30 marzo 2020

Coronavirus e trasporti: Albania, Bosnia, Romania, Macedonia, Serbia, Slovenia

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Ministero Affari Esteri ed ANITA hanno pubblicato aggiornamenti sulla situazione trasporti in: Albania, Bosnia, Bulgaria, Croazia, Moldavia, Romania, Macedonia, Serbia e Slovenia.

Coronavirus e trasporti: Albania, Bosnia, Romania, Macedonia, Serbia,  Slovenia

Considerati i continui aggiornamenti e modifiche, le informazioni riportate potrebbero essere non aggiornate. Si consiglia di verificare con le autorità preposte gli ultimi aggiornamenti.

Albania 

Le Autorità dell’Albania hanno disposto, a partire dal 10 marzo, il blocco totale dei collegamenti aerei e marittimi da/per l’Italia.
N.B.: per l’organizzazione del trasporto internazionale di merci, nelle condizioni di prevenzione della diffusione del Covid-19, tutte le società che effettuano il trasporto sono tenute ad inviare all’indirizzo – transporti@infrastruktura.gov.al – l’elenco dei conducenti dei mezzi dell’azienda che effettua trasporti internazionali. Tale elenco dovrà contenere: nome, cognome, data di nascita, numero del passaporto e numero della patente di guida internazionale.

Bosnia Erzegovina  

Le Autorità della Bosnia Erzegovina hanno decretato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale.

Tale decisione implica la chiusura di uffici, enti e istituzioni culturali e attività commerciali al di fuori di supermercati, farmacie e strutture eroganti servizi di prima necessità. Sono vietati eventi e manifestazioni pubbliche, e alla popolazione è raccomandato di limitarsi agli spostamenti strettamente necessari, anche se al momento non vige l’obbligo generalizzato di autoisolamento domiciliare.

Le autorità locali hanno disposto la sospensione dell’ingresso nel territorio della Bosnia Erzegovina a tutti i cittadini stranieri provenienti dalle zone di maggiore diffusione del virus Covid-19, tra cui l’Italia.

Per i cittadini provenienti da paesi dove non si registra un’importante diffusione del COVID-19 vale l’obbligo, imposto anche tutti i cittadini della Bosnia Erzegovina che rientrano dall’estero, di un periodo di quarantena di 14 giorni (sorveglianza medica diretta in collaborazione con le Autorità di ispezione competenti con rendicontazione giornaliera obbligatoria al servizio epidemiologico competente), nella propria abitazione/hotel o in strutture in fase di allestimento nelle aree di confine, sulla base dello screening medico che sarà effettuato all’ingresso.

Le uniche deroghe valgono per il personale diplomatico e delle Organizzazioni Internazionali qui accreditato, al cui rientro si applica l’obbligo di isolamento di cui sopra, e a tutti gli autisti per trasporti merci, italiani inclusi, a patto che siano in possesso di un passaporto in corso di validità, seguano determinate cautele mediche e non si trattengano sul territorio della Bosnia Erzegovina per oltre 12 ore (indifferentemente se per transito o consegna all’interno).

Bulgaria 

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Croazia

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Moldavia  

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Romania 

In risposta all’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del COVID-19, le autorità locali hanno decretato lo stato di emergenza.

Il Ministro dell’Interno ha disposto il divieto di ingresso nel Paese per i cittadini stranieri, a partire dalle 22.00 ora locale del 22 marzo, con limitate eccezioni:

  • cittadini dell’UE o dei Paesi appartenenti allo Spazio Economico Europeo (SEE) o svizzeri e familiari di cittadini romeni o di cittadini UE/Spazio Economico Europeo/Svizzera residenti in Romania;
  • persone in transito attraverso corridoi (terrestri) concordati con i Paesi confinanti;
  • passeggeri in transito aeroportuale;
  • residenti in possesso di permesso di lungo soggiorno;
  • persone che viaggiano per motivi professionali (comprovati da visto, permesso di soggiorno o altro documento) o esigenze imperative (sanitarie o famigliari);
  • personale diplomatico o consolare, di organizzazioni internazionali, militare o che assicura aiuti umanitari; persone titolari di protezione internazionale o viaggi per motivi umanitari.

