in Italia nel 2019 oltre 23.000 aziende lavoravano alla riparazione di beni elettronici e di altri beni personali (vestiario, calzature, orologi, gioielli, mobilia, ecc.). Siamo dietro alla Francia (oltre 33.700 imprese) e alla Spagna (poco più di 28.300). In questo settore abbiamo perso quasi 5.000 aziende (circa il 20%) rispetto al 2010. Gli addetti nelle imprese di riparazione operanti in Italia nel 2019 sono stati oltre 12.000, in calo di circa un migliaio rispetto all’anno precedente, mentre Germania e Spagna impiegano un numero di addetti pari al doppio dell’Italia.
- Nel 2018 nell’UE27 sono state raccolte circa 3,2 Mt di RAEE: la Francia e la Germania rispettivamente 814 e 853 kt, l’Italia al terzo posto con circa la metà dei RAEE raccolti dagli altri due Paesi (421 kt). Ancora inferiori i dati di Spagna (320 kt) e Polonia (255 kt). Osservando il trend nell’ultimo decennio, Spagna, Francia e Polonia hanno visto crescere notevolmente la quota di RAEE raccolti (Spagna +33%). L’Italia ha mantenuto sostanzialmente stabili le sue performance.
Classifica di circolarità
L’Italia e la Francia sono i Paesi che fanno registrare le migliori performance di circolarità, totalizzando 19 punti ciascuno.
In seconda posizione, staccata di tre punti, si attesta la Spagna con 16 punti.
Decisamente più contenuto è l’indice di performance di circolarità della Polonia e della Germania che ottengono, rispettivamente 12 e 11 punti.
Il trend di circolarità permette di capire quale Paese abbia fatto registrare il maggiore incremento nelle proprie performance negli ultimi 5 anni sugli indicatori utilizzati per la classifica precedente.
L’Italia è in testa per i trend di circolarità delle cinque principali economie europee: ottiene 20 punti e stacca di quattro Germania e Polonia, classificate in seconda posizione. Spagna e Francia hanno totalizzato solo 14 punti.
Fonte: 4° Rapporto sull’economia circolare in Italia