Le esenzioni da quarantena/isolamento già previste per conducenti di automezzi con stazza superiore a 3,5 tonnellate vengono estese agli autisti di camion per trasporto merci con stazza superiore a 2,4 tonnellate, sempre se risulteranno asintomatici durante i necessari controlli sanitari.

Sono previste anche restrizioni alla libertà di movimento. In particolare, entra in vigore un divieto di circolazione per gruppi di più di tre persone non conviventi; divieto di circolazione tra le 22.00 e le 06.00 se non per comprovate esigenze di lavoro (tramite certificazione o autocertificazione), cure, acquisti essenziali, attività fisica ed esigenze degli animali da compagnia, limitatamente ai dintorni del domicilio. Le stesse limitazioni, pur non essendo obbligatorie, sono raccomandate nella fascia oraria tra le 06.00 e le 22.00.

Sono sospese le attività dei centri commerciali, ad eccezione della vendita di prodotti alimentari, farmaceutici o veterinari.

Dal 9 marzo, alle ore 12:00 i voli da e per l’Italia, così come quelli da/per la Spagna, sono sospesi. Inoltre, gli operatori aerei hanno l’obbligo di comunicare ai cittadini romeni che si imbarcheranno dall’Italia, dalla Cina, dall’Iran e dalla Corea del Sud verso la Romania, con scalo, il fatto che verranno posti in quarantena o autoisolamento sul territorio della Romania. Gli operatori aerei hanno altresì l’obbligo di non consentire l’imbarco a persone con cittadinanza diversa da quella romena che arrivino in Romania, con scalo, dall’Italia, dalla Cina, dall’Iran e dalla Corea del Sud.

I cittadini romeni che arrivano nel Paese attraverso i punti di frontiera terrestri, provenienti o che abbiano viaggiato in Italia, Cina, Iran e Corea del Sud vengono posti in quarantena istituzionalizzata sul territorio del distretto di confine o in autoisolamento domiciliare, a seconda della zona di provenienza. Le suddette restrizioni si applicano anche al trasporto marittimo e fluviale.

Le decisioni sopra elencate sono valide fino al 31 marzo, con possibilità di proroga. A partire alle ore 21.00 del 15 marzo le Autorità rumene hanno disposto le seguenti ulteriori misure restrittive:

  • isolamento domiciliare di 14 giorni, anche in assenza di sintomi, per tutti i viaggiatori provenienti da paesi in cui sono stati registrati più di 500 casi di contagio da COVID-19;
  • quarantena obbligatoria per coloro che provengono dai Paesi (tra cui l’Italia) 

Inoltre tutte le persone in isolamento domiciliare che sviluppano sintomi da contagio devono contattare il numero unico di emergenza 112. Il personale medico farà una valutazione clinica e raccoglierà prove biologiche per l’effettuazione del test.


Repubblica di Macedonia del Nord  

Lo Stato di emergenza è stato dichiarato il 18 marzo su tutto il territorio del Paese, per un periodo di 30 gg. Tutti i passaggi doganali sono chiusi per i cittadini stranieri, fatta eccezione per i camion, le macchine del corpo diplomatico, gli stranieri con permesso di soggiorno e i membri delle loro famiglie, e le persone con permesso speciale del Ministero degli Interni.
Dal 23 marzo, tutte le società di trasporto, devono avere il permesso per entrare nel Paese, rilasciato dall’Ispettorato Sanitario.
I permessi vengono rilasciati tramite l’associazione dei trasportatori. Il trasporto di passeggeri avviene a condizioni speciali, assicurando la distanza di 2 metri tra i passeggeri. Qualora ritenuto necessario, il Ministero di Trasporti si riserva il diritto di vietare, nei prossimi giorni, il trasporto tra le varie città del Paese.

Serbia  

Confindustria Serbia ha informato che è stata modificata il 16 marzo 2020 la precedente Delibera relativa a COVID-19.
I cittadini della Repubblica di Serbia e i cittadini stranieri a cui è stata concessa la residenza temporanea o la residenza permanente che vengono nella Repubblica di Serbia dai paesi o dalle aree con trasmissione intensiva della malattia COVID-19, ovvero dai paesi con i focolai di epidemia – vale a dire da La Confederazione Svizzera, La Repubblica Italiana, La Repubblica Islamica dell’Iran, la Romania, il Regno di Spagna, la Repubblica Federale Tedesca, la Repubblica Francese, la Repubblica d’Austria, la Repubblica di Slovenia e la Repubblica di Grecia – si mandano in isolamento nella durata di 28 giorni.

Ai cittadini della Repubblica di Serbia e ai cittadini stranieri a cui è stata concessa la residenza temporanea o la residenza permanente nella Repubblica di Serbia, che vengono nella Repubblica di Serbia da paesi diversi da quelli sopra menzionati, viene determinata la misura di messa sotto il controllo medico per malattia respiratoria acuta causata dal nuovo virus Korona SARS-CoV-2 nella durata di 14 giorni (isolamento a casa).

Le misure suddette non si applicano ai cittadini serbi e ai cittadini stranieri a cui è stata concessa la residenza temporanea o la residenza permanente nella Repubblica di Serbia, che sono membri del personale dei veicoli per il trasporto di merci, delle navi mercantili, del personale nei veicoli ferroviari, personale negli aerei, che svolgono il trasporto internazionale stradale, ferroviario, marittimo e aereo.

Gli atti adottati prima della Deliberazione 16 marzo 2020 nei confronti di cittadini serbi e stranieri a cui è stata concessa la residenza temporanea o la residenza permanente nella Repubblica di Serbia, che sono membri del personale dei veicoli per il trasporto di merci, delle navi mercantili, del personale nei veicoli ferroviari, personale negli aerei, che svolgono il trasporto internazionale stradale, ferroviario, marittimo e aereo, sono sospesi.
Il Ministero dell’Interno, con una nota del 20 marzo scorso, rende noto che la Repubblica di Serbia ha emanato una misura restrittiva per il trasporto merci e di persone che entrano nel territorio serbo. E’ prevista una scorta della polizia serba dal valico di frontiera sino al valico di uscita. Tale misura interessa tutti i veicoli che provengono o hanno attraversato l’Italia, il Canton Ticino (Svizzera) e Romania.

I conducenti dei veicoli scortati potrebbero, per questo motivo, non poter rispettare la normativa sui tempi di guida e di riposo anche se non sono passibili di sanzioni in Italia perché il mancato rispetto della normativa suddetta è avvenuta in un paese straniero, potrebbero, tuttavia, trovarsi in difficoltà nei giorni successivi sul territorio italiano. Alla luce di ciò, se i conducenti vengono fermati su strada in Italia e certifichino, con documentazione rilasciata dalle Autorità serbe, che sono stati sottoposti a scorta nel territorio della Repubblica Serba e pertanto hanno disatteso la normativa sui tempi di guida e di riposo, non sono passibili di sanzioni.

Slovenia

Il Ministero della Salute della Repubblica di Slovenia ha emanato un Decreto, entrato in vigore l’11.03.2020, con cui si stabiliscono le condizioni di ingresso delle persone in Slovenia con provenienza dalla Italia.

Sono stati istituiti sei punti di controllo nell’area di confine dei collegamenti stradali con la Repubblica Italiana, presso i seguenti valichi di frontiera: Fusine / Rateče, Stupizza / Robič, Sant’Andrea / Vrtojba, Fernetti / Fernetiči, Pese / Krvavi potok, Rabuiese / Škofije.

E’ stato altresì disposto il divieto di ingresso dei veicoli merci dall’Italia, ad eccezione dei carichi destinati in Slovenia e dei materiali medici e di prima necessità destinati a paesi terzi.

L’ICE di Lubiana ci ha confermato l’esistenza di file di veicoli alla frontiera italo-slovena – a causa dei controlli sanitari che permettono l’ingresso nel Paese a tutti coloro che non registrano una temperatura superiore ai 37,5 gradi – ed ha riferito che il problema non è una scelta delle autorità slovene, ma conseguenza del blocco dei veicoli/conducenti italiani alla frontiera tra Ungheria e Croazia.

Per tale ragione la Slovenia non sta facendo passare i camion che sono in transito verso tali Paesi, ma fa entrare soltanto i camion con scarico merci all’interno della Slovenia.
La Camera dell’Economia Slovena riferisce invece che il transito merci verso altri Paesi è organizzato in convogli, come confermato anche da qualche impresa associata.


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Gianluca Giussani

